RABBIT HOLE: Jack Bauer nella tana del coniglio

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Jack Bauer è tornato. Non è vero. Però Kiefer Sutherland è tornato sul serio. Per quello che poteva essere soltanto un altro figlio d’arte come ce ne sono tanti che non lasciano il segno – suo padre è il grande Donald, canadese e non inglese come la maggior parte crede, uno dei protagonisti di MASH ed attore di cinema e teatro per circa una sessantina d’anno di carriera e che si sta avvicinando lentamente ai 90 anni. Kiefer il segno lo ha lasciato per cui può permettersi di attirare l’attenzione per questo Rabbit Hole in onda su Paramout+. Quando hai dominato il primo decennio del millennio con la spia per definizione, Jack Bauer, interpretando un format che sviluppava il “tempo reale” – sono 192 le puntate di “24” per un totale di otto stagioni – non solo come tempo ma anche linea di sviluppo narrativa, allora puoi permettere di divertirti. D’altronde chi conosce Kiefer prima di Bauer se lo ricorda nelle sue parti weird – in italiano diremmo strambe o strane, per far contento Rampelli ed il Verdone di Viaggi di Nozze con il suo “’o famo strano”. Mi riferisco ad il suo ruolo in Dark City, un film che gli amanti delle commistioni fra sci-fi e fantasy dovrebbero recuperare.

Rabbit Hole è una scommessa ed un gioco per il nostro “eroe” che quasi si prende in giro. La buona notizia di questo nuovo thriller è che non è a un milione di miglia di distanza da 24. Kiefer Sutherland interpreta John Weir, un esperto di spionaggio aziendale che si ritrova immerso fino al collo in un’enorme cospirazione. Ci sono figure oscure. Ci sono personaggi guidati attraverso situazioni di alta tensione mentre indossano auricolari. Ci sono momenti in cui Kiefer Sutherland vede che sta per accadere qualcosa di catastrofico, ma è troppo lontano per fermarlo, quindi si limita a gridare “NO!”, e poi succede comunque. Questo è un territorio logoro ma, Dio, voglio che mi sia dato in pasto come l’uva sbucciata a un imperatore romano. Me lo voglio proprio godere come una pietanza che amo e amo perché la conosco, anche nelle sue varianti. E c’è una versione di Rabbit Hole in cui questo è tutto ciò che accade. È Kiefer Sutherland con la mascella granitica, che barcolla di crisi in crisi, cercando da solo di evitare il disastro. Il primo episodio, il pilota,  si avvicina sicuramente a raggiungere questo obiettivo. Weir è essenzialmente una spia paranoica. Lo sa. Sa che qualcuno gli sta addosso, e trascorre gran parte dell’episodio lanciando sguardi preoccupati nel suo specchietto retrovisore. Man mano che si svolge, puoi sentirti rilassato, nello stesso modo in cui ti rilasseresti in qualsiasi dramma di rete vecchio stile su un protagonista duro ma compromesso. Tuttavia – e farò del mio meglio per evitare spoiler – Rabbit Hole poi si accende in un attimo e diventa completamente e irreparabilmente pazzo.

 

Sutherland finisce il pilota come la pallina flipper tra così tanti assurdi cataclismi che inizia a sembrare una versione drammatica di prestigio di Mr Bean. C’erano stati accenni a questo fin dall’inizio: il freddo aperto si conclude con Sutherland in confessione, che abbaia: “Dio? Forse può dirmi CHE CAZZO STA SUCCEDENDO!!!” in quello che presumibilmente deve essere un prete particolarmente sconcertato, ma questo è il punto in cui la pazzia sale oltre ogni comprensione.

Ciò è in gran parte dovuto al fatto che – a differenza di 24, dove tutte le cose stupide sono successe perché quello spettacolo ha masticato idee come una trebbiatrice – Rabbit Hole sembra fare tutto questo solo per divertimento. C’è un’inconfondibile leggerezza qui in mezzo a tutto il disastro. Weir non è un eroe a tutti gli effetti. È troppo frustrato e confuso per quello. Litiga, scherza, perde litigi con skateboarder adolescenti. In quanto tale, Sutherland sembra divertirsi parecchio Lo sappiamo bene che il pericolo è che si finisca in una grande cacofonia quadrifonica di teoria del complotto,  ma è quello che i fan vogliono e reclamano nel gioco del loro beniamino!

Aiuta il fatto che sia circondato da un cast di gioco incredibile. Charles Dance (interpretando un personaggio che sarai rapidamente in grado di capire grazie a un impressionante lavoro di protesi flashback) è pronto a divertirsi quanto Sutherland. Ciò che davvero potenzia lo spettacolo è Meta Golding, attrice finora nota per un ruolo molto piccolo nei film di Hunger Games. Golding è sorprendente qui. Il suo personaggio cade da qualche parte tra “ostaggio” e “interesse amoroso”, il che suona selvaggiamente problematico sulla carta, ma lei lo interpreta con una tale ferocia che quasi se ne va con ogni scena in cui si trova. Né Sutherland né Dance hanno mai avuto così tanta chimica con un altro attore. È una vera scoperta.

Se c’è una critica a Rabbit Hole, è che sembra non sapere bene cosa vuole essere. Si, dobbiamo andare per forza nella “tana del coniglio”, ma il motivo ed il percorso sembrano essere sconosciuti agli sceneggiatori Ci sono momenti in cui è una commedia svitata e sciolta, e momenti in cui è un thriller d’azione a tutto tondo. Il tema generale – come sempre un complotto per abbattere gli Stati Uniti minando sistematicamente la loro democrazia – sembra che stia cercando di dire qualcosa di importante sullo stato del mondo. Tonalmente, è dappertutto. Se dovessi indovinare, sembra che Rabbit Hole sia stato creato come una cosa  e poi sia stato preso di mira durante lo sviluppo cercando di soddisfare l’idea di tutti gli altri su come poteva essere. E’ un gioco di cui forse si è persa di vista la forma. Staremo a vedere.

 

24

La serie vede protagonista Jack Bauer, interpretato da Kiefer Sutherland, un agente dell’unità anti-terrorismo di Los Angeles. Caratteristica della serie è quella di narrare gli eventi in tempo reale: periodicamente , viene fatto uso della tecnica dello split screen per mostrare le azioni di più personaggi allo stesso tempo, assieme a un orologio digitale che segnala lo scandire del tempo. Nel corso degli anni, 24 è diventato un prolifico media franchise: sono stati prodotti lo spin-off mobile 24: Conspiracy, il videogioco 24: The Game e la webserie The Rookie, nel 2008 è stato tratto il film per la televisione 24: Redemption, nel 2014 sono state realizzate la graphic novel 24: Underground e la miniserie 24: Live Another Day che si pongono come sequel degli eventi narrati in 24, infine nel 2016 viene creato lo spin-off 24: Legacy.