Ho scelto questa come immagine, tratta dal film La Grande Abbuffata di Marco Ferreri del 1973. Non so quanti di voi l’abbiano visto, non credo molti, visto che in tv passa pochissimo, magari in qualche cineclub – ma chi li frequenta più. Eppure è di un grande regista e pieno di attori straordinari, nonostante la critica allora lo bocciò e fu tagliato dalla censura per le scene di sesso. La storia di 4 uomini che si chiudono in casa e decidono di mangiare fino a morire. Ho scelto questa immagine stimolato dal bel post del compare Giovanni Scrofani – a cui concedo anche il bold – per parlare di alcune cose viste dopo l’inizio dell’Expo milanese. Ah l’Expo!
Ho letto delle lamentele sul costo del cibo nei punti di ristoro dei padiglioni. Addirittura di un panino fatto con il bollito tipico del piemonte e formaggio DOP venduto a 6 euro: Minchia 6 euro!!! Si vede che certe persone frequentano poco gli autogrill in autostrada, i chioschi delle fiere, o troppo gli spot cinquestelle sul ritorno alla lira col famoso aperitivo. Il pezzo forte è stata una pietanza giapponese pagata 110 euro. Ora persone che frequentano il Giappone, e non solo i ristoranti di sushi in Italia, mi hanno raccontato e confermato che è davvero un cibo molto costoso e che nel paese del Sol Levante costa anche di più. Non so quanto costi il sushi di pesci volanti, però qui si tratta di Fugu, il famoso pescepalla, quello con la tossina, molto complesso da cucinare, che spesso viene usato come scommessa clandestina come fosse la roulette russa. Potrei anche dire che quindi a Expo ci siete andati e potrei anche dire che potete sempre portarvi un panino da casa, o passare dal Mac, visto che è presente. Certo potrei anche analizzare quali sono i costi di gestione di un posto del genere – affitto, servizi, manodopera non volontaria, ecc. – all’interno della Grande Esposizione Universale, ma passo oltre, perché certe cose o le capisce subito o lasci perdere. Ci si lamenta del caffè macchiato a 2 euro, quando in tutto il nord Italia il prezzo del caffè è sull’euro e mezzo. Ma è davvero questo il problema che viene da Expo?
Facciamo un passo indietro. No, non voglio parlare di Fedez e del fatto che pare abbia citato Majakovskij, non ci vedo niente di rilevante, francamente non capisco perché se uno fa hip-hop, ha i tatuaggi e fa il giudice a X-Factor non possa conoscere e citare il grande poeta russo. Non voglio neanche parlare dei Black Bloc, lo fanno già in tanti. Piuttosto ho trovato in rete il video della Milano civile e democratica riunita per la manifestazione, convocata dal sindaco Pisapia “Nessuno tocchi Milano”, o “Milano non si tocca” – davvero non si è capito qual era il nome esatto. I cittadini si riuniscono per limitare e riparare i danni fatti dai due cortei, quello antagonista del 30 Aprile, e quello iper-antagonista del May Day. Manifestazione dove il dissenso era ben accetto e pacato come testimonia questo video, dove una ragazza ha provato a dire che secondo lei l’Expo era solo un giro di soldi sporchi che sono andati alla mafia. Date un occhiata al video.
Dove sta la ragione? Dalla parte dei milanesi incazzati che puliscono? Dei Black Bloc che spaccano tutto? Dei ragazzi che protestano? Del sindaco di sinistra che sembra rifarsi alla marcia dei quarantamila negli anni gloriosi delle lotte antisindacali? Ma di tutti! E di nessuno. Mi sembra di essere nella grande abbuffata del buffo, dove addirittura c’è chi incolpa Renzi per l’Expo, premier dal febbraio del 2014, mentre l’assegnazione è del 2008. Oggi attaccare Renzi è la nuova moda delle minoranze, quindi ovunque leggi l’ITALICUM E’ LA DITTATURA! Poco si parla della riforma della scuola e lo si fa in maniera sbagliata, mettendo l’accento solo sui precari non assunti e non sui veri punti dolenti della riforma, in fondo si tratta solo del futuro del paese. Oppure si ha paura del collegamento con le aziende, azienda in un paese come il nostro è ancora un termine che fa paura, non si sa perché, ma pare che sia peggio di un libro di Stephen King, si vede un Ceo per loro ha l’aspetto di Pennywise in IT. Non si sente nessuno, sui media, chiedere il perché e il come avverrà questo collegamento. Allora che si fa? Quello che dice Osho, si fa bordello, perché più ne fai, più aumenta il disturbo e l’incompresione. Certo poi butti qualche citazione, come dice Scrofani e ti godi gli applausi. Da parecchi giorni vado ripetendo perché non si è fatta una contro-expo che mostrasse davvero le motivazioni del movimento, una marcia non basta più, se mai è bastata. Oggi, visto lo sciopero, si è parlato della scuola, ma chiedetevi come. Alla fine se davvero si vogliono smontare i complotti, come l’ultimo che vuole che il parto di Kate Middleton sia tutta una recita, basta chiedersi due cose: Perchè e Come. Ma è faticoso.
Continuiamo l’abbuffata del buffo.
P.S. Aggiungo un meme passatomi proprio da Giovanni Scrofani che inserisce un interessante punto di vista.
Chiaro, no?