Oggi è il 14 Luglio, l’anniversario della presa della Bastiglia. Oggi iniziava la rivoluzione francese. In quello stesso giorno moriva una delle donne più importanti dell’immaginario occidentale: Lady Oscar. Noi, la generazione cresciuta ad anime e manga, quella che prima di studiare sapeva cos’era lo stadio della Pallacorda, i Campi di Marte, gli Stati Generali, Maria Antonietta non ha dimenticato. Non possiamo! Perché è stata una delle più belle e tragiche storie d’amore mai viste. Soprattutto la sigla vera è quella dei Cavalieri del Re e non di Cristina D’avena!
Stamattina è un tripudio sui social per quella che è stata una tappa obbligata e fondamentale della mi generazione e di quelle dopo. Eppure una delle prima è stata una certa Mita, giornalista, blogger, donna meravigliosa e altra parte della mia vita. Ha fatto tutto a mia insaputa – fra l’altro lei mi aiuta anche a tenere in piedi questa baracchetta di blog.
Poi un amica oggi mi postavo un pezzo di clavicembalo della colonna sonora, oggi Elisabetta è laureata in musicologia e cultrice della materia in etnomusicologia all’Unical di Cosenza. Lady Oscar oggi è ancora forte, incarna l’androgino, un’icona intramontabile, con questo tormento d’amore fra il conte di Fersen e Andrè, l’uomo che l’ha sempre amata e che con lei farà l’amore solo verso la fine della storia.
Per noi è stata un’eroina, una rivoluzionaria, una pasionaria, nata nobile che ha dovuto reinventare il suo essere donna contro il volere del padre – nella culla ti ha messo un fioretto – perché voleva un maschio. Quanti temi della contemporaneità si incrociano in questo racconto? Tantissimi. Noi li ricordiamo, ci scherziamo mentre beviamo una birra, però dentro una piccola stretta al cuore c’è ancora. Queste sono le storie e a volte certi racconti insegnano le cose meglio della scuola.
La morte è un capolavoro da kleenex. In un mondo che ha rifiutato il loro amore ora finalmente si ameranno. Altrove.
Come uscire da questo momento nostalgia? Cantando la meravigliosa sigla dei Cavalieri del re!