Il claim che c’è nella foto dice bene: I Soprano a Sunset Boulevard. Ray Donovan, giunto alla terza stagione, ha conquistato gli Stati Uniti e credo che avrà successo anche da noi. Prodotto dalla Showtime doveva iniziare a Settembre su Rai4, canale che resta un punto di riferimento per chi ama le serie tv, ma arriverà solo per la stagione invernale. Noi ci siamo quasi inciampati, ma è bastato poco per conquistarci, perché davvero qui non si scherza in tensione, personaggi e contenuti.
Questa signora nella foto è Ann Biderman, la creatrice di Ray Donovan. Si, è una donna, una con una bella testa. Ha 64 anni e al suo attivo ha già buoni film come Nemico Pubblico e molti episodi di un poliziesco come Southland. Poi è arrivato Ray Donovan.
Non ho idea perché in quasi tutti i siti italiani il mestiere di Ray Donovan sia definito “faccendiere”, lui è un fixer, una sorta di Mr. Wolf stile Tarantino, uno che risolve problemi. Lavora per un importante studio legale con a capo Ezra e il suo socio Lee Drexler. Come clienti hanno gente importante: attori, produttori, sportivi e uomini d’affari. Obiettivo? Salvargli il culo.
Se sei un campione di NBA e ti svegli con una donna che non è tua moglie morta nella tua camera d’albergo in seguito a un overdose tu chiami loro. Arriva Ray e il problema si risolverà.
Ho voluto darvi un’idea della serie perché solo il trailer vi fa vedere un altro elemento fondamentale del suo successo: il cast.
Ray è interpretato da Liev Schreiber volto noto al grande pubblico per film come Wolverine – Le Origini, la trilogia di Scream e The Manchurian Candidate. Lavora molto, sin da giovane, anche in teatro, tanto che il NYT lo ha definito il migliore attore shakespeariano della sua generazione. Accanto a lui c’è quello che viene definito un “mostro sacro” di Hollywood: John Voight. Per la sua interpretazione di Mickey Donovan ha preso il Golden Globe (seconda stagione), per un personaggio complesso, senza scrupoli che ama i figli a modo suo e che ha causato non pochi traumi.
Uno dei fratelli di Ray, Terry, è interpretato da Eddie Marsan, che in Italia non conosciamo in molto ma che abbiamo amato nei panni del mago nella splendida miniserie Jonathan Strange & Mr Norrell, uno di quei meravigliosi prodotti che solo la BBC riesce a fare – recuperatelo perché è davvero bello. Terry è un ex pugile a cui i troppi pugni hanno causato il parkinson, perché la boxe è un simbolo unificante per tutta la famiglia Donovan, quindi alcol e boxe ci stanno sempre. Come la religione. Su questo fronte è Bunchy, Dash Mihok, ad aver subito i danni più gravi, visto che da ragazzino è stato abusato da un prete pedofilo. Si definisce un anoressico sessuale e ha problemi con il bere. Poi c’è un altro fratello, venuto alla ribalta da poco, frutta di una delle tante relazioni clandestine di Mickey. Si tratta di Darryl (Pooch Hall) il più giovane, un pugile nero, che sembra avere un legame più stretto degli altri con il padre. I rapporti qui sono sempre ambivalenti e altalenanti. La cosa incredibili sono tutti i membri del cast, anche i ricorrenti, che possono vantare anche attori del calibro come Elliot Gould, James Woods e Rosanna Arquette.
C’è la famiglia e c’è il conflitto. Inscindibili. C’è una moralità apparente, anzi tante che si infrangono con le vere intenzioni e i desideri dell’animo umano; c’è il contrasto fra costa est, i Donovan sono originari di Boston, e la California dello star system. Ray non solo risolve conflitti, ma vive in una continua atmosfera di conflitto, aiutato anche da sue aiutanti, personaggi ben riusciti, come Avi e Lena. Io vi consiglio di seguirla perché difficilmente troverete un prodotto che vi rapirà in modo così forte come Ray Donovan.