SNABBA CASH: Soldi, Sangue e Fuoco. Non è L.A. ma la Svezia.

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I luoghi comuni sono duri a morire. Per dirla meglio: ognuno ha il suo forte confirmation bias. Eppure ormai anche il racconto crime nei paesi europei è tanto forte e violento come quello delle metropoli americane come L.A. Non è solo Italia, con Gomorra, ma la Svezia, il paese biondo che adesso ha i suoi ghetti e le sue bande. E soprattutto i legami fra le bande di strada e chi è ai vertici: i soldi, il sangue ed il fuoco dei mitra. Questo è SNABBA CASH su Netflix.

Quando il crime era innocente

“Io parlo di un mondo fatto di feste sulla spiaggia, notti folli e favolose bionde. Oggi vedo soprattutto gang assetate di sangue e ghetti pieni di dolore. L’America era più innocente: non avevamo conosciuto il Watergate, non sapevamo che fine avrebbe fatto Kennedy, le droghe non avevano cambiato faccia alla criminalità.“
Questa frase è di Edwar Bunker, uno dei migliori sceneggiatori ed autori di crime e noir della storia americana. Se conoscete Le Iene di Quentin Tarantino lo avrete visto, è il gangster coi baffi. Il regista lo volle assolutamente almeno per un cameo nel suo film visto che è stato uno degli autori più influenti del genere, visto anche il suo passato nel mondo del crimine. Però i ghetti sono cambiati e oggi anche nel continente europeo ci sono situazioni che assomigliano tanto alla New York e alla Los Angeles che abbiamo visto nei film o ascoltato nei pezzi di gansta rap, compresi quelli di Tupac Shakur e Notorius B.I.G. per citare due fra i più famosi che sono stati anche vittime della violenza del crimine. Oggi invece noi parliamo di Svezia, della terra che già aveva conquistato il mondo del thriller con la Millenium Trilogy di Stieg Larsson, un successo mondiale che raccontava le vicende di Lisbeth Salander. C’è un’altra trilogia, chiamata la Trilogia di Stoccolma, scritta da Jens Lapidus, tradotta in quaranta lingue che ora è diventata una miniserie crime-noir in onda su Netflix. La trilogia era già stata portata sul grande schermo da Daniél Espinosa nel 2010. Da quel momento due sequel affidati rispettivamente alla coppia Najafi-Argeadson e Jens Jonsson hanno portato sul grande schermo l’epopea malavitosa di Johan “JW” Westlund, un promettente studente di economia della provincia trasferitosi nella capitale in cerca di fortuna, dove comincia a frequentare l’élite cittadina millantando una ricchezza e un background che in realtà non possiede, finendo per vendere droga per due gangster di origini slave e sudamericane che si contendono il mercato locale e le piazze di spaccio.

SNABBA CASH

Facciamo un salto in avanti di una decina d’anni, arriviamo a presente, in cui Snabba Cash è il titolo della serie Netflix che continua a immaginare, con la supervisione dello stesso Lapidus, dell’intreccio tra il bel mondo di Stoccolma e il suo opposto speculare, quello criminale. Il legame come sempre sono i soldi.
Al centro della storia si trova Leya, una giovane madre single che cerca di uscire dal ghetto entrando nel mondo delle startup, un ambiente in continuo fermento dove il desiderio di ottenere status e denaro è più forte che mai. Leya è decisa a sfondare, costi quel che costi, tanto da riuscire a creare un suo progetto mondo dei social, mentre continua a fare la cameriera in un ristorante e tira su un figlio avuto da un fidanzato ucciso in una guerra fra bande criminali, di cui una è ancora capitanata da suo “cognato”. Il jet set imprenditoriale, così come il mondo criminale, è più brutale, caotico e spietato che mai e quando questi due mondi convergono e collassano: le alleanze, le amicizie e le partnership d’affari saranno messe alla prova nella ricerca infinita di soldi facili.
Nel ruolo della protagonista Leya troviamo Evin Ahmad, e al suo fianco ci sono Alexander Abdallah (Salim), Ali Alarik (Tim), Olle Sarri (Tomas Storm), Dada Fungula Bozela (Ravy) e Jozef Wojciechowicz (Dani).
Gli ingredienti alla base della ricetta sono pressoché gli stessi del libro se non fosse per il fatto che la pedina fondamentale dello scacchiere non è più un uomo, bensì una donna e che le gang che si fanno la guerra non sono più slave ma di origini africane. Varianti, queste, significative ma che a conti fatti non spostano gli equilibri del plot in maniera così sostanziale da stravolgerlo. Motivo per cui la serie replica sulla lunga distanza quanto già visto al cinema e letto sulle pagine della matrice originale. Le dinamiche crime della versione televisiva di Snabba Cash sono quelle ampiamente codificate tanto nella trilogia di Pusher di Nicolas Winding Refn quanto negli intrecci tra criminalità organizzata e criminalità 2.0 visti nelle ultime stagioni di Gomorra. Riprova che gli interessi e gli “affari” si consumano e maturano tanto tra le strade, quanto ai piani alti dei quartieri ricchi, nei sobborghi quanto nel jet set imprenditoriale di facoltosi investitori. E la serie in questione ci mostra come questi due mondi finiscono giocoforza per mescolarsi e sovrapporsi fino a entrare in rotta di collisione quando i patti, le regole d’ingaggio e le alleanze vengono meno. E a quel punto non c’è fratellanza, legame di sangue e affettivo o contratto che regga e che non possa essere strappato, dando origine a una faida nella quale non si contano i cadaveri e non si fanno prigionieri. Snabba Cash ha coordinate narrative e drammaturgiche pericolose e spettacolari. Nulla di nuovo certo, ma una mise in scène forte e  realistica data da una capacità di scrittura che crea momenti di forte tensione ed una recitazione efficace. Tutto contribuisce a generare una cornice narrativa e drammaturgica pericolose e spettacolare in grado di coinvolgere lo spettatore di turno con un’accelerazione fortissima nei due episodi conclusivi, specie per i conflitti a fuoco. Fa impressione vedere gli scontri fra bande dove i gangster vanno con addosso giubbotti antiproiettili come fossero dei regolari di polizia. Consiglio la visione in originale con sottotitoli per rendersi conto di quanto si parli uno slang fatto di svenska, la lingua svedese, arabo ed inglese.

 

E’ il crime bellezza!

Stavolta caliamo i carichi pesanti che vanno sempre ricordati e recuperati. Gomorra è una serie tv crime che ha davvero fatto scuola. Dal libro di Saviano è stata realizzata una serie tv che non è stato solo un fenomeno isolato, ma ha dettato anche dei cambiamenti nel modo di raccontare il crime, primo fra tutti il ruolo delle donne. Non possiamo non ricordare parlando di crime un altro caposaldo della serialità televisiva: Breaking Bad. Chissà se quando la ideò il suo creatore Vince Gilligan si rese conto che stava dando vita ad una delle serie televisive più amate dal pubblico e dalla critica. La storia del professore di chimica Walter White che si mette a “cucinare” droga insieme al teenager sbandato Jesse Pinkman è ancora oggi un ricordo vivo. Da non dimenticare Peaky Blinders, epopea di una guerra fra bande nella Birmingham degli anni venti. Livelli altissimi.