#Blacklivesmatter e non solo e anche molto di più. Sembra che ora che le spoglie di George Floyd sono sepolte si debba salvare quelle di Vivian Leigh e di Via col Vento che la HBO, una delle grandi major dell’audiovisivo ha deciso di togliere dalla sua piattaforma di streaming online. Si è già gridati allo scandalo e alla cancellazione della memoria, alla pulizia morale, all'”igienismo storico” – avessi capito il senso di cosa s’intende poi. Ma è davvero così?
Via Col Vento vive!
#SaveVivianLeigh poteva essere una nuova maratona per salvare la splendida attrice interprete di Miss O’Hara in Via col Vento, che comunque non è stato bruciato in ogni sua copia e ricordo. HBO ha preferito pensare ad una sua ricontestualizzazione viste le proteste ed il movimento antirazziale che si è creato dopo l’omicidio di George Floyd.
Ricordiamo che Vivian Leigh ha legato il suo nome ad altri grandi film, primo fra tutti Un tram che si chiama Desiderio, tratto dall’immortale piece teatrale di Tennessee Williams. Una grande attrice che ha affrontato anche un difficile disturbo psicologico di bipolarità, alternando momenti di euforia a momenti di depressione ed esplosioni di rabbia. Pensate al periodo storico ed alcuni tabloid ne parlavano come di una “ninfomane dedita al peccato”.
Nella foto sopra la potete vedere insieme ad Hattie McDaniel in un momento di scena e poi con in mano l’oscar. Infatti entrambe le protagoniste del film vinsero il premio per la loro interpretazione. Hattie McDaniel, cantante ed attrice incredibile, fu la prima attrice afroamericana ad aggiudicarsi la statuetta. Ben 8 ne vinse il film di Victor Fleming che rimane uno dei film più famosi di ogni tempo e con una gestazione che neanche un parto plurigemellare potrebbe essere paragonato! Vivian Leigh ottenne la parte fra le oltre 1400 attrici che presero parte al casting! Il nome di questo film è legato a personaggi che sono la storia e la leggenda del cinema stesso. Sicuramente il romanzo della Mitchell, da cui il film è tratto ed ispirato ha dei toni razzisti e paternalisti nei confronti dei neri – basterebbe vedere il primo doppiaggio italiano, corretto nella versione del 1977, per capire come erano considerati gli afroamericani! Ricordiamo che il film fu campione d’incassi in senso assoluto per i 25 anni successivi dalla sua uscita, il 1939, e considerando la rivalutazione monetaria è ancora il film che più ha incassato in tutti i tempi.
Noi ed Il Trionfo di Leni
Nel 1935 la regista Leni Riefenstahl realizzò un film documentario sul raduno del partito nazista tedesco a Norimberga nel 1934. Il film è noto con il titolo Il trionfo della volontà. Non è un film di denuncia, fu commissionato dal potente ministro della propaganda Goebbels. Leni era già una regista affermata e non avrebbe voluto dirigere quel film, non per questioni morali, ma per un suo percorso artistico personale.
Il tema principale del film è il ritorno della Germania al ruolo di grande potenza, con Hitler indiscusso leader tedesco portato in gloria dalla nazione. L’opera fu subito additata come uno dei migliori esempi di propaganda nella storia del cinema. Le tecniche usate dalla Riefenstahl – come le macchine da presa mobili, l’utilizzo della fotografia aerea e di teleobiettivi per provocare distorsioni della prospettiva, e l’innovativo uso della musica e della fotografia – valsero al film il riconoscimento di opera fra le più importanti dell’arte cinematografica.
La Riefenstahl vinse diversi premi, non solo in Germania ma anche negli Stati Uniti, in Francia, in Svezia e altri paesi. Il film raggiunse una notevole popolarità nel Terzo Reich e anche altrove, e continuò a influenzare il cinema, i documentari, e le produzioni pubblicitarie, al punto di sollevare domande sulla linea di divisione fra arte e moralità.
Il film ha avuto negli anni ’90 una distribuzione in VHS ed è oggettivamente innovativo e straordinario, ma evidente che dopo la seconda guerra mondiale la sua diffusione fosse limitata agli addetti ai lavori e a chi non aveva un diretto coinvolgimento emotivo con le vicende della seconda guerra mondiale. Dire che è un grande film, come dirlo di Via Col Vento non è abbracciare l’ideologia nazista o razzista. Come dirlo di un altro capolavoro della cinematografia come Nascita di una Nazione di Griffith del 1915! Altro che Via col Vento!
Saddam, Nazisti e Fascisti: La protesta non si insegna
Mercoledì 10 giugno alcuni attivisti del movimento “Black Lives Matter” hanno abbattuto una statua dell’esploratore italiano Cristoforo Colombo a Richmond, capitale della Virginia, negli Stati Uniti. La statua, che si trovava all’interno di Byrd Park, era stata prima vandalizzata, ricoperta di vernice e incendiata, e successivamente tirata giù e gettata in un lago nei pressi del parco. Sul piedistallo su cui poggiava la statua è stato messo un cartello con scritto “Colombo rappresenta il genocidio”.
Sono scattate ampie proteste. Perchè non sono state fatte quando in Iraq sono state abbattute le statue di Saddam Hussein? Oppure quando la maggior parte dei vessilli nazisti sono stati divelti dopo la seconda guerra mondiale? Alcuni articoli d’oltreoceano e segnalazioni di amici americani mi chiedono come mai noi abbiamo ancora simboli fascisti sui nostri monumenti.
C’è questa vulgata comune che “La storia la scrivano i vincitori”, motto sul quale io non concordo, perché il mestiere dello storico è difficilissimo e la storia è viva e pulsante, altro che materia morta ed inerte! La storia non è lo sterile resoconto in fila degli eventi. C’è una straordinaria citazione di Margaret Atwood, autrice de Il Racconto dell’Ancella, che dice C’è la storia, poi c’è la vera storia, poi c’è la storia di come è stata raccontata la storia. Poi c’è quello che lasci fuori dalla storia. Anche questo fa parte della storia. La narrazione della Storia è già la Storia e non possiamo farci nulla perché noi ne siamo parte, siamo all’interno di questo flusso.
Proprio per questo dobbiamo capire, dobbiamo ricordare che la protesta non si insegna! Non ho condiviso il modo in cui Saviano e altri hanno criticato le azioni di una parte degli under 15 in USA. Noi non possiamo insegnare agli afroamericani, ed anche agli afroitaliani, la sensibilità e le modalità con cui combattere il pregiudizio che c’è contro di loro. Se una major come HBO ha pensato di fare un’operazione del genere verso Via col Vento va preso come un segnale che sta cambiando l’atteggiamento culturale verso il problema ed è un segnale da sottovalutare.
Pensiamo piuttosto alle tante piazze intitolate ad Almirante in Italia o alla statua di Montanelli a Milano. Quando si dice che Indro Montanelli fu un esempio di grande giornalismo equilibrato non si dice il falso, ma allora ricordiamo che fu un ufficiale fascista durante l’occupazione coloniale in Eritrea e fece di una bambina la sua concubina. Oppure questo ci spaventa? Ci spaventa aprire il ripostiglio della nostra storia, delle nostre storie, del lato nero che ci portiamo dietro? La storia alla fine presenta sempre il conto o comunque prima o poi bisogna farci i conti.
Prima di chiudere
L’informazione, la storia ed il dibattito non si fanno a colpi di hashtag. Per deontologia, valori etici e pratici è giusto che tutti gli operatori dell’informazione e della comunicazione capiscano che continuare la corsa degli hashtag potrà portare solo ad un impoverimento del dibattito e tutto diventa non solo veloce, ma fatto di titoli che non riescono neanche a durare il tempo di leggerli. Serve non solo educazione alla storia, ma sempre di più educazione ai social
Buongiorno e Scusate il disturbo