Irriverente. Controcorrente. Politicamente scorretta. Parliamo di Empire, il drama della Fox giunto alla sua seconda stagione e che in America è stato vero e proprio successo di pubblico tanto da essere, numeri alla mano, la serie che ha ottenuto il più alto numero di rating (6.4 per la precisione) nel periodo 2015/2016. C’è un po’ Dinasty, un po’ di Shakespeare nel drama della Fox che racconta vicende della famiglia Lyons legate alla gestione dell’etichetta discografica che prende il nome di Empire. È il mondo black dell’hip hop e tutto ciò che ruota attorno ad essere descritto e portato in scena attraverso la storia di Lucious Lyon (interpretato dal candidato all’Oscar Terrence Howard) ex spacciatore capace di costruire dal nulla, partendo dal ghetto di Philadelphia, la sua casa discografica che all’inizio della prima stagione sta per essere quotata in borsa. Nulla di questo, però, sarebbe stato possibile senza il “lavoro sporco” portando avanti con la moglie Cookie (Taraji P. Henson) che dopo 17 anni trascorsi in carcere esce per riprendersi “ciò che è suo”. Perché “sono stati i miei 400 mila dollari sporchi a creare questo posto” ripete Cookie appena uscita di prigione nel primo incontro – scontro con l’ex marito. Ad aggravare la situazione la scoperta della malattia di Lucious e la decisione di trovare un erede per il suo impero tra i suoi figli (Re Lear di Shakespeare). Lucious non è certo il padre ideale e questo genererà una guerra tra i tre figli: Andre (Tray Biers) che cura la parte finanziaria dell’Empire, Jamal (Jussie Smollett) artista dall’animo sensibile e più legato alla madre anche perché il padre non accetta la sua omosessualità e Hakeem (Bryshere Y. Gray) il rapper che è anche il più piccolo e viziato della famiglia; tutti vogliono conquistare l’Empire. Sono questi gli elementi che daranno il via alla storia e che, puntata dopo puntata, andrà avanti in un crescendo di colpi di scena, lotte interne, pathos e tensione che di certo non fanno in alcun modo annoiare lo spettatore. Se a dominare sono le vicende personali dei singoli protagonisti è anche vero che nella serie sono presenti molte tematiche sociali con un’attenzione molto particolare verso quelle minoranze che si sono sentite poco tutelate dagli anni di amministrazione Obama. Dietro le vicende della famiglia Lyons ci sono tante questioni: c’è il tema del disturbo mentale, dei rapporti interraziali e c’è l’omofobia. Jamal è gay e Lucious non ha mai accettato l’omosessualità del figlio sin da quando era bambino; Jamal prende la sua sofferenza e il suo dolore e la inserisce tutta nella sua musica ed è questo a renderlo il personaggio più umano e sicuramente più sensibile di tutti i Lyons. Proprio il personaggio di Jamal riprende l’infanzia del creatore della serie Lee Daniels. La storia dei Lyons diventa, inoltre, l’occasione per affrontare il tema delle carceri con la critica al sistema giudiziario statunitense. A fare da cornice le musiche originali di Timbland (che nella seconda stagione si è avvalso anche del contributo di Ne – Yo che comparirà in alcuni episodi) che conquistano sin dal primo minuto e, in molti casi, accompagnano la narrazione. E siccome si parla di musica non possono mancare le guest star come: Snoop Dog, Patti Labelle, Courtney Love, Mary J Blige, Jennifer Hudson, Pitbull, Juice Joy, Ne- Yo e Rita Ora che, sin dalla prima stagione, hanno preso parte allo show. In due puntante della seconda stagione compare anche Alicia Keys che avrà un ruolo determinate nella storyline di Jamal e assieme a lui sarà autrice di una canzone “Powerful” tutta incentrata sui diritti civili e sulle uccisioni di cittadini neri in America.
Una delle ragioni perché Empire piace e ha così tanto successo negli Stati Uniti è perché, al di là dei drammi familiari, tocca tematiche molto vicine alla realtà. In alcune parti è molto duro. Non c’è mai una frase fatta o innocua. Empire deve colpire e per farlo non usa mezzi termini. Esagerando il più delle volte, portando avanti i suoi eccessi ma presentando la realtà senza nessun falso moralismo. Un merito della serie è quello di essere stata capace di portare la black people in tv. Il cast che è davvero brillante: Taraji P. Henson e Terrence Howard formano una coppia davvero eccezionale. Il loro talento è innegabile così come è innegabile la “chimica” che riescono a trasmettere. Così come è forte e bello il legame che Taraji crea con Jussie Smollett (Jamal). Menzione a parte merita proprio Taraji P. Henson che con la sua “Cookie” ha fatto un lavoro a dir poco incredibile. Il personaggio di Cookie è il cuore di Empire e Taraji ha avuto la capacità di valorizzare e rendere unico e originale un personaggio che rischiava di non essere compreso. Non è un caso che per la “sua” Cookie sta collezionando premi su premi tra cui: 1 Golden Globes, 1 Naacp, 1 Critic’s choice television, 2 Bet Awards, 1 Shorty Awards, e due candidature all’Emmy come miglior attrice protagonista in una serie tv (l’ultima proprio l’altro giorno). Questo a dimostrazione della sua performance straordinaria. Terrence Howard, invece, è riuscito a costruire un personaggio da molti definito “epico” e che interpreta appieno il sogno americano: dal nulla è riuscito a dar vita ad un impero. Uno dei difetti che si può addebitare ad Empire è legato alla sceneggiatura che, nella seconda stagione, ha voluto mettere troppa carne sul fuoco. La serie corre veloce, il ritmo è avanzato e a volte i colpi di scena si sviluppano in un arco di tempo limitato.
Proprio la seconda stagione, però, ha confezionato uno degli episodi più belli in assoluto: parliamo della 2×17 dal titolo “Rise by sin”. Una puntata in cui accade di tutto e di più: la tensione sale e si vivono attimi di paura perché uno dei personaggi principali è in fin di vita. E nell’episodio a brillare è ancora una volta Taraji P. Henson. Con la 2×18 si chiude la seconda stagione e anche qui i colpi di teatralità non mancheranno e saranno accompagnati da un grosso cliffhanger finale che rimanda gli spettatori alla prossima terza stagione. Empire prenderà il via il prossimo 21 settembre negli Stati Uniti su Fox e le riprese per la terza stagione sono già partite. I Lyons sono pronti a tornare e colpire ancora.
Bruno Apicella