Operazione Speciale: Lioness, quando l’action parla femminile. O no?

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Come si parla delle donne, ma anche alle donne, soprattutto cercando territori che siano un po’ nuovi ed inconsueti? L’ha capito bene Taylor Sheridan, il creatore di quel blockbuster che è Yellowstone con Kevin Costner, anche se pare, secondo il gossip hollywoodiano, che “balla coi lupi” lascerà la serie dopo cinque stagioni, ma un accordo in extremis è sempre possibile, anche se il mondo del cinema e della tv è scosso dal terremoto degli scioperi dei sindacati degli scrittori e degli attori. Comunque noi oggi parliamo di Operazione Speciale: Lioness, titolo che si sta facendo davvero ben notare nel genere action. Qui siamo di fronte ad una serie  ben scritta, ottimamente diretta e interpretata, carica di classica visione della società e della violenza che Sheridan rappresenta da sempre. Paramount+ si conferma come Apple Tv+ la piattaforma al momento più importante, perlomeno per chi ama la qualità, per chi cerca dei prodotti che non siano mera estetica plasticata ma capaci di offrire qualcosa di diverso.

Zoe Saldana as Joe in Special Ops: Lioness Season 1 streaming on Paramount+, 2023. Photo Credit: Lynsey Addario/Paramount+

Operazione Speciale: Lioness ha come protagonista Joe (Zoe Saldana), in forza alla CIA nel complicato teatro mediorientale dove conduce missioni di infiltrazione ad alto rischio tra i terroristi. Del suo Team altamente specializzato fanno parte Two Cups (James Jordan), Tucker (LaMonica Garrett), Bobby (Jill Wagner), Randy (Austin Hébert) e Tex (Jonah Wharton) e ora devono cercare in tutti i modi di infiltrare come agente sotto copertura una giovane e tormentata Marine. L’obiettivo è quello di arrivare ad alcuni finanziatori del terrorismo internazionale, facenti parte delle ricche discendenze saudite. Joe però dovrà spesso decidere se travalicare il limite impostogli dai suoi superiori Byron Westfield (Michael Kelly) e Kaitlyn Meade (Nicole Kidman), oppure fare di testa propria. Il tutto mentre è alle prese con una profonda crisi familiare, visto che il marito Neal (Dave Annable) è un chirurgo alle prese con decisioni difficili e non riesce da solo a compensare la sua assenza quando si tratta di gestire la figlia adolescente Kate (Hannah Love Lanier). Tra sospetti, tradimenti, attentati e un complicato quadro internazionale, con il rapporto tra Joe e Cruz che è sempre costretto ad essere rimaneggiato e ridefinito, sarà solo l’inizio di una gara a scacchi dove verità e bugie sono sovente indistinguibili e dove la vita privata e professionale non sempre sono separate.

Operazione speciale: Lioness prende le mosse da una storia vera, il progetto militare realmente messo in atto dall’intelligence USA in Medio Oriente, a partire dall’11 settembre 2001. Il nome in codice è Lioness, unità speciale femminile d’élite reclutata nei ranghi dei Marines. Sheridan, ispirato da ciò, narra la missione di queste infiltrate che, sotto copertura, devono familiarizzare con le mogli o le figlie dei più pericolosi leader del terrorismo islamico, localizzare il nascondiglio del bersaglio e eliminarlo. Le due donne protagoniste sono, come detto,  Joe, esperta marine responsabile delle Lioness, e Cruz Manuelos, una giovane donna con un passato difficile. Joe deve trovare una nuova candidata per entrare nel gruppo e chi meglio di Cruz che ha sfondato la porta di un ufficio di reclutamento mentre scappava dal suo ragazzo violento. Cruz è forte, coraggiosa, non si vuole far mettere i piedi in testa, durante le esercitazioni e i test fisici fa tempi ottimi, vuole essere trattata come un uomo. Con il volto pieno di ematomi e di segni, con un bagaglio di violenza subita, a cui ormai è abituata, Cruz è pronta alla battaglia, non retrocede, mai, non abbassa la testa. Quando la donna viene scelta da Joe, lei è pronta, le viene data una nuova identità, deve diventare amica della figlia del bersaglio, Aaliyah.

Zoe Saldana, libera finalmente dai Guardiani della Galassia, ci ricorda  che è  un’attrice vera e  fa della sua Joe un mix di vulnerabilità e forza come se ne sono viste poche tratteggiate così bene sul piccolo schermo. La Cruz di De Oliveira è sostanzialmente un suo alter ego, sono due facce della stessa medaglia, costrette a fare i conti con un mondo dove i segreti sono la cosa più importante, dove non esiste il concetto di fiducia se non limitato a certi precisi ambiti. Operazione Speciale: Lioness ha anche il grande pregio di parlarci del terrorismo in modo diverso e attuale, ci guida dentro questa sorta di dinastie pseudo occidentalizzata con giovani rampolli e  che conducono una vita licenziosa, ipocrita, dove però la libertà in realtà è semplicemente una gabbia dorata.

Lo show è chiaramente e sfacciatamente di propaganda militare, e tale retorica può essere fastidiosa per chi questo linguaggio, con un altrettanto chiaro approccio ideologico, non lo conosce o non vuole conoscerlo. Sheridan porta in scena un universo narrativo specifico, una società e un’ideologia caratteristiche con valori di un certo tipo: per la causa si compie qualsiasi cosa, per preparare le sue infiltrate Joe fa di tutto. La violenza di ogni tipo, la spietatezza fanno parte della grammatica militare – non per questo però deve essere digerita dallo spettatore – e Joe la conosce perfettamente, Sheridan mostra donne che portano al pubblico i valori di resistenza, coraggio, rabbia violenta come per dimostrare la loro indipendenza e emancipazione ma poi hanno nomi unisex se non maschili, Joe, Cruz e molte altre figure femminili hanno questa strana caratteristica. Non c’è spazio per le sfumature, tutto giustifica persino le operazioni più spietate per salvare gli Stati Uniti.

Taylor Sheridan: non solo Yellowstone

Il grande pubblico ha scoperto Taylor Sheridan con una serie come Yellowstone, molto amata, ma c’è chi lo seguiva da tempo, da quando avevano messo la firma su Hell or High Water, I Segreti di Wind River. Già da molti anni è uno il miglior narratore della sua generazione americana, di certo il migliore che ci sia al momento per chi ama il western e il dramma urbano. Operazione Speciale: Lioness gli permette di fare qualcosa che sa fare sostanzialmente meglio di qualsiasi altro: tratteggiare i personaggi dentro un ecosistema. Fatto ancora più interessante, Sheridan qui si concentra, come ha già fatto in modo strepitoso in passato, su quelli femminili, li rende protagonisti di un iter narrativo assolutamente plausibile, incentrato sul concetto di resilienza, di capacità di tenere duro di fronte a scelte difficili, momenti drammatici.