PETER CINCOTTI: “Suono quello che la canzone mi chiede”

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Grande occasione intervistare Peter Cincotti cantautore e pianista statunitense che affonda le sue radici musicali nel mondo jazzistico, come si percepisce anche dai suoi brani più pop. Peter ha origini italiane ed è legato al nostro Paese anche artisticamente: nel 2013, ha infatti partecipato alla 63ª edizione del Festival di Sanremo, in duetto con Simona Molinari, con i brani “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” (dell’indimenticabile Lelio Luttazzi ed Alberto Zeppieri) e “La felicità” (di Simona Molinari, Carlo Avarello, Maurizio Vultaggio e Peter Cincotti stesso).Nato a New York l’11 luglio del 1983, cantante, cantautore, compositore, Cincotti è innanzitutto un autentico fenomeno del pianoforte, tanto che Elton John, il grande “rocketman”, lo indicò come un suo erede per la capacità di mescolare gli stili attraverso gli ottantotto tasti. È stato l’artista più giovane, 18 anni fa, che abbia mai raggiunto il primo posto nella classifica Tabelle Jazz di Billboard. Da allora, ha entusiasmato il pubblico di tutto il mondo in alcuni dei templi della musica internazionale, dal Carnegie Hall di New York all’Olympia di Parigi, osannato da tutta la stampa mondiale a cominciare dal New York Times. I suoi album sono stati prodotti da icone della musica. In questi anni ha collaborato con altri grandi artisti di vario genere, da Andrea Bocelli a David Guetta e ha condiviso il palco con vere e proprie leggende come Ray Charles. Nel parlare con lui siamo partiti proprio dal suo ultimo lavoro.

Come è nato il tuo ultimo album Killer on the Keys?
Dopo aver realizzato cinque dischi molto diversi tra loro, volevo fare un album che li collegasse tutti, onorando alcune delle mie icone pianistiche preferite di tutti i generi diversi, oltre ad alcune canzoni originali autobiografiche che credo siano le mie più personali.

Tu parli di jazz e rock e li suoni. Pensi che possano andare bene insieme e in che modo?
Ho sempre pensato che la musica abbia solo due generi: buono o cattivo. Ci sono legami tra la classica, il blues, il jazz, il country e il rock, e mi piace esplorare queste zone grigie. Questo album gioca con i generi e usa il pianoforte per unificarli.

Quali sono gli eroi musicali che ti hanno influenzato di più?
Ray Charles, Billy Joel, Oscar Peterson, Frank Sinatra, Elton John, Errol Garner e molti altri!

Alcuni la definiscono uno dei crooner della nuova generazione, come Michael Bublé. Lei si sente un crooner?
Mi considero un autore di canzoni. Uso il pianoforte, la mia voce e altri strumenti per eseguire tutto ciò che la canzone sembra chiedere.

Quanto sono importanti le tue radici italiane?

Sono molto orgoglioso delle mie radici italiane e ogni volta che visito l’Italia la sento come una seconda casa. Non molto tempo fa ho visitato la città da cui proviene la famiglia del mio bisnonno e mi hanno fatto cittadino onorario! Ma l’onore era mio.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Forse una colonna sonora, visto che hai recitato in alcuni film.

Perché no! Mi piace scrivere per i film e per altri progetti. Nel frattempo, sarò in tournée in tutto il mondo con lo spettacolo dal vivo di “Killer On The Keys”, e ho in cantiere molte nuove canzoni che inizierò a pubblicare l’anno prossimo. Ma nel frattempo sono entusiasta della mia nuova canzone natalizia, intitolata “Because It’s Christmas”!