CONSTELLATION: Ai confini della mente e della paura

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Constellation è una serie che, per rimanere nei confini di Apple TV+, mischia la fantascienza di For All Mankind con i toni e le vicende thriller di Servant e The Changeling, dando forma a un mix tanto inquietante quanto riuscito. La piattaforma digitale volge sempre più spesso l’attenzione agli amanti del genere , forte dell’ampia disponibilità di budget, e con questa produzione aggiunge un apprezzabile tocco horror declinato nel thriller psicologico. Constellation è un racconto di hard sci-fi che indaga i misteri della fisica e dello spazio e un dramma familiare commovente sull’amore filiale, sulla forza del legame tra madri e figli(e) che tutto si appoggia sull’interpretazione di una carismatica Noomi Rapace. Facciamo un passo indietro: l’inizio di Constellation è adrenalinico e ricco di suspence. L’attrice scandinava di Uomini che odiano le donne presta le sue fattezze a Jo Ericsson, un’astronauta svedese che ha rinunciato a molti mesi della sua vita accanto al marito e all’adorata figlia sulla Terra per realizzare il proprio sogno di lavorare nello spazio.

La serie inizia con quella che appare una strana fuga di una madre e di una ignara figlia preadolescente, che si rifugiano in una baita tra le montagne. Scopriamo che quella madre è proprio Jo da poco tornata dalla disastrosa missione della Stazione Spaziale Internazionale. La sua permanenza sulla Iss – Stazione Spaziale Internazionale (dove si trova un dispositivo sperimentale della Nasa progettato dal premio Nobel Henry, ovvero Jonathan Banks di Breaking Bad), è per lei fonte di immensa gioia e al contempo di nostalgia di casa. Quando un incidente conferisce alla missione una piega tragica, la coraggiosa Jo lotta strenuamente per far ritorno dalla sua famiglia, affrontando le insidie dello spazio siderale nella solitudine straniante che la accompagna nel ritorno a casa, superando ostacoli e situazioni che ricordano le imprese di Sandra Bullock in Gravity di Alfonso Cuarón. Un’avventura tesa e spaventosa, resa spettacolare da pregevoli effetti speciali – specialmente nelle situazioni che simulano l’assenza di gravità – che lascia Jo alle prese con qualcosa di ancora più agghiacciante: al suo ritorno sulla Terra, c’è qualcosa che non va. C’è qualcosa di impercettibilmente dissonante, dettagli che ricordava diversamente specialmente nelle persone che la circondano. Assieme a lei, la figlia – che si chiama, significativamente, Alice come l’eroina che delle avventure nel Paese delle meraviglie – si imbarca in una ricerca della risoluzione di un mistero lungo un sentiero liminale. Riavvolgendo il nastro, assistiamo quindi appunto al misterioso disastro a cui Jo è sopravvissuta grazie a competenza, tenacia e un po’ di fortuna. Nel presente, invece, Jo si trova in una situazione assurda, in cui conosce ma non riconosce pienamente avvenimenti e persone della sua vita sulla Terra. Neanche la sua stessa famiglia le sembra davvero… familiare. E non diciamo altro per non spoilerare, ma date uno sguardo al trailer qui sotto.

Constellation ha due caratteristiche ricorrenti delle serie tv di Apple TV+: ha un titolo composto da una sola parola ed è clamorosamente ben fatta. La pluralità di lingue, di punti di vista e di prospettive catapulta, anzi spedisce il pubblico in uno spazio narrativo iper realistico, contraddistinto dai rapporti tra l’ESA, la NASA, la Roscosmos e le altre agenzie coinvolte.

Con Doctor Who e Jonathan Strange & Mr Norrell l’autore britannico Peter Harness ha ampiamente dimostrato di avere dimestichezza con le ambientazioni horror e fantascientifiche, assieme a un evidente gusto per il mistero e le favole dark. In Constellation corteggia l’horror psicologico mettendo in dubbio la sanità mentale della protagonista: l’esperienza nello spazio ha fatto perdere a Jo la ragione e la capacità di discernere tra realtà e immaginazione, oppure la paranoia innescata dalla percezione di una realtà incomprensibile è fondata sull’osservazione di dati tangibili? Quando la serie si immerge nei misteri della fisica quantistica, la meccanica della narrazione a volte si inceppa, rendendo la fruizione complicata. In altri punti della storia, specialmente quando l’ambientazione si sposta in territori glaciali e isolati, Constellation è un horror straniante e suggestivo evocativo di True Detective: Night Country. Le due serie sono ammantate dello stesso mistico mistero, dalla stessa insinuazione che una cospirazione e insabbiamento siano in atto, dall’idea che la percezione paranormale sia l’unico strumento valido di una mente razionale a una realtà inconcepibile.

Illustrarla così rende tutto molto criptico e inaccessibile, ma sono esattamente queste le sensazioni che la serie si propone di trasmettere. Le risposte alla fine arrivano e non sono sorprendenti; ormai è un altro aspetto ad aver deviato l’attenzione dello spettatore, quello della relazione madre-figlia che rende quelle risposte emotivamente risonanti. Michelle McLaren (Breaking Bad), produttrice della serie, ha sottolineato la centralità del viaggio che Jo e Alice compiono insieme, il viaggio sia fisico che metaforico di un legame potente, poi spezzato e ora da ricostruire, tra due persone legate tanto fortemente da superare le barriere della fisica e della mente. Le puntate più intense e suggestive sono proprio quelle che formano l’arco del viaggio e che assumono i contorni di un’inquietante favola nera immersa nel candore solitario del ghiaccio e della neve. Per quanto l’andamento narrativo di Constellation sia irregolare la serie, come Silo, resta coesa grazie alla presenza costante e magnetica della sua eroina, a caccia di una verità che per lei è importante scoprire quanto respirare.