The Regime: Kate Winslet si conferma una regina

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Si può guardare una serie solo un’attrice nei panni di un’autocrate narcisista e maniacale? Si, se è Kate Winslet. L’attrice di Titanic, e non solo, interpreta Elena Vernham, cancelliera di estrema destra di un’autocrazia mitteleuropea in The Regime – Il palazzo del potere, su Sky e Now. La serie anglo-americana prodotta dalla Hbo ricostruisce in sei puntate una manciata di mesi della vita di una leader di un paese immaginario europeo che ha ereditato il potere dal padre, ma fatica a tenerselo. Nevrotica, capricciosa, ossessivo-compulsiva, arrogante e insicura, la dittatrice impersonata dalla Winslet è vanitosa e fragile, prepotente e soggetta ad istanti di intensa parzialità verso l’alleato favorito del momento che può cadere in disgrazia in qualsiasi attimo. The Regime segue il percorso di instabilità mentale di Elena e ne registra le conseguenze sul suo governo in rovina, caratterizzato da rapporti incerti e altalenanti con la mega potenza degli Stati Uniti.
Vernham è un personaggio affascinante e complesso; è irritante, meschina e crudele quanto patetica e infelice, ma sempre immensamente egocentrica, come dimostra nel primo episodio cantando mediocremente, ma con la sicurezza di una superstar, If You Leave Me Now di fronte a un gruppo di figure politiche sue ospiti. Oltre il bipolare e imprevedibile, alterna fasi di ostentata e parossistica sicurezza ad altre di fragilità e paranoia, come quando si lascia dominare da un’incontrollabile germofobia. Una vera Lady Macbeth ossessionata dalla muffa al posto del sangue, è convinta che questa si stia diffondendo nel suo sontuoso palazzo, tanto da arruolare un ex soldato, Zubak (Matthias Schoenaerts) per starle accanto analizzando l’umidità nell’aria e deumidificando ogni angolo dell’edificio. Accanto a lei c’è il marito pusillanime, il francese Nicholas (Guillaume Gallienne), che diventerà presto geloso dell’influenza malsana di Zubak sulla moglie. L’ultima figura maschile che influenza Elena è il padre morto, il cui corpo è stato conservato in una bara di vetro chiusa in una cripta come un’orrida e rattrappita reliquia. Con lui, la Vernham conversa e si sfoga come se fosse ancora vivo, mostrando l’estensione del proprio delirio. Nella storia si intrecciano anche i destini di altri personaggi: l’Agnes di Andrea Riseborough, svilita tata del figlio di Elena, l’Edward Keplinger di Hugh Grant nel ruolo del predecessore di Elena e la Judith Holt di Martha Plimpton in quello di una diplomatica americana.

La relazione con Zubak, militare soprannominato “il Macellaio” per il suo ruolo nel massacro di alcuni minatori, è dapprima conflittuale, ma un grottesco incidente la trasforma in una ridicola e contorta relazione sentimentale. All’inizio Zubek si mostra innamorato di Elena, ma ben presto diventa un vero e proprio consigliere-ombra quando comincia a esercitare la propria influenza sulle decisioni di questa regina debole e spaesata, mettendo a rischio la stabilità del governo. Ogni episodio fa progredire la storia nel corso dell’anno con salti irregolari, soffermandosi sui momenti cruciali, registrando il crollo del potere di Elena che dapprima vacilla tra le mura del palazzo (il Castello di Schonbrunn di Vienna, dimora estiva degli Asburgo), poi traballa nei rapporti internazionali e infine si sgretola quando lei diventa totalmente invisa al suo popolo. La Winslet fa un lavoro sul personaggio – a livello psicologico ma anche fisico – straordinario. Elegante e dal look sgargiante, provocatoria e audace, l’attrice è ipnotica e affascinante anche quando il suo personaggio diventa sempre più ridicolo. La Winslet aveva già lavorato per Hbo nelle serie Mildred Pierce e Mare of Easttown, ogni volta superando sé stessa. Lo fa anche questa volta. La sua Elena è quasi un personaggio diverso in ogni puntata, mentre evidenzia le varie sfaccettature della sua personalità.

In The Regime  Il palazzo del potere Kate Winslet è una bomba ed è per lei che vale la pena guardarlo fino alla fine. La serie è ideata e sviluppata da Will Tracy di The Menu e Succession, diretta dal regista cinematografico inglese Stephen Frears di Rischiose abitudini e The Queen – La regina. Nonostante il talento sbalorditivo di Winslet, The Regime, però, non riesce a fare del tutto quello a cui mira, ovvero fornire una parodia dei governi totalitari odierni. Mai sufficientemente caustica fino in fondo, questa commedia dark dalla satira non del tutto incisiva sfiora senza mai affrontare davvero gli argomenti politici più spinosi o quelli sociali più tragici, capace solo di scalfire la superficie ma incapace di raggiungere la maturità critica necessaria a fornire una parabola orwelliana di autentico spessore con il vigore e l’inventiva necessari. L’analisi della del ruolo oppressivo degli Usa sugli altri paesi non è più efficace dell’esplorazione superficiale dei pericoli dell’autoritarismo.  In The Regime, comunque, si ride e si resta scioccati allo stesso tempo, si riflette e ci si appassiona alle vicende assurde ma non così inverosimili di una donna che, con le sue convinzioni, le sue fissazioni, i suoi cambi d’umore e il suo atteggiamento egoistico e dittatoriale, manda in rovina un Paese intero per seguire i suoi ideali – meglio dire le sue manie – che non mette mai in dubbio, neanche quando ha tutte le evidenze per poterlo fare.