Non è facile. Già questo non è un buon inizio, però è quello che penso nel momento in cui mi accingo a scrivere le mie impressioni su Nine Perfect Strangers, la serie prodotta da Hulu, e visibile su Amazon Prime Video. Non è facile perché passa come la serie con Nicole Kidman, che c’è ed è protagonista del cast, ma non è la sola. E non è solo una questione di cast come per tutti i progetti ambiziosi. Per non parlare degli argomenti. Non è affatto facile perché si deve scindere, se possibile, un giudizio tecnico, uno estetico, uno personale derivante dalle proprie esperienze di vita. Ve l’avevo detto che non era facile! Mentre la guardavo, proprio perché come dice lo zen “un fiocco di neve non cade mai per caso”, mi è capitato un brano da “Vorrei Averlo Fatto” di Bronnie Ware, autrice e speaker motivazionale del mondo mindfulness proveniente dall Australia, dove il setting della serie, fra le più lette ed amate nel mondo: “È il desiderio di essere reciprocamente amati, accettati e capiti che alimenta il dolore in tutti noi. Quindi il solo modo per andare avanti consiste nel provare compassione: compassione e pazienza. Nonostante tutto, l’amore, sotto fragili mentite spoglie, vive ancora tra noi.”
Tranquillum House non è una SPA tranquilla e la Mindfulness non è una vacanza
Questo poteva essere una dei logline più importanti della serie. Non lo è. Questa dopo però si! “La ragione non è compatibile col dolore. Di certo non è compatibile col mio.” Lo dice Napoleon Marconi -interpretato da uno splendido Micheal Shannon protagonista del cult Boardwalk Empire – un acclamato insegnante di scuola, lì con la moglie e la figlia, dopo che il figlio alcuni anni prima si è suicidato impiccandosi. Chiunque arrivi alla Tranquillum House diretta da Masha Dmitrichenko, Nicole Kidman, che per il ruolo sembra all’inizio sempre più eterea ed estatica del solito – all’inizio però – non vuole soltanto un soggiorno di relax in una SPA di lusso. Anche se lo urla per convincersene. La premiata ditta David Kelley e Liane Moriarty ci riprovano dopo il successo di Big Little Lies, sempre con la Kidman, che piacque a moltissimi. Per chi non lo sapesse David Kelley è un signore creatore di tanti successi tv ma soprattutto del fenomeno Ally McBeal che ha ridefinito dagli anni ’90 la serialità dei rapporti uomo-donna sul lavoro, soprattutto nelle professioni degli studi legali che sono diventati un habitat di storie formidabile. Kelley e la Kidman poi si erano ritrovati insieme nel 2020 per The Undoing – Le verità non dette con Hugh Grant. E voi che pensavate ci fosse solo la Kidman!
Tranquillum House è in Australia, una spa dove la gente va per acquisire consapevolezza, mindfulness è un termine internazionale ormai, di dover riprendere in mano la propria vita. Masha li ha selezionati appositamente. La chimica dei sentimenti e delle esperienze funziona come per gli elementi.
Nine Perfect Strangers con molto in comune
C’è Francis (McCarthy) scrittrice di successo in crisi per un’umiliazione sanguinosa, in preda all’imbarazzo e improvvisamente orfana del calore dei suoi successi letterari. Lei appare da subito legata a Tony (un Cannavale in gran forma), ex giocatore di football, famoso per la sua bravura e per la sua danza della vittoria, ora dipendente dalla droga preferita dagli americani. Oltre a loro c’è una giovane coppia, composta dai bellissimi Ben (Gregg) e Jessica (Weaving) che arrivando in Lamborghini non dovrebbero avere problemi a parte la mania della ragazza per la pelle altrui ed il controllo continuo del suo profilo Instagram. Della famiglia Marconi abbiamo detto, composta dall’inguaribile ottimista Napoleon figura patriarcale severa, della moglie Heather (Keddie), che invece non nega la sua sofferenza al terribile trauma che ha segnato la loro vita, e da Zoey (Van Patten), adolescente coraggiosa e dallo sguardo vivace. Dulcis in fundo abbiamo Carmel (Hall), casalinga di mezza età dall’animo ferito con qualche problema a controllare la propria rabbia, persa nell’autocommiserazione e in cerca di amore, ma con un lato abbastanza inquietante, e l’enigmatico Lars (Evans), solitario e inquisitorio nei confronti della struttura e delle sue attività, sulle quali nutre più di un sospetto. Kelley mette la Kidman al centro del villaggio, facendola diventare il fulcro di processo circolare (immagine emblematica qui sopra) in cui ognuno degli ospiti finisce per diventare un tassello o, se preferite, un indizio, per scoprire qualcosa di lei. Un doppio ruolo quindi nella storia, mostrare sé stessi e, al tempo stesso, la loro promessa salvatrice. In un dieci giorni scanditi da episodi in cui la telecamera chiude sempre sulla bellezza “lontana” della Kidman, si avvia un percorso in cui ognuno dei personaggi viene accuratamente approfondito, scartato piano piano di tutti i suoi strati, per arrivare alla rivelazione del trauma ha reso la sua presenza lì da incidentale a inevitabile ed opportuna. La scrittura sorniona e puntuale della Kelley si adatta (e viene adattata) ancora una volta molto bene al mezzo televisivo. Ognuno, fra il serio ed il faceto, mostra il proprio dolore, c’è anche chi minaccia Masha e viene dal suo passato, perché anche la Kidman ha un passato pesante. Coinvolti anche i suoi due aiutanti. Coinvolti anche noi che siamo “perfetti sconosciuti” aggiunti all’intero gruppo. Quando leggerete, e se lo farete, le altre recensioni, vedrete come chi è lontano e ha repulsione verso la “mindfulness” bollerà tutto come banalità o sciocchezze che servono solo per guadagnare soldi. Per esperienza personale – proprio così – vi dico che spesso con i perfetti sconosciuti si scoprono lati sconosciuti di noi stessi (alcune esperienze sui social ne sono la prova). Alcuni espedienti sono un po’ troppo cliché, ma per me è una serie promossa a pieni voti. Lo dico da perfetto sconosciuto.
Nicole Kidman in serie
Big Little Lies è una serie che se non avete visto avete davvero fatto male e se lo avete fatto, come me, rivederla è un piacere. Celeste, Madeline e Jane sono tre amiche e madri alla prese con i problemi della vita quotidiana nella cittadina di Monterey, California. Le loro vite vengono scosse da un brutale omicidio avvenuto durante una festa di beneficenza. Oltre la Kidman abbiamo una Reese Witherspoon, che dimostra come sempre di non essere una bella biondina ma un’ottima interprete, e Shailene Woodley.
The Undoing è una storia “torbida”. La psicoterapeuta Grace Fraser vive a Manhattan con il marito Jonathan, oncologo, e il figlio Henry. Quando Jonathan viene accusato di un orribile omicidio, Grace scopre una fitta rete di bugie e vede sgretolarsi la sua intera esistenza. Nel cast la Kidman, Hugh Grant e l’italiana Matilde De Angelis.