The Americans: il KGB in USA

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Una famiglia anonima che conduce una vita tranquilla. Il sogno americano che diventa realtà con la quotidianità che si alterna tra la vita vissuta all’interno di una villetta, l’agenzia di viaggi da portare avanti e i due figli da crescere. Siamo negli anni ’80 e gli Stati Uniti sono guidati dal presidente Ronald Reagan. Sono gli anni in cui i rapporti con la Russia sono sempre più tesi e la sensazione è che, una terza guerra mondiale, possa scoppiare da un momento all’altro. È in questo contesto che si sviluppano le vicende di The Americans il drama della Fox arrivato alla quarta stagione appena conclusa. Ma dietro questa apparente perfezione cosa nascondono appunto i protagonisti Elizabeth e Phillip Jennings?

Per prima cosa Philip ed Elizabeth non sono americani ma sono russi. Sono stati addestrati e formati dal Kgb con una missione: raggiunta la maggiore età hanno lasciato la madrepatria per andare negli Stati Uniti e crearsi una nuova identità. Un matrimonio combinato dall’alto con il solo scopo di vivere e lavorare sotto le direttive del direttorato S, sezione segreta del Kgb.

The Americans, applauditissimo dalla critica ma non ancora valorizzato per quel che merita dai premi che contano, parla soprattutto di questo. Ma racconta molto altro. La serie è un racconto di spionaggio ed è stata creata da Joe Weisberg che prima di lavorare nel mondo della televisione ha avuto un passato di agente della Cia.  Elizabeth ( interpretata Keri Russell perfetta nel ruolo) è la più dura della coppia. Il suo nome reale è Nadezhda. Ha avuto un’infanzia difficile e un’educazione rigida e inflessibile che l’ha portata ad essere ligia al dovere e pronta ad accettare, senza se e senza ma, quello che la madrepatria le ordina.  Philip (Matthew Rhys), invece, è quello “più sensibile”;  è colui che si adatta di più allo stile di vita americano e soprattutto è colui che dubita, riflette, pensa e riesce a vedere con più razionalità emotiva quella che è la vera missione da compiere. Anche Philip (il suo nome reale è Misha) non ha avuto un’ infanzia semplice. E l’addestramento del Kgb l’ha segnato profondamente. Se Elizabeth, soprattutto nelle prime stagioni, deve uccidere senza pietà  lo fa senza battere ciglio: la causa viene prima di tutto. Philip, invece, pensa, ragiona, ha i suoi sensi di colpi e i tormenti. Ed è qui che emerge una delle capacità primarie di The Americans, quella di focalizzarsi proprio sui contrasti: la diversità di Elizabeth e Philip accompagnata dalla diversità tra comunismo e capitalismo; tra l’educazione occidentale e quella russa. La differenza di stile di vita in America e in Russia. I personaggi principali, però, nel corso delle stagioni subiranno delle evoluzioni che andranno di passo passo con la storia e le tante difficoltà che dovranno affrontare.

Il tema dello spionaggio è forte, presente in ogni puntata. E soprattutto si respira il clima di tensione e paura che la guerra possa scoppiare da un momento all’altro. Molto interessante, inoltre, è la parte relativa ai vecchi metodi investigativi utilizzati per fare spionaggio. Ci sono i modi di comunicare criptici del Kgb e gli appostamenti realizzati con costumi, volti e personaggi che di volta in volta vengono cambiati proprio per non lasciare alcuna traccia. Proprio i costumi, le parrucche rappresentano uno degli elementi più riusciti della serie. Serie che, in alcune parti, proprio per essere ancora più vicina alla realtà, inserisce dialoghi direttamente in lingua russa. Accanto alle missioni ci sono le emergenze familiari: i figli che iniziano a crescere e danno i primi problemi. Come affrontarli? E come affrontare i problemi di coppia? E proprio la primogenita Paige (una giovane brava Holly Taylor) avrà un ruolo di non poco conto soprattutto nella terza e nella quarta stagione. Nella vita di Elizabeth e Philip entra anche un agente dell’Fbi Stan Beeman (Noah Emmerich) che sarà proprio il vicino di casa dei Jennings. E Stan avrà una relazione con una spia russa Nina Sergeevna Krilova (Annet Mahendru) in servizio nell’ambasciata sovietica e che cercherà proprio di reclutare; ma questa relazione non sarà senza conseguenze. Così come Philip, per avere informazioni certe dall’interno dell’Fbi, vestirà i panni di un certo Clark e per necessità dovrà sposarsicon una segreteria dell’Fbi Martha (Alison Wright che soprattutto nella quarta stagione mette in luce la sua bravura e le sue capacità interpretative) alla quale di volta in volta saranno affidati dei compiti di spionaggio. Martha sarà inconsapevole di chi si nasconde dietro l’identità di Clarke e dell’intrigo che c’è dietro. Nella serie compare anche Margot Martinalde nel ruolo dell’agente Claudia che avrà il compito di seguire da vicino le missioni di Elizabeth e Philip e soprattutto nelle prime stagioni il suo sarà un ruolo che inciderà non poco sulla vita della coppia.

Se c’è un aspetto della serie che certifica la qualità della serie è soprattutto la sceneggiatura che accompagnato dalla capacità interpretativa di un cast eccezionale (da segnalare nella quarta stagione un bravissimo  Dylan Becker)  e questo rende The Americans una delle serie più apprezzate per qualità. I dialoghi non sono mai banali. Così come non sono mai banali i silenzi. Il clima di tensione e di “Under pressure”. Non è un caso che proprio la canzone dei Queen con Davide Bovie sarà il motivo che concluderà la 4×05 intitolata “Clarke’ place” proprio per accentuare il clima di pressione e tensione del momento. Una menzione a parte merita una puntata della terza stagione che colpisce per intensità emotiva: è la 3×09 dal titolo  “Do Mail Robots Dream of Electric Sheep?”,  quando Elizabeth durante una missione sarà costretta a spingere al suicidio una donna anziana di nome Betty (con una eccezionale Lois Smith). Il dialogo tra Elizabeth e Betty è semplicemente straordinario e incentrato sul senso esistenziale del tempo e sul significato che diamo alla vita. Ma sono tanti gli aspetti che colpiscono in The Americans e che la rendono una serie che va assolutamente vista. E anche adesso a quarta stagione conclusa le domande a cui dare risposta, dopo il finale di stagione, restano ancora molte.  Sappiamo già, però, che il drama della Fox tornerà per una quinta e una sesta stagione che concluderà la storia dei Jennings.

Bruno Apicella