Gomorra 3: Ciro e Genny vogliono vendetta

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Gomorra 3

Gomorra è tornato

Sono tornate le vicende che riguardano Napoli, la famiglia Savastano, Ciro, Genny e tutti gli altri protagonisti di Gomorra, la serie tv tratta dal bestseller di Roberto Saviano, giunto alla terza stagione. Ho aspettato prima di scriverne, ho visto le prime due puntate e non mi hanno convinto del tutto, va detto che parliamo di un prodotto che ci ha abituato a livelli alti, però c’era qualcosa che mi sembrava diverso, come se fosse meglio aspettare per poter addentrarsi meglio nelle vicende. Come se ci fosse un tempo in cui stessero preparando novità più grandi.

 

Il gruppo scrittura ci ha regalato finora due stagioni molto belle e piene di colpi di scena, mettendo in evidenza anche un modo nuovo di fare televisione nel nostro paese, soprattutto nella serialità televisiva, a cui, non si sa chi, è stato affibbiato l’orribile nome di fiction, nonostante l’Italia viva un periodo di strano arretramento, fatto di un panorama intermittente. Già dalla terza e dalla quarta puntata ho visto forti segnali di ripresa: cambiamenti, personaggi nuovi e scenari diversi. Gomorra non è Napoli e non è solamente la camorra. E quello e altro, anche oltre direi, per stabilire che anche in questo paese sappiamo fare produzione audiovisiva, sappiamo scrivere, recitare e tutte le altre fasi che accompagnano la nascita di un grande prodotto di intrattenimento. E non c’è da vergognarsi. Già la parola stessa indica una dimensione che sta a metà, che da un’idea di sospensione, di un luogo reale ed irreale nello stesso istante. Diciamolo che eravamo abituati all’idea dell’eroe, a La Piovra, dove il commissario Cattani, troneggiava sui mafiosi siciliani, come fosse un uomo solo al comando. La cosa peggiore è che si cercano spiegazioni e soluzioni facili, da qualsiasi parte della barricata ci si trovi, mentre sappiamo che ogni cosa è complessa. Ribadisco complessa, che non vuole dire necessariamente difficile.

Comunque il destino di Don Pietro Savastano era già segnato, un peccato perdere un attore come Fortunato Cerlino, davvero bravo nei panni del capo del clan di Secondigliano. Una perdita però necessaria, bisognava andare a vedere come finirà lo scontro fra i due ex-amici Genny e Ciro, quali saranno, inoltre gli sviluppi per gli altri, fra cui proprio il suocero di Gennaro, personaggi odioso, uno di quei criminali del vorrei ma non posso, con soldi, ma senza la classe e la stoffa del capo. Del Boss. La scena dove si vede l’enorme murale scoperto che ritrae il volto di Don Pietro su tutta una delle vele di Scampia nella periferia Nord di Napoli può rivaleggiare anche con i simili con sopra Tupac o Biggie Smalls nelle periferie delle metropoli made in Usa. La prima puntata di questa terza stagione di Gomorra ha superato il milione di telespettatori, è un dato importante, visto che parliamo di abbonati, gente che ogni mese paga l’abbonamento a Sky e vuole dire che questa serie oramai è sentita come una partita di calcio.

Una grande domanda era quella inerente il destino di Ciro Di Marzio. La terza ci mostra un uomo rifugiato in Bulgaria, profondamente cambiato, quasi uno sconfitto, dopo la tragica fine della sua donna e di sua figlia. Come sempre la vita toglie e la vita dà, così Ciro tornerà a Napoli e si prevede una futura alleanza con Genny, oramai sotto scacco del suocero, in un’alleanza con i ragazzi del centro, dando vita così ad uno scenario non fatto solo di periferie degradate, ma anche di Posillipo, di lungomare Caracciolo e di San Gregorio Armeno, la via dei presepi. Napoli è una città molto bella che sta riprendendo il suo antico splendore, fatevelo dire da un romano. Naturalmente non mancheranno Chanel e gli altri, almeno quelli che sono sopravvissuti, ma soprattutto ci sarà ancora Patrizia, una sorta di vedova di Don Pietro. Anche lei potrebbe entrare nel fronte della vendetta contro Gianfranco Gallo, che interpreta Giuseppe Avitabile, “lo psicologo del male”. Si annuncia una grande stagione. Anche stavolta.