Abbiate la pazienza di cliccare sul tasto play per far partire la musica, proprio quel tasto vicino al box giallo con scritto UTOPIA.
Se tutto è stato eseguito correttamente state ascoltando un assaggio del tema principale di UTOPIA, serie tv di Channel 4, uno dei migliori prodotti tv del 2013, forse anche qualcosa di più. E’ utile? SI, perché vi aiuta ad entrare nel mood di una serie molto diversa dal solito panorama a cui si è abituati. 6 episodi, una seconda stagione già commissionata, che ruotano intorno ad un gruppo di seguaci di un fumetto, semi-clandestino, che si chiama The Utopia Experiments, una sorta di allegoria su cosa sta preparando il comparto di Big Pharma per la salute(?) degli esseri umani. Fortemente complottista, ma con toni e modalità totalmente diversi.
Se siete appassionati di serie stile Misfits o Black Mirror non potete perdervi Utopia, anzi forse siete già con un piede avanti. Non siete convinti? Allora guardatevi la scena di apertura della serie.
Siamo molto lontani dagli standard cospiratori made in Usa, sembra di essere su un pianeta sconosciuto se siete abituati a prodotti, ottimi, come Homeland, se poi il vostro riferimento sono I Cesaroni o RIS, lasciate perdere. Solo questi pochi minuti sono ricchissimi esteticamente o iconograficamente, soprattutto per la predominanza di certi colori e delle forme morbide, anche degli stessi attori.
Il primo episodio è un po’ uno scoglio difficile, anche se col passare dei minuti si scivola lentamente nella storia, si rimane con la domanda “Where is Jessica Hide” e soprattutto su cosa sia questa influenza russa.
Uno dei claim della serie è sicuramente Adjust or die, adattati o muori, perché tutti i personaggi sono soggetti a cambiamenti repentini, a fazioni che si fanno e si disfanno, a complotti, veri o presunti.
Gli ascolti sono andati benissimo tanto che David Fincher, proprio quello di Fight Club, anche lui impegnato nella produzione di House of Cards con Kevin Spacey, altra serie incredibile del 2013, è interessato ad un remake per il pubblico americano. Dennis Kelly, creatore della serie, che aveva lavorato già per Spooks, possiede davvero il dono di confondere e affascinare coi continui colpi di scena che mette in piazza. Non è così facile creare una trama come quella di Utopia in soli sei episodi. L’universo fumettistico invade letteralmente il mondo di Utopia, con i suoi paesaggi dai colori saturati al massimo. Sembra quasi di vedere un catalogo di Instagram, soprattutto per l’uso di certi filtri. Utopia trascina il mondo reale, fino a smarrirne i confini. Molte sono le questioni lasciate in sospeso con la prima stagione ed era impossibile non ne producessero una seconda. Si resta smarriti all’inizio, ma dopo si entra nel gioco su cosa sia davvero Utopia e se sia più o meno reale.