Noi e Papa Francesco
Una moltitudine di solitudini
Il momento di ieri è già storia, è già un mattone che fa parte del nostro immaginario e del nostro vissuto. Bergoglio, uomo per cui nutro una grandissima stima, al di là di quella che può essere la fede, ieri è davvero stato il simboli di ogni uomo nel mondo che sta affrontando questa pandemia.
Da romano non ho mai visto Piazza San Pietro così vuota, neanche passandoci accanto con la macchina di notte. E’ stato un momento che forse non è neanche possibile raccontare a parole per l’intensità emozionale che ha trasmesso. Il suo percorrere in solitudine quella piazza è stato come prendere in carico su di sé tutte le nostre solitudini, le nostre ansie e la nostra necessità di speranza.
Le parole sono pilastri: “Nessuno si salva da solo”
Mi hanno colpito moltissimo le sue parole: “Su questa barca ci siamo tutti” e ancora “Nessuno si salva da solo”.
Il Covid 19 sta colpendo il mondo intero, quindi cercare untori e colpevoli è perfettamente inutile. Come sono inutili i calcoli elettorali che una parte degli uomini politici di ogni paese del mondo stanno facendo: Italia, Europa, Usa e tutto il resto. Chi lo fa non ha ancora capito che stavolta il proprio “pezzetto di terra” ha giù il parassita che sta lavorando, il germe che rovina le piante. E’ solo una questione di tempo.
Già, il tempo.
Avete notato come noi stiamo passando dalla società del “qui e ora”, hic et nunc latino, dal mondo dell’immediatezza, del fast food, alla società del DOPO.
La parola più frequente è Dopo, come un mantra che sta espandendo. Le parole sono pilastri e bisogna pensarci bene a quelle che si usano.
Il DOPO è una dimensione che lascia spazio. Però il DOPO va costruito adesso. Insieme.
Senza lasciare nessuno indietro, senza fare delazioni, razzismi, senza credere a bufale e a farci ossessionare da commentatori che incitano all’odio.
Ieri c’è stato un giornalista che sui social ha rimproverato il Papa perché non si è inginocchiato di fronte al crocefisso e neanche di fronte alla madonna, incurante dei problemi all’anca di Bergoglio.
I primi a difendere il papa sono stati quelli che da molti vengono considerati miscredenti, senzadio, peccatori e via così.
Nessuno si salva da solo, ma bisogno scegliere di volersi salvare. Non solo dalla malattia, ma da un mondo che non può essere come era.
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14).
Stavolta cito il vangelo di Luca, qualcosa ne so, visto che son cresciuto dalle suore. Sono loro che mi hanno insegnato che gli uomini di buona volontà sono quelli che si occupano degli altri e che gli uomini sono tutti uguali e che le differenze sono ricchezza.
Cambiare il meteo per cambiare il mondo!
Secondo le previsioni meteo sta per arrivare un’altra ondata di freddo. Non so se sia vero, ma mi aspetto i commenti dei “Non ci si capisce più niente!”.
Eppure mi domando se tutti questi non siano i segnali di un cambiamenti sempre più repentino. Davvero crediamo che le cose siano sempre state in questa maniera?
Io non amo quelli che dicono che siamo in guerra, non lo penso, perché la malattia nel caso è una guerra contro noi stessi e allora ve lo dico da sopravvissuto abbiamo già perso! Inutile raccomandarsi a qualsiasi divinità, se si ragione sulla guerra, se si usano quelle parole si è già sconfitti!
Perché non pensare sul serio ad un futuro diverso.
Siamo di fronte ad una sfida e di fronte ad una sfida servono strumenti nuovi.
Abbiamo speso troppe risorse parlando di guerra, pensiamo a costruire parole nuove.
Parole nuove: INSIEME DOPO
Ieri ero prima al telefono per lavoro e poi ho guardato il Papa in streaming e il pensiero che mi riempiva l’anima era che l’unica via che abbiamo è tenere il cuore e la testa aperti. Solo se lasceremo che la speranza lavori in noi e che noi lavoriamo per la speranza riusciremo a conquistare un DOPO. Per tutti. INSIEME.