Con questo post, molto ed orgogliosamente imperfetto, inizio una nuova parte di questo blog, oltre le recensioni sulla serialità, motivo per cui è nato, ed i “foglietti”, che sono quei post che hanno la data all’inizio del titolo.
Sono riflessioni fortemente personali, il titolo dovrebbe escludere fraintendimenti. Io credo di essere uno di quelli che scrive in maniera fortemente personale, uno che non riesce a non mettere se stesso in quello che fa. Questo è un bene ed un male. Sto già divagando, però qui me lo posso permettere!
All’alba di questa mattina mi è venuto da pensare a quale sia la più grande invenzione dell’uomo. Secondo me se dieci persone ci pensano vengono fuori da dieci cose diverse, dal microonde allo smartphone, da internet al libro. Roba da boomer e da newbie. Mentre prendevo il primo caffè mi è venuto una risposta: il linguaggio!
Risposta Sbagliata! Se poi hai studiato comunicazione lo è ancora di più. Lasciamo stare il dibattito sull’origine del linguaggio, bellissimo e ricchissimo, però lí siamo su un piano diverso, quello della facoltà, della capacità. No, io intendevo qualcosa di diverso. E cercavo le parole giuste per dirlo. Ecco. Le parole. L’alfabeto.
Che saremmo noi senza parole? Che saremmo senza l’alfabeto? Non c’era prima, è stato inventato. Ci sembra impossibile, ma è così. Per indicare qualcosa si usavano i grugniti. Forse c’era una sorta di codice o linguaggio dei grugniti, non lo so. Però poi lentamente siamo arrivati all’alfabeto, alle parole, alla scrittura. Lo diamo per scontato, acquisito, soprattutto definito e definìtivo! Assolutamente no!
Io mi rendo conto che siamo ancora all’inizio e che siamo troppo presuntuosi su certe cose. Alcune volte mi trovo a raccontare della mia malattia e di quello che vivo. Non è né un vanto, né una vergogna. È successo. C’è e bisogna convivere con le conseguenze. Ma io ho tutte le parole per farlo? E per il resto? Siamo sicuri che le parole, o anche gli altri componenti di un linguaggio diverso, che sia anche quello visivo o altri ci riescano?
Prima avrei detto che bastava studiare. Oggi non ne sono convinto. Ci sono cose, situazioni, rapporti ed altro che non riusciamo ad esprimere. Ancora. Ci sembra di sì, ma dobbiamo ricordarci inoltre che usiamo una parte molto piccola di una lingua e quindi siamo un po’ poverelli!
No, le parole non bastano. Le parole di oggi non bastano. Dobbiamo trovarne altre. Come si fa? Si prova a viverle. Sulla propria pelle, sulla carne e sui corpi. Perché? Perché siamo essere umani e abbiamo la necessità, il bisogno di comunicare. Che sia pure di fronte ad uno specchio, che sia pure da soli sulla tazza del cesso pensando da soli a quello che viviamo noi abbiamo bisogno di parole. Abbiamo bisogno di linguaggi e lingue!
Il sole è sorto. È un sabato di Agosto. Penso alle parole che ho e soprattutto a quelle che non ho, che mi aiutano a definire e non a finire le cose che sento, le persone che mi sono accanto e quelle che sono più lontane. Chissà che succederà.