comedc Che la sitcom sia cambiata è un dato di fatto, visto il successo pluriennale di The Big Bang Theory, che alla fine arriverà a dieci stagioni, ma dietro si sta portando una nuova guerra, quella fra i nuovi gruppi produttivi e tecnologici. Alpha House è un nuovo titolo prodotto da Amazon, proprio quelli di Bezos, quelli che portano i pacchi a casa – e non solo. Silicon Valley invece è una produzione HBO, quelli de Il Trono di Spade, Boardwalk Empire, insomma i titoli più forti. C’è una guerra, quello di creare il polo più forte che mescoli intrattenimento, produzione e distribuzione. Vi pare poco?Senza House of Cards Alpha House non ci sarebbe stata. Forse è così. Sta di fatto che è stata realizzata da Garry Trudeau, Non vi dice niente questo nome? Se vi dico Doonesbury? Propio la stiscia di fumetti sui clerks più famosa d’America, quella che gli valse il Pulitzer nel 1975 e un Premio Speciali della Giuria a Cannes nel 1978. Ha scritto anche il romanzo Primary Colors, da cui è stato tratto il film con John Travolta.
Alpha House racconta la vita di quattro politici USA, deputati e senatori, repubblicani e democratici, che dividono una casa a Washington DC. Anch’io mi sono chiesto come fosse possibile che dei politici non avessero sufficienti fondi per un alloggio personale, ma pare sia così. Comunque la vera star è John Goodman – ammetto che io l’ho vista appena ho inquadrato il suo faccione sulla locandina – senatore del North Carolina. C’è anche un brevissimo ma splendido cameo di Bill Murray e solo questo basterebbe per vedere il primo episodio. Il pilota promette bene, tanto bene che ne è stata fatta una serie, già rinnovata per una seconda stagione.
HBO invece entra nella terra del sogno tecnologico e delle startup – anche se la realtà è molto più complessa. Silicon Valley racconta la vita di un gruppo di nerd, ma non quelli di una volta, che avevano ancora un certo fascino e romanticismo, a proposito consiglio il libro di Nugent, Storia naturale dei Nerd, ma della generazione che vuole fare i soldi e i gadget personalizzati, quella dei Ted Talks e degli status symbol simili. Non è affatto male, anche se bisognerà valutare negli episodi a venire. L’ispirazione è Mike Judge, ovvero il creatore di Beavis&ButtHead. Vedremo.
Due cartoonist che entrano nel mondo delle serie, una serie di incroci che lasciano aperte le porte a scenari tutti da scrivere. Siamo ad un rinnovamento? Non so, ma almeno hanno abolito le risate finte!