Nessuna tregua
“Nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità.”
Questa frase è di Simone De Beauvoir, la grande scrittrice francese. Neanche la pandemia sembra fermare la violenza sulle donne.
Pochi giorni fa a Messina un uomo è stato arrestato per aver strangolato la compagna, urlava frasi senza senso e ha poi aggiunto che lo ha fatto perché lei gli aveva trasmesso il coronavirus, cosa tra l’altro falsa.Il punto, però, non è questo.
In Turchia da quando è stato dichiarato il lockdown sono 21 le donne uccise, 14 fra le mura di casa.
Neanche nel resto dei paesi occidentali la violenza domestica comunque sempre scemare purtroppo, fenomeno che negli anni è sempre cresciuto.
Perchè?
Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.
(Alda Merini)
Quanto pagine sono state scritte sull’argomento? Quante persone si sono espresse, hanno studiato, analizzato e approfondito uno dei fenomeni più vili ed odiosi che esistono? Eppure io mi sento impotente, incapace di comprendere.
Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano.
Così ha scritto Margaret Atwood, l’autrice del meraviglioso Il Racconto dell’Ancella e di altri libri molto importanti. Perché ci sono uomini spaventati dalle donne, dalla loro diversità e dal loro modo di essere non riesco a capirlo. Come neanche comprendo quegli uomini che danno consigli alle donne su come comportarsi perché magari non approvano un loro comportamento e lo giudicano “licenzioso” o “libertino” per usare un eufemismo. Basta, davvero basta! Non sarà un certo perbenismo e moralismo dei costumi a far diminuire le vittime, tutta la storia lo dimostra!
NESSUN SILENZIO
“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”
(Èlie Wiesel)
Alcuni non si rendono conto che siamo entrati in un’epoca di sopravvissuti, in cui l’intera popolazione mondiale si dividerà. Forse ci fermerà un virus, di certo non ci fermerà il silenzio, perché abbiamo l’obbligo di schierarci come diceva Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti.
Non basta però ricordarsi di questo un giorno all’anno, bisogno cominciare con l’educazione al rispetto, alla diversità, al fatto che chi mi sta di fronte, donna o uomo che sia, non deve essere oggetto di violenza perché differente da me!
Ieri nel post sulle fake news ho citato un bellissimo articolo di Annamaria Testa di come sia sbagliato usare la parola “guerra” in relazione allo scenario di pandemia che stiamo vivendo. Dovremmo abolire del tutto questa parola. Non è banale, perché la scelta delle parole è fondamentale per il pensiero ed i comportamenti che ne derivano. Lo stupro è sempre stata usato come arma di guerra. Per quelli poi che pensano che si tratta di un problema culturale che non riguarda l’Occidente, ricordo che in questo paese solo dal 1996 lo stupro non è più reato contro la morale pubblica, ma contro la persona.
Voglio chiudere citando una frase da Monologo sullo Stupro di Franca Rame, l’attrice e scrittrice, compagna di Dario Fo, che nel 1973 fu sequestrata da cinque uomini di estrema destra torturata e violentata a turno:
Mi scopro a pensare cosa dovrebbe fare una persona in queste condizioni. Io non riesco a fare niente, né a parlare né a piangere… Mi sento come proiettata fuori, affacciata a una finestra, costretta a guardare qualche cosa di orribile.
Va bene #iorestoacasa ma non possiamo rimanere alla finestra e basta.
Buongiorno e Scusate il disturbo