“Il tempo si muove in una direzione, i ricordi in un’altra.” Questa può sembrare una frase detta da qualche poeta del romanticismo europeo o magari un responso ottenuto interrogando l’oracolo cinese de I Ching – Il Libro dei Mutamenti. Niente di tutto questo. L’autore è William Gibson, il profeta dei cyberpunk, lo scrittore del Neuromante e di tutto il ciclo dello Sprawl. Vi sembra strano? Eppure la fantascienza, soprattutto quella degli ultimi quarant’anni, ha avuto fra i suoi campi di indagine e narrazione il tempo e l’aldilà. UPLOAD è una nuova serie sbarcata da poco su Amazon Prime e sembra essere orientata in questo senso, mescolando ai temi sci-fi, una forte componente comedy e di commedia romantica, avendo compreso la lezione che un giusto equilibrio di generi è la miglior ricetta per realizzare un prodotto con probabilità di successo.
UNA COSCIENZA “LIQUIDA”
Il tema riguarda anche quello che il grande sociologo ebreo-polacco chiamò indagando la post-modernità “vita liquida”, termine con cui nei suoi libri sostenne come l’incertezza attanagli la società contemporanea derivante dalle profonde trasformazioni psico-sociali ancora in atto. Il lockdown ha posto ancora più alla ribalta questo situazione di una vita che non è più legata alla fisicità corporea visto il sempre maggior numero di ore trascorso sui social network non solo da parte dei millennials o dalle generazioni comunque più legate all’uso delle tecnologie digitali, ma di tutti quanti. Abbiamo visto tutti i tutorial e le gare di signore anziane nell’impastare pane e pizze.
E voi cosa fareste se aveste la possibilità di trasferire la vostra essenza in un mondo virtuale dove continuare a esistere dopo la morte fisica? È la domanda che si pone lo showrunner Greg Daniels che riprende argomenti già esplorati in alcuni episodi della serie cult Black Mirror o in Her di Spike Jone, uno dei registi più interessanti di Hollywood. Il tutto è realizzato con un buon ritmo e intelligenza, rispettando determinate convenzioni – ogni episodio ha una propria identità facilmente riconoscibile, e solo il pilot ha una durata notevolmente superiore ai 30 minuti – ma adattandosi anche al format dello streaming, con una struttura che tiene conto del binge-watching e abbraccia la natura seriale del progetto in un modo che le precedenti produzioni catodiche di Daniels dovevano evitare per esigenze da network. D’altronde parliamo di qualcuno che viene da esperienze seriali di successo come The Office, Parks and Recreation e la serie animata King of the Hill.
C’È SOCIAL DOPO LA MORTE?
La domanda al centro di Upload sembra andare oltre le credenze e le convinzioni religiose più diverse, dove l’Upload, infatti, non è un paradiso cristiano o Walhalla vichingo o come viene chiamato dalle varie religioni, ma un prolungamento della vita terrena senza corpo, in attesa di un’invenzione a cui molti scienziati sembrano lavorare: riuscire a fare il download della propria coscienza salvata in un nuovo corpo. Praticamente vivere in eterno.
Al centro della storia ci sono Nathan (Robbie Amell) e Nora (Andy Allo): lui è prossimo alla morte in seguito a un incidente d’auto, lei lavora per l’azienda che fornisce l’upload, la possibilità di continuare a esistere in una realtà virtuale dopo il decesso fisico, in diversi ambienti a scelta. Grazie alla fidanzata, la bionda Ingrid, molte somigliante alla concorrente di un reality o ad una corteggiatrice di Uomini e Donne della De Filippi, che finanzia la sua trasferta nell’opzione più lussuosa di questo Paradiso, Nathan può continuare a “vivere” con tutti i comfort possibili, e ad aiutarlo a fare i conti con lo spaesamento iniziale c’è Nora, che fa parte dello staff di “angeli” incaricati di dare una mano ai defunti.
Tra i due si crea una complicità che si fa sempre più complicata, mescolando reale e virtuale in modi potenzialmente pericolosi per entrambi, dato che lui dipende dalla benevolenza della fidanzata, con cui i rapporti si fanno progressivamente sempre più freddi, e lei rischia il licenziamento poiché è vietato avere relazioni con i clienti incorporei. A questo si aggiunge un mistero legato alla morte di Nathan: e se non fosse stato un incidente? Perché gli Upload sono costosi, proprio come la sanità negli Stati Uniti, e Nathan ed il suo socio stavano lavorando a Beyond un nuovo tipo di Upload che fosse per tutti. Dei veri rivoluzionari!
L’EQUILIBRIO È IL PUNTO DI FORZA
L’equilibrio è il punto di forza della serie che è in trattativa per il rinnovo. All’inizio sembra essere incerta ma poi si entra nel mood generale della trama, dei tanti personaggi e delle loro vicende. Risulta facile dunque appassionarsi alla storia dei protagonisti, ridere dei paradossi e delle follie rappresentate, riflettere sulle leggi spietate del sistema economico che è arrivato a dominare perfino l’aldilà. Daniels ha rivelato che l’idea è qualcosa che gli ronza in testa almeno da una trentina d’anni, quando era nella squadra degli autori di Saturday Night Live, trasmissione cult negli USA. Non è solo il tabù della morte quello che viene affrontato da Upload ma quello della relazione fra le persone. Nathan continua in teoria ad essere fidanzato con Ingrid e sembra nascere una storia d’amore fra lui ed il suo “angelo”. La contemporaneità e la pandemia che ha investito il mondo ci sta obbligando a riflettere su tutti gli angoli della nostra esistenza, socialità in primis. Oggi stiamo vivendo una grande opportunità antropologica, anche se causata da un avvenimento tragico, ma che funziona da acceleratore che deve farci riflettere seriamente e profondamente su come vogliamo ricostruire la nostra vita come esseri sociali.
PARADISI E SERIE TV
Inevitabile che il mondo delle serie tv non raccontasse del mondo dopo la morte. In Dead Like Me la diciottenne George viene uccisa da una tavoletta del wc caduta da un aereo. Anche data l’assurdità della morte, la giovane rimane non-morta sulla Terra in qualità di mietitrice, cioè una figura destinata a cogliere l’anima dagli esseri umani appena prima che passino a miglior vita. Miracle Workers invece ci mostra il paradiso come una macchinosa e inefficiente agenzia burocratica in affanno. Steve Buscemi veste i panni di un Dio sconsolato e deluso dall’umanità e Daniel Radcliffe, l’Harry Potter cinematografico è l’angelo Craig in affanno appunto per rispondere alle richieste degli esseri umani. Quando Dio cambia progetto di vita e vuole spazzare via la Terra, è il team guidato da Craig a dover riscrivere le sorti dell’umanità. La satira su religione, determinismo e libero arbitrio si fonde così a ferventi invenzioni fantasiose.