THE NEW LOOK: SU APPLE TV+ IL BEL BIOPIC SU DIOR (vs CHANEL)

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Il debutto de “The New Look” su Apple TV+ ha superato le aspettative, eppure nessuno avrebbe potuto prevedere che la serie, creata da Todd A. Kessler, avrebbe raggiunto livelli così elevati di complessità, innovazione, raffinatezza ed eleganza. Ben Mendelsohn e Juliette Binoche, straordinari nelle loro interpretazioni di Christian Dior e Coco Chanel, ci conducono attraverso una narrazione umana, inedita ed intima, che inizia con l’occupazione nazista e culmina con l’avvento del rivoluzionario New Look, consacrando Dior come un’icona della moda. Al centro della trama non si trova solo la loro rivalità, ma la profonda storia umana che li ha visti confrontarsi con compromessi e difficoltà straordinarie.

The New Look si proietta già come una delle migliori serie del 2024, in un inizio anno che davvero sta mostrando ottimi prodotti. Il biopic intrecciato dedicato a Christian Dior e Coco Chanel, la loro intensa rivalità e il loro sforzo nel rinascere dopo i drammatici anni della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazista, rappresenta uno dei migliori racconti che la televisione abbia offerto da tempo a questa parte. Ben Mendelsohn e Juliette Binoche danno vita agli iconici stilisti. Mentre The New Look inizia nel periodo immediatamente successivo alla guerra, con Dior che sta per lanciare il rivoluzionario New Look destinato a segnare la storia della moda e la concezione stessa della donna, mentre Chanel cerca una risalita considerata da molti impossibile. Tuttavia, prima di arrivare a questo punto, la serie ci riporta indietro nel tempo, immergendoci nella Parigi occupata dai nazisti.

Christian Dior è fratello di Christine (Maise Williams), membra della Resistenza che cerca di opporsi ai tedeschi, ed è ancora semplicemente un assistente di Lucien Lelong (John Malkovich), come Pierre Balmain (Thomas Poitevin) ed altri. Attorno a lui tanti altri futuri assi della moda francese, tra cui Cristobàl Balenciaga (Nuno Lopes), che come lui sono distanti però dall’indipendenza, dal successo, costretti per non chiudere a lavorare per i nazisti. Coco Chanel è invece costretta, per salvare chi le è caro e per sopravvivere, a stringere legami sempre più stretti con quei nazisti, dentro i quali troverà una relazione importante con Hans Günther von Dincklage (Claes Bang), ma di cui diventerà anche pedina politica, in quella Parigi che aspetta trepidante la liberazione. Basta un sospetto, un’amicizia sbagliata, per finire nelle camere della tortura della Gestapo.

The New Look si distingue non solo per le eccezionali interpretazioni, ma anche per una scrittura meticolosa che si prende cura dell’evoluzione dei personaggi, in sintonia con l’obiettivo di decostruire due assoluti miti della moda. La serie non solo ci parla di moda, ma utilizza questo medium per approfondire le personalità e le anime di Christian Dior e Coco Chanel. Al centro della trama c’è l’intenzione di demistificare non solo la loro rivalità, che va oltre le divergenti idee di eleganza, ma affonda nelle diverse esperienze vissute durante l’occupazione, plasmando la loro stessa natura. Il racconto è privo di tempi morti, evita la retorica, e si presenta come un’elegante narrazione senza cadere nell’eccessivo glamour, creando un intrigante paradosso.

Un formidabile Ben Mendelsohn si presenta come un Christian Dior dall’aspetto timido, sperduto e incerto sulle decisioni da prendere, caratteristiche che persistono anche durante gli anni del trionfo, quando supera una Coco Chanel, che ha il volto di  Juliette Binoche a cui dona la sua immensa classe per ritrarla detestabile per molti aspetti. Il personaggio di Coco si presenta come viziato, egoista, ma sorprendentemente emotivo, specialmente quando si trova indifeso nella Parigi che ama e, allo stesso tempo, detesta. La serie esplora la moda come sacrificio, visione personale e conflitto tra i vari protagonisti, trasformandosi quasi in un documentario sulla nascita della haute couture moderna. Si approfondisce il legame con i capitani d’industria come Boussac, la trasformazione da un’arte artigianale a un’industria e la connessione al concetto di evento trasversale, allontanandosi dall’idea di eccellenza riservata a pochi nobili o borghesi.

Regia incredibilmente sobria anche nei momenti più intimi, una fotografia che esalta i toni freddi di un racconto che evita volontariamente le tinte esagerate o barocche, almeno fino alle sfilate, che si esaltano in un tripudio di colori e gioco di ombre di incredibile fattura. L’insieme sa alternare un immersione nel privato come concepire scene corali di grande impatto, con un cast di supporto di assoluto, che contribuisce ancor di più all’impressione di avere di fronte un racconto universale sulla Francia, sulla vita che cambiava drammaticamente per i protagonisti, che fanno fatica a trovare il loro posto, a combattere sensi di colpa. Permane in The New Look il tema dell’ambiguità morale che assedia sia Dior che Chanel, come sarebbe stato per ognuno dei sopravvissuti. Entrambi sono due paria, due diversi dalla “norma”: il primo in quanto omosessuale, apolitico, stilista dotato di una sensibilità e una complessità che sottovaluta, a cui si contrappone una Chanel che è donna auto-mitopoietica se passiamo il termine, incauta nei legami sentimentali come nelle amicizie, che si rende conto forse troppo tardi di cosa si nascondeva dietro le eleganti divise di Hugo Boss dei nazisti. Una serie che segna sicuramente una svolta nel concetto di biopic moderno, genere così tanto abusato, qui però finalmente tornato a darci qualcosa di vero e sorprendente.