Alla base c’è l’omonima serie di romanzi dello scrittore spagnolo Juan Gómez-Jurado, pubblicati in Italia da Fazi Editore: una saga che ad oggi vanta vari capitoli, tra prequel, episodi ambientati nel medesimo universo narrativo e quant’altro, con oltre tre milioni di copie vendute e che personalmente consiglio. Un vasto materiale a disposizione quindi per questa incarnazione in forma seriale sbarcata nel catalogo di Amazon Prime Video da fine febbraio, conquistando fin dal suo arrivo il favore degli abbonati che l’hanno stabilizzata nella top 10 dei titoli più visti. E non è difficile comprenderne il motivo, giacché Regina Rossa racchiude in sé tutte le migliori suggestioni del thriller moderno, tra tensione e mistero, riuscendo a instillare quel senso di curiosità nello spettatore tanto da provocare il classico e bel fenomeno del binge watching.
All’inizio della serie vediamo questa giovane donna dai capelli scuri pericolosamente in piedi su una finestra aperta di un palazzo. E poi vediamo un grosso omone salire faticosamente le scale di questo palazzo. Non è bello svelare la dinamica del loro primo incontro, ma si può dire chi sono i due protagonisti: lei è Antonia Scott, la donna più intelligente del mondo con un QI di 242, e lui è Jon Gutierrez, “un poliziotto, gay, basco”, come lo inquadra Antonia al primo sguardo. Jon deve convincere Antonia a seguirlo da un uomo chiamato Mentor, e non diciamo come la convince ma comunque già vi farà capire quanto è buono Jon. Mentor è a capo di un’agenzia segreta pagata dall’Unione Europea, che interviene segretamente quando non si possono applicare i metodi delle normali forze di polizia. Antonia lavorava per Mentor, poi se ne andò, ma ora serve di nuovo il suo aiuto: c’è da trovare un folle che se la prende con la progenie dei più ricchi di Madrid, ma non lo fa per soldi. Antonia deve scoprire chi è il colpevole, e Jon deve farle da scudiero se vuole che certi suoi peccati a fin di bene spariscano dai registri. E qui stop perché lo spoiler sarebbe davvero un reato grave.
Leungo e Keuchkerian, i due interpreti, sono talmente bravi e tra loro diversi ed alchemici insieme, da farci restare lì, curiosi di vedere come finirà la storia di cui sono il fulcro. Concentrandosi su due personaggi contrastanti, Regina rossa – firmata per Prime Video da Amaya Muruzabal – cattura subito l’attenzione. L’inizio è quello che si può definire davvero una bomba. Viviamo l’immaginazione di Antonia, intenta a vedere con la sua mente eventi ai quali non avremmo mai voluto assistere. Fin da quell’istante capiamo che non è una persona come tutti gli altri, così come riconosciamo i pregi di Jon entro pochi secondi dal nostro primo incontro con lui. La stessa cosa accade ad Antonia, sebbene non se ne renda conto. Grazie a una tensione crescente, soprattutto nei primi 3 episodi, Regina rossa ci conquista nello stesso modo in cui tutti i grandi thriller polizieschi brutali – come Se7en, tanto per fare un nome – ci hanno conquistati: con le più inusuali o improbabili coppie di menti che danno la caccia al mostro di turno. Regina rossa viene descritta da molti come un classico thriller poliziesco, ma l’alchimia che si crea fra due personaggi apparentemente incompatibili, che all’inizio proprio non si capiscono, fa la differenza. E infatti c’è il trucco. Per fortuna, grazie a un cast eccellente e a una messa in scena suggestiva, con un’ottima fotografia e una regia non convenzionale, Regina rossa affascina tanto da costringerti a vedere tutta la storia. Col passare del tempo, il legame fra Antonia e Jon diventa sempre più stretto e le loro reciproche battute, che strappano anche qualche risata, sono un momento fondamentale di tregua da situazioni continuamente tese e disturbanti.
Antonia è ferita nel profondo. È stata sfruttata, presa di mira, messa al centro di un disegno spaventoso. Jon, compassionevole ed empatico – dote che ha ereditato dalla madre, altro personaggio gioiello – fa tutto ciò che è in suo potere per tenerla al sicuro. Il contorno dei personaggi, invece, fa capo più che altro ai cliché del genere. Alcune delle figure, in particolare quelle negative, sembrano prelevati direttamente da un b-movie su un serial killer sanguinario e malato di mente. Il personaggio di Jon, il suo rapporto con la madre, i suoi valori, il suo modo di comportarsi con tutti, forse ancora più del suo rapporto con Antonia, è il vero punto di forza di questa serie.
Reina Roja è una serie tv spagnola, e si vede. Perché dove non arriva con la CGI, con gli effetti speciali, arriva con il cuore di una narrazione che scorre limpida e perfetta. C’è la donna super intelligente, il poliziotto grosso (ma lui dice “forte”) e giusto, l’agenzia segreta europea, il capo con la voce rauca, e c’è un caso chiaro da risolvere, con un cattivo da prendere. Il resto lo fanno le interazioni tra i personaggi, con i loro caratteri e le loro battute. La strana coppia di strani investigatori è assortita alla grande, in tal senso: lei così rigida, lui così ironicamente brontolone, entrano subito nel cuore.
Guardando Regina Rossa abbiamo avuto l’impressione di guardare una serie un po’ fuori dal tempo, ma in senso buono che non si preoccupa di seguire le mode né di emulare stili, ma si concentra su una storia intrinsecamente spagnola che cattura l’attenzione episodio dopo episodio. Un’operazione perfettamente riuscita, che sicuramente proseguirà anche in futuro. Sperando che mantenga sempre quella chimica e quella sensazione che tutto giri come deve.