La pandemia sta accelerando quel processo che era già stato rafforzato con l’avvento dei social media, ma che era nato col superamento delle logiche pubblicitarie entrate in crisi nella fase di fine millennio, un periodo che potremmo definire in maniera molto approssimativa come la fine dei testimonial e l’ascesa degli influencer.
Il neotribalismo di Maffesoli
Dove c’è relazione c’è fiducia.
Oggi, oltre 20 anni, questo scenario è trasferito nei grandi brand mondiali senza nessuna difficoltà, ma sta per affrontare un nuovo salto in avanti, necessario se si vuole sopravvivere. Il brand non può più accontentarsi dell’awareness, ma deve passare a creare una relazione di fiducia col suo consumatore, che diventa un nuovo tipo di collaboratore, oltre la figura dell’ambassador per come o abbiamo visto fino ad ora. Proprio nei momenti di crisi, come quello che stiamo affrontando oggi con la pandemia del Covid 19, le persone hanno voglia di tornare ad essere persone.
Oggi sentiamo sempre parlare di contagi, di positivi, di terapie intensive. Nell’epoca dello storytelling ogni settore non può dimenticare che ognuno di queste voci è composte da persone che sono tante storie insieme. I brand, le imprese, i professionisti, che sapranno concentrarsi su questo aspetto, con l’aiuto degli strumenti della comunicazione professionale, avranno un forte impatto sui consumatori. La paura genera diffidenza, però genera anche una necessità di fiducia. L’essere umano ha bisogno di fiducia, perché la comunicazione e la relazione è una necessità fisiologica.
La S-fiducia è ovunque
In questo momento noi stiamo vivendo un enorme deficit di fiducia a causa delle dinamiche innescate dalla pandemia. Non si tratta di una questione medica, ma si sa come la s-fiducia sia virale seguendo il famoso detto “fa più rumore un albero che cade in una foresta che una foresta che cresce”.
C’è un senso di sfiducia in ogni settore della popolazione perché c’è un forte sentimento di incertezza e paura. Gustave Le Bon, uno dei primi a studiare la psicologia della folla scrisse: Il bisogno di certezza è sempre stata più forte del bisogno di verità. Alla stessa conclusione arrivo anche il rumeno Cioran che vedeva l’uomo più impegnato a cercare certezze che verità. Questo perché la paura è una componente fortemente dominante e contagiosa negli esseri umani. Una questione fortemente “emotiva” che poi domina tutti i comportamenti. Compresi quelli dei consumi! A che perché è necessario ritrovare un patto di fiducia.
Giardinieri della fiducia
La strategia dei new media è necessario per ogni attività nella generazione e coltivazione della fiducia. Un’operazione che non può attendere la fine delle operazione dei vari DPCM che stanno disorientando le persone. E’ necessario essere giardinieri della fiducia e non farsi governare dalla paura e dal bisogno di certezze. Per questo però c’è bisogno di stabilire un legame più profondo con una nuova comunicazione, che non riguardi solo le imprese ma anche la politiche e si allontani dalle logiche del populismo che in realtà usa sempre gli strumenti della paura.
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