So che può sembra il titolo di un B-Movie horror a sfondo comunicazione e marketing, ma mi interessava continuava il discorso cominciato nel post precedente come organismo vivente. Ok. Ma se è vivente deve mangiare, vero? Certo! E di che si nutre un brand? Di persone naturalmente, altrimenti che horror sarebbe! Anzi per meglio dire di Ambassador.
Gli ambassador sono una vera e propria cura di steroidi per un brand, a qualsiasi livelli, ma vanno curati. Un brand si nutre di ambassador, come abbiamo detto nel solco dello scherzo sul film horror. Però sono gli stessi ambassador a dover essere nutriti!
Bullas dice che una community per un brand ha l’effetto di una cura di steroidi. Vero, però anche lui è d’accordo che il legame va costruito, innescato, nutrito.

Il brand si nutre delle attività degli ambassador, ma se non li stimola perché mai gli ambassador dovrebbe andare da lui. Il modello è circolare, un do ut des latino. Però se io non vengo attirato, stimolato, chiamato, perché mai dovrei tornare da te.
Servono gli influencer! Questa è la risposta più comune.
Gli influecer costano! Questa è l’obiezione più comune.
Bullas ricorda un caso che chi come era bambino negli anni ’80 conosce: le presentatrici Avon. La casa di cosmetici faceva diventare proprie promoter le sue clienti più affezionati. Un modello che ha funzionato a lungo per molti anni. Naturalmente poi le cose sono cambiate. Eppure il titolare di un’attività, qualunque essa sia, deve capire che per avere un brand attivo occorre investire, ma investire in maniera intelligente! Oltre al cimitero delle community vede anche pagine FB veramente gestite senza interazione e senza creatività. Non saranno i like a generare l’engagement!
Il compito del marketer è quindi aiutarli a trovare altri come loro, offrendo loro una piattaforma in cui le loro esigenze sono poste in primo piano e al centro. Con i consumatori di oggi più inclini che mai a collaborare, non puoi permetterti di non avere la loro voce progettata in ogni fase delle funzioni della tua azienda.
Voglio chiudere con una parola chiave per sostenere questo processo:RICONOSCIMENTO.
Gli ambrassador vogliono sentirsi partecipi della community del brand e vogliono sentirsi riconosciuti, quindi vanno pensate delle azioni promozionali che riescano ad attivare in maniera forte e sensibile la condivisione.
Qualcuno dirà: Altrimenti?
Altrimenti potresti essere un altro nome su una lapide delle community morte. Di questi tempo non è il caso.