Stoccolma Brucia, è il titolo che campeggia sui giornali europei da un paio di giorni. Sono scoppiati disordini in alcuni quartieri della capitale svedese da un paio di giorni. Da Husby a Fittja, da Rinkeby fino alla zona sud di Skogas. Tutto parte in una zona dove gli stranieri sono circa l'80% della popolazione e poi si diffonde a macchia d'olio in tutta la capitale. Molti danno alla colpa alle politiche d'austerity del governo, intanto i gruppo di estrema destra cercano di far convergere la rabbia sulla forte presenza di stranieri, che si registra dall'inizio degli anni '80, quando molti iraniani lasciarono il loro paese per la Svezia in seguito alla caduta dello Shah e la rivoluzione islamica.
Alcuni anni fa, quando scoppiarono i primi disordini in Europa, paesi come la Svezia sembravano impenetrabili a situazioni del genere. Certo, non era ancora scoppiata la crisi economica, però c'era già un malcontento strisciante, esisteva dalla fine degli anni '90. Si diceva che fosse il frutto del movimento No Global e culmino coi tristi giorni del G8 di Genova. Sta di fatto che ora la situazione si espande sempre di più e le politiche socialdemocratiche di sostegno alla popolazione non vengono più messe in atto.
Succede però un'altra cosa: il mito esterofilo dell'Italia è morto, ma ancora molti non se ne rendono conto. E' in atto una nuova migrazione italiana all'estero, ma la situazione si fa difficile in molti paesi. La Svezia, nonostante uno dei più alti tassi di alcolismo e suicidio al mondo, era considerata una sorta di paradiso. Ora scopriamo l'intolleranza, i disordini e anche molte lamentele sull'incapacità politica della sua classe dirigente. Non solo, visto che alcuni ragazzi hanno dichiarato di essere stati pagati da giornalisti locali per una foto mentre bruciano una macchina, quindi per un'informazione non proprio genuina, passatemi il termine. Un ritratto non lontano da quello del nostro paese. Ovunque quello a cui assistiamo è la crisi del welfare di stampo socialdemocratico, ci sono segnali che vengono anche dalla Germania, ma se ne parla poco.