Sense8 o Sensate è sempre buono
Gli 8 sono tornati. Aspettavo questa seconda stagione di Sense8 o Sensate, come hanno cominciato a chiamarlo, dopo una prima stagione a volte troppo ingenua, ma che aveva un forte appeal che andava dalla fantascienza al fantastico. Già dallo speciale di Natale del 2016 si poteva capire che le cose stavano cambiando. Netflix ha preso tempo, però ne è valsa la pena.
Questo è uno dei pochi trailer soddisfacenti per una serie che ricorda, per destino e temi, Orphan Black, entrambe ingiustamente snobbate dal grande pubblico – rimane difficile anche solo capire il genere. Sense8 forse è la serie che meglio rappresenta la rete e il cambiamento del mondo che stiamo vivendo. Adesso c’è anche l’Italia, con l’ingresso di Valeria Bilello (nella foto) nel cast, una nuova cattiva, anche lei però una Sensate. La siciliana, da Mtv a Netflix è in connessione con Wolfgang, ma credo che presto sarà ancora più centrale nella serie.
Chi c’è dietro a Sense8?
Avevamo già parlato di questa serie, ma rinfreschiamo la memoria. Tre nomi, anche grossi: i fratelli Wachowski gli autori di Matrix e J. Michael Straczynski, fumettista, sceneggiatore e scrittore – ha vinto due premi Victor Hugo, massimo riconoscimento per i romanzi sci-fi. Soprattutto leggendo la sua scheda si nota che ha un senso del pop molto sviluppato e anche una certa predisposizione per i generi.
Io ho visto le prime quattro puntate della nuova stagione e si percepisce che c’è stato un passo in avanti, soprattutto perché alcuni passaggi sono più sviluppati e fluidi per la costruzione della trama, positivo nell’immediato e maggiormente per il futuro.
Rimangono fondamentali l’empatia e la condivisione, il termine sharing è fondamentale ed è bello sentirsi catapultati da Seul a Nairobi, passando per Londra, l’India e Berlino. So che una parte delle scene per questa stagione sono state anche girate a Positano, quelle in cui è ambientata la luna di miele di Kala, la sensate indiana. La parte thriller è molto più forte rispetto al passato e credo che aumenterà l’attrazione verso un numero maggiore di spettatori, anche per capire le implicazioni del complotto che riguardano anche la fanta-antropologia, non so come altro chiamare la parte che riguarda l’homo sensorium.
La capacità di portare avanti le storie personali, penso a Capheus, autista di matatu (i pullman di Nairobi), e la storia di questa cerchia nel suo complesso, rendono Sense8 una serie fra le migliori per l’interazione dei personaggi, proprio come Orphan Black e i rapporti fra le sorelle cloni. Fra l’altro Orphan Black ricomincerà con la sua ultima stagione, purtroppo. Molto buone le musiche e anche la fotografia, che non è mai sporca, ma sempre curata.
Il mio consiglio è non perdere Sense8, anche se richiede pazienza, quella che non richiedono prodotti molto più semplici come Flash e altri che non cito. Sense8 non è difficile, è complessa. Anche il mondo intorno a noi lo è.