Il titolo di questo post è lo stesso titolo di una celebre raccolta del maestro dello short stories Raymond Carver, uno dei più grandi scrittori dei nostri tempi. Mi è venuto in mente quando ieri ho sentito una notizia che veniva da Genova: una donna di 80 anni si è buttata dal balcone. Si è lanciata dalla finestra di casa dopo che la sera prima il marito di 86 anni era morto a cause delle complicazioni dovute al Covid 19. Non mi posso minimamente permettermi di giudicarla. Credo che nessuno possa, anche se purtroppo ci sarà chi vorrà disquisire sul valore della vita. A me interessa un’altra cosa.
Proprio domani saranno nove anni dalla prima volta che io ho incontrato Mita. Ci eravamo conosciuti attraverso i social network ed in poco tempo il tempo che passavamo online era aumentato. Sembra un caso che poi i social siano diventati una parte del nostro lavoro.
Credo che prima di incontrarla avessi visto delle foto sue, ma guardate che non è così importante, c’è sempre un tipo di conoscenza che è molto più profonda ed intensa di quella esteriore, anche se molto spesso ciò che che sei influenza come sei fuori. Sta di fatto che da allora siamo ancora insieme. Abbiamo anche affrontato la malattia. Solo per questo mi permetto di parlare di quella signora e di dire che la comprendo.
Il poeta Franco Arminio ha scritto:
“La prima volta non fu quando ci spogliammo
ma qualche giorno prima,
mentre parlavi sotto un albero.
Sentivo zone lontane del mio corpo
che tornavano a casa”
L’amore molto spesso è questo ritrovarsi nell’altro, come ci si è tanto cercati e solo nell’altro si riesce a trovare la chiave per decifrarsi. Entrambi avevano le nostre storie e i nostri vissuti alle spalle. Li abbiamo condivisi. Ci siamo scoperti e riscoperti. Perché e nell’altro e nel confronto con l’altro, non solo in amore, che ci conosciamo meglio. Diventiamo di più. Noi con l’altro siamo altro, neanche la somma delle parti ma qualcosa di diverso e di unico.
“Tu mi ricordi una poesia che non riesco a ricordare
una canzone che non è mai esistita
e un posto in cui non devo essere mai stato” ha scritto Efraim Medina Reyes.
Quando l’altro viene meno sentiamo che perdiamo questa parte di noi stessi. L’altro è un modo per essere diversi e per essere di più.
Virginia Woolf, da grande scrittrice qual è, ha scritto:
“Mi piace guardarti quando nessuno ti vede, mi piace la persona che sei solo con me“
Non è una questione di cuoricini, è una questione di vite insieme, di orizzonte. Per questo io mi sento vicinissimo a quella signora, forse anche per tutto quello che ho vissuto e che sto vivendo con la mia “socia di vita”. L’unica cosa che non dobbiamo fare in amore è giudicare.