Ieri è morto a 86 anni l’attore napoletano Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. Attore poi è dir poco, per questo uomo che è stato il primo italiano a nuotare i 100 metri Stile Libero sotto il minuto. Nato da famiglia benestante, quasi maggiorenne si trasferisce a Roma dove continua la carriera sportiva, sarà il centroboa, parliamo di pallanuoto, per la S.S. Lazio. Ha vinto una medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo,partecipato a due olimpiadi ed è stato anche un rugbista. Poi l’università, iscritto a Chmica, Giurisprudenza e Sociologia, ma non conseguirà mai una laurea. La sua grande avventura sarà il cinema.
La prima apparizione è stata in un monicelliano nei peplum o sandaloni, chiamateli come volete, ma il fisico possente lo aiutava in quei ruoli da guardia imperiale o centurione. Poi un ruolo anche nel monicelliano Un eroe dei nostri tempi, proprio accanto ad Alberto Sordi. Il primo ruolo da protagonista sarà nel 1967 in Dio perdona…Io no, il primo film di quel sodalizio artistico con Terence Hill che si ripeterà altre 16 volte. Una coppia inossidabile che deve aspettare solamente i 1970 per arrivare al grandissimo pubblico,anche internazionale, con Lo chiamavano Trinità.
Non c’è stato solo Hill nella sua carriera, sebbene rimanga un duo indissolubile, non si possono dimenticare Anche gli angeli mangiano fagioli, oppure Bomber o ancora Lo chiamavano Bulldozer, scritto da lui insieme agli Oliver Onions, i fratelli De Angelis, che poi comporranno Dune Buggy per il film Altrimenti ci arrabbiamo, che diventerà il vero e proprio inno della coppia.
Assolutamente indimenticabile è la tetralogia di Piedone, grazie anche alla spalla Cannavale e alla regia di un maestro della commedia come Steno: Piedone lo sbirro, Piedone l’Africano, Piedone d’Egitto e Piedone a Hong Kong.
Scelse il suo pseudonimo per le sue passioni, la birra BUD e l’attore SPENCER Tracy, il gioco è fatto. Appassionato lettore di filosofia, inutile che ridete, amava da Aristotele a Kant. Ha frequentato anche il cinema d’autore, pensiamo al thriller di Dario Argento Quattro mosche di velluto grigio, il noir di denuncia Torino Nera di Carlo Lizzani e Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi. C’è un episodio legato a un incontro con Federico Fellini, che lo voleva in un suo film, ma avrebbe dovuto recitare una lunga sequenza nudo. L’attore declinò per pudore, così racconto lui.
Appresa la notizia ieri la rete si è scatenata in un tripudio di cordoglio, rimpiangendo una colonna portante del nostro immaginario infantile, soprattutto molte donne. Bud Spencer era un’icona che forse in molte hanno legato al proprio padre. Io ricordo quando i miei genitori mi portarono a vedere Banana Joe al cinema, avevo 8 anni. Mi sono divertito tanto nella stessa arena estiva dove due anni prima mi ero innamorato del cinema con un altro film, ma è un’altra storia e forse l’ho già raccontata.
Era cinema popolare, alcuni lo chiamavano del disimpegno, ma era pulito e sapeva arrivare dritto al cuore. Non mi va di parlare dei suoi tentativi nella politica, aveva idee opposte alle mie, però Bud Spencer lo ricorderò, anche per le serie tv come Big Man, Detective Extralarge e Non siamo angeli con Philip Micheal Thomas, Rico Tubbs di Miami Vice.
I figli ci hanno dato un’immagine serena dei suoi ultimi momenti, soprattutto pare che la sua ultima parola sia stata Grazie.
E ora un ultimo ricordo.