Il Covid ci cambierà? Questione di FIDUCIA

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“L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.”

Questa frase è di Carl Gustav Jung, padre della psicologia del profondo, una delle personalità che più di tutte ha influenzato il pensiero. E’ una frase che illustra quanto il nostro incontro con la pandemia del Covid ci sta modificando e ci modificherà. Non è una questione di bene o male, come era stato detto all’inizio della prima ondata, dopo la diffusione del motto “andrà tutto bene” del premier Conte, ma qualcosa di molto più profondo.

Sentire persone che rimpiangono le settimane bianche nelle stazioni sciistiche dopo che le vittime a causa della pandemia hanno superato le cinquantamila unità provoca rabbia. Stesso sentimento che si prova quando si sentono negazionisti che parlano di dittatura sanitaria mentre le terapie intensive sono al collasso. La rabbia però non fa vedere lucidamente le cose, offusca la capacità di ragionamento e anche l’intuito per capire quali possono essere le tendenze future.
Lo smart working e la DAD sono ormai un processo irreversibile. Inutile dire che tutti vogliono tornare ad incontrarsi e vedersi. Durerà poco. Siamo esseri umani e viviamo di antipatie e simpatie in primo luogo e nel corso della nostra evoluzione abbiamo visto che chi sviluppa un migliore adattamento è destinato a vincere la dura battaglia della sopravvivenza. In un mondo dove la crisi ambientale resta il problema principale nel medio-lungo periodo ridurre gli spostamenti quindi le conseguenti emissioni dei mezzi di trasporto è di primaria importanza. Come di primaria importanza è lo sviluppo della cittadinanza digitale, che PA Social porta avanti, perché non significa solamente uno snellimento della burocrazia, ma anche uno spostamento del controllo in maniera meno centralizzata.

Proprio un post recente dell’amico Jacopo Paoletti mi ha fatto pensare quanto proprio stia cambiando il modello sociale. Un cambiamento a mio avviso irreversibile, anche se ci saranno molti che cercheranno di rallentarlo.

Andiamo sempre di più verso un modello di Società Distribuita dove il potere decisionale e di controllo sarà sempre più policentrico. Non solo quello.

Davvero pensiamo che non ci saranno ripercussioni nelle relazioni sociali? Sarà facile tornare a dare la mano ad uno sconosciuto come segno di saluto? Viviamo giustamente nell’attesa che la pandemia finisca, e finirà, però non sarà così all’improvviso come molti pensano. Non basterà un vaccino, che comunque va distribuito e ciò comporterà necessità di tempo, per non parlare di una parte della popolazione che non vorrà farlo come mostrano i dati degli ultimi sondaggi. E con chi non si è vaccinato come ci comporteremo? Cosa si farà con chi non si vaccinerà quando arriverà la quasi sicura terza ondata a marzo prossimo?
Stiamo pagando molto care le ingenuità dopo la prima ondata e non sappiamo se non c’è ne saranno altre, le malattie non si debellano così facilmente come fossimo in un film o come magari possono dire alcuni talk show che mettono qualsiasi sedicente esperto fra una pubblicità e l’altra.

Il murale di TVBOY qui sopra è veramente esplicativo di un mondo che cambia a cui dovremmo abituarci. Sicuramente usciremo da una fase di emergenza acuta, ma consiglio di guardare i dati sul consumo di psicofarmaci, sull’aumento delle depressioni diagnosticate e, purtroppo, sul tasso dei suicidi. La pandemia sta aumentando il tasso di profonda “precarizzazione” che c’è nel mondo. Prima di tutto nel lavoro, ma non solo. Sono le stesse relazioni sociali a diventare precarie in maniera molto più profonda ed in attesa di trovare nuove forme di espressione e di aggregazione. Capisco che sia più rassicurante dirà che “tutto tornerà come prima”, ma francamente c’è un fattore che cambierà profondamente, un fattore che espresso in una parola cardine in ogni rapporto, personale, sociale ed economico: FIDUCIA.

Oggi nel mondo dove ognuno di noi è un brand il fattore FIDUCIA è fondamentale. Nel mondo del consumo avanzato, o per meglio dire del post-consumo, la spesa in marketing e comunicazione dovrà necessariamente aumentare anche se le risorse saranno di meno. Anzi, proprio perché saranno di meno. Tutte le imprese e le attività, non solo quelle economiche, ma anche quelle sociali, politiche e personali, si basano proprio sulla fiducia. Questo è il mondo del post-consumo.

In un mondo che esce da una pandemia che ha colpito tutti i paesi del mondo, che non ha risparmiato capi di stato, opinion leader, miliardari, vip e sedicenti tali, come molti altri, credete che davvero sarà così facile, dopo una prima fase di euforia per la fine dell’emergenza, tornerà a stringere tutte le mani?