Il fantasy sta diventando sempre più uno dei generi principali e più forti per la serialità, sia nell’universo letterario che in quello audiovisivo. Dalla saga che racconta il viaggio della brigata tolkeniana portatrice dell’anello di avventure ne abbiamo lette e viste tante, compreso l’acclamatissimo Trono di Spade di Martin che davvero ha catturato la fantasia ed il cuore di decine di milioni di lettori e spettatori nel mondo. Adesso Netflix ha finito messo onda proprio nell’ultima settimana del 2019 una nuova produzione che si annuncia come il titolo forte per questa e per le prossime stagioni televisive. Si tratta di The Witcher.
La saga di Geralt di Rivia
La storia riprende, più o meno fedelmente, i romanzi dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski in cui si raccontano le avventure di Geralt di Rivia, alias The Witcher – tradotto in italiano come Strigo – pubblicati dal ‘93 al 2013 e pubblicati in Italia da Editrice Nord, che hanno successivamente dato vita a fumetti, film e videogame di successo, confermando quanto la transmedialità di cui abbiamo parlato la settimana scorsa sia sempre più centrale. Costruire dunque una saga televisiva convincente attorno ad una trama complessa e sviluppata su più fronti come nel caso di The Witcher, con un seguito di appassionati super attenti, appare fin da subito una missione ambiziosa e piena di rischi, però è abbiamo già visto esperienze positive come Watchmen. La prima stagione si è dovuta scontrare con una sceneggiatura non lineare, in cui una certa fretta di raccontare ha probabilmente determinato l’incertezza di alcuni personaggi chiave non riuscendone a restituire la complessità, comunque la solida base sulla quale la storia si fonda ha tuttavia resistito a salti temporali improvvisi tenendo alto l’interesse fino all’episodio conclusivo e ottenendo ratings davvero molto alti fra gli spettatori, compresi i lettori affezionati.
La serie di Neflix
Ciò che si nota subito guardando The Witcher è il netto contrasto tra l’ambientazione medievale e il linguaggio utilizzato da alcuni dei protagonisti, che si rifà ad un’epoca più moderna. Superare questa impasse è facile grazie anche al personaggio di Ranuncolo (Joey Batey), il divertente bardo che accompagna le avventure del nostro Strigo, pronto a sottolineare con la giusta dose di ironia e cinismo tutti i colpi di testa, e i relativi fallimenti, del protagonista Geralt di Rivia (Henry Cavill), raffigurato come un mutante schivo e di poche parole, ultimo della sua razza e gilda, pronto ad uccidere mostri per denaro, caratteristiche che ci ricordano il Mandalorian dell’omonimo spinoff di successo di Star Wars.
Il cuore di Geralt, che batte ad un ritmo più lento rispetto agli umani, è in realtà pieno di bontà ed è pronto a sacrificarsi per i più deboli e, soprattutto, ad innamorarsi. Cavill ne incarna perfettamente le fattezze, ricordando da vicino il corrispettivo videoludico, specie se paragonato al terzo episodio della saga uscito nel 2015. Dal punto di vista prettamente narrativo, quello che si vede nel corso dell’intera stagione è un witcher confuso, alla ricerca di una propria identità, in grado di attivarsi solo dopo una lunga serie di stimoli esterni e che non svela mai del tutto i propri poteri. Non è chiaro fino in fondo se questo sia una mancanza od una scelta narrativa.
La Strana Coppia del fantasy
Fortunatamente a colorare le distaccate avventure di Geralt e rompere gli schemi con una serie di guai c’è appunto il suo autoproclamatosi migliore amico Ranuncolo: insieme i due formano una coppia di opposti che sullo schermo funziona bene, rendendo scorrevole la visione. Geralt è legato indissolubilmente dal “Destino” alla Principessa Cirilla (Freya Allan) a seguito di una assurda Legge della Sorpresa quando ancora la piccola reale è nel grembo di sua madre. All’accordo si oppone con tutte le forze la Regina Calanthe, donna guerriera e nonna della piccola Ciri che terrà il witcher lontano da sua nipote finché la corona non si troverà sotto assedio. Intuito l’imminente pericolo, Calanthe decide di inviare Ciri, diventata ormai adolescente, alla ricerca di Geralt definito “unica salvezza”.
Universo femminile forte ed interessante
Diversa è la storia di Yennefer (Anya Chalotra), donna dotata di grandi poteri, che incontra il witcher solo nel quinto episodio della stagione ma che sin dall’inizio della serie si intuisce che quello è l’incontro clou per tutta noi spettatori. L’avvenente e potente strega ha una storia tormentata alle spalle, con un’adolescenza vissuta in un corpo deforme, fatta di soprusi e maltrattamenti da parte dei fratellastri. Yennefer manifesterà in modo inaspettato le sue abilità e dopo un durissimo addestramento che la forgia, nel vero senso del termine, diventerà una donna decisa e temuta. Il suo è il personaggio più rappresentativo della serie, quello con più ego, tanto da riuscire a rubare definitivamente la scena anche a Geralt di Rivia. L’universo femminile di The Witcher è molto interessante e dimostra sempre di più come le donne siano ormai simbolo di forza in maniera convincente non solo con arti magiche ma anche con doti fisiche e psicologiche, superando certe caricature riuscite come la principessa guerriera Xena e ricordando più l’ammazzavampiri Buffy. Ora non resta che aspettare la seconda stagione, già in produzione e programmata per la fine del 2020, mentre la terza è in fase di scrittura.
Il fantasy è sempre più forte anche oltre i grandi investimenti
Il fantasy piace. E tanto. Se ne sono accorti da parecchio anche in tv e le produzioni sono aumentate. Una volta erano limitate per il costo, poi la fantasia degli sceneggiatori si è scatenate e hanno realizzato delle storie cross-genere che riescono a regalare un impatto ed un coinvolgimento lo stesso senza dove spendere cifre esorbitanti. Non è il caso di Game of Thrones – Il Trono di Spade, nato dalla saga di George Martin, che ha veramente colonizzato tv ed internet. Penso più a Magicians, dove vengono raccontate le avventure di un college segreto di magia negli Stati Uniti, non è una versione a stelle strisce di Harry Potter, altrimenti non sarebbe durate sei stagioni. Librarians è lo spin-off dell’omonimo film e racconta le avventure di alcuni bibliotecari che sono a guardia dei testi che raccontano le vicende e le storie di questo e degli altri mondi paralleli. Durata quattro stagioni è un altro buon esempio.