Conversazione con PEPPE BARRA e la Morte di Pulcinella

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peppe barra“Non c’è niente da ridere”. Vero, ma è un sorriso quello che ho sul mio volto quando mi danno la notizia che avrò l’opportunità di intervistare un maestro del teatro e della canzone napoletana, e non solo, famoso in tutto il mondo, come Peppe Barra, che arriva con il suo nuovo spettacolo – si chiama proprio “Non c’è niente da ridere”- per due date: a Polistena (RC), nella rassegna “Il Teatro in Tutti i Sensi” curata dal Centro Sperimentali d’Arti Sceniche DRACMA, che ho intervistato con piacere qualche tempo fa, e a Lamezia. Ho avuto l’opportunità di una conversazione col maestro napoletano – sta diventando un’altra mia piccola expertise e dovrei aprire una sezione dedicata su questo blog – realizzata come sempre per la collaborazione con Il Quotidiano del Sud – Calabria.

peppe barraUn bellissimo titolo per uno spettacolo particolare nel porre il retroscena sulla scena, le quinte di fronte al pubblico, dove vediamo. Pulcinella che ritorna in vita a cercare la sua Colombina, che si sente abbandonata. 

Lo spettacolo è un po’ la summa di tutte le cose belle del mio teatro fatto di follia, di intenzioni anche culturali, momenti di grande poesia, canzoni e pezzi di musica. Le musiche sono di Giorgio Mellone, le scene sono di Carlo De Marino, la regia è di Lamberto Lambertini. E poi c’è questa splendida attrice che è Lalla Esposito che mi fa da controcanto. Certamente c’è questo stravolgimento fra scena e retroscena, come ha ben detto lei, insieme al ritorno di Pulcinella che è un pezzo di teatro di Libero Bovio, dove Pulcinella torna dal paradiso, perché è morto, e va a trovare. Colombina, per poi riportarla in paradiso anche lei. Bisogna vedere se sarà possibile. Questa è una dei momenti più belli, tant’è che è la fine dello spettacolo.

Anche qui e come sempre lei unisce e ha la capacità di far viaggiare insieme i registri dell’alto e il basso, visto che ha lavorato grandi nomi della cultura come De Simone, Scaparro, Crivelli e tantissimi altri bravi registi, e poi c’è la canzone popolare e la tradizione. Tutto passa attraverso di lei.

Beh, io ho fondato la Nuova Compagnia di Canto Popolare con il supporto del grande Maestro De Simone, in una carriera è lunga, sono oltre 50 e rotti anni di carriera e ho fatto delle belle cose. Voglio dire che rifarei tutto daccapo perché è stata talmente bella e devo ringraziare le persone con cui ho lavorato.

peppe barraCi sono degli spettacoli a cui lei è particolarmente legato?

Credo Peppe&Barra, perché recitavo con la mia mamma , una grande artista e l’aspettavo da tempo e l’ho recitato per tanti anni.

Parliamo invece di un’altra cosa molto bella, Cipria e Caffè, il suo ultimo disco dello scorso anno. Come nasce? 

Un disco particolare. La cipria è un po’ l’antico, i pezzi che nascono da arie del 1700 e invece il caffè è parte del mio teatro più contemporaneo. C’è una rivisitazione di Balocchi e Profumi, di Papaveri e Papere tra l’altro. Poi c’è proprio un pezzo che si chiama Neve, scritto apposta per me da  Toto Toralbo, un giovanissimo autore napoletano, che ha commosso ed è stato amato da tutti. Un disco a cui sono legato che ha avuto molto e sta avendo molto successo.

Renato Zero ha scritto una cosa bellissima sul disco fisico. Di come lei sia l’anima e la sveglia di Napoli.

Ma certo è chiaro, perché poi Renato mi conosce molto bene, per cui mi ama, mi vuole bene e io ne voglio a lui. E non sono altro che parole scaturite dal suo cuore.

Come definirebbe lei il sud oggi? Penso a Napoli, ma anche alla Calabria? 

E io sono di casa in Calabria, tanti anni che vengo in Calabria ed è una delle mie tappe preferite. Perché la Calabria è molto bella, anche a livello culturale. Mi trovo bene e anche il pubblico mi piace molto. Su Napoli ho scritto un libro intero insieme con Concita Sannino che sta avendo anche questo molto successo.

Lei si sente un ribelle?

Ma questo non lo so, lo faccio decidere e giudicare agli altri, io non posso giudicare me stesso. Con il mio occhio Narciso, il Narciso è sempre negativo, faccio giudicare sempre gli altri.

Come fu che De André le chiese di fare una versione di una sua canzone?

Chiamo perché stava per incidere Canti randagi, il suo disco ultimo, dove tutte le sue più belle erano cantate tradotte da altri gruppi anche non italiani, e chiese a me proprio di tradurre canzone a piacere. Io scelsi Bocca di Rosa perché mi intrigava e mi piaceva molto come pezzo. La feci tradurre da Vincenzo Salemme. Lui è rimasto talmente colpito dalla mia interpretazione, dal testo e dalla mia interpretazione che disse “questo ormai diventerà la tua bocca di rosa non è più mia”. Infatti non c’è più d’Andre, tranne il suo pensiero e la sua musica. Fu molto felice di averla commissionata a me.

peppe barraMaestro Pulcinella è morto o può morire? 

Allora questa domanda è la domanda che si pongono tutti i non napoletani. Eh Pulcinella è vivo nel cuore dei napoletani sicuramente perché fa parte di una leggenda partenopea di una delle belle leggende di Napoli. E poi è la maschera che rappresenta Napoli, per cui il Pulcinella come personaggio, come maschera è vivo, ma è morto perché non si può rappresentare. Non può esistere più Pulcinella, perché prima la maschera si tramandava di padre in figlio, l’attore che impersonava Pulcinella per tutta la vita indossava la maschera e niente altro, ma solo la maschera e interpretando solo Pulcinella! Quando moriva la dava al figlio, il figlio faceva lo stesso del padre. Anche Eduardo l’ha indossata ma solo per poco tempo e poi l’ha lasciata come tutti gli attori contemporanei. L’ultimo che è stato davvero Pulcinella è stato Antonio Petitto, che ha lasciato un immenso patrimonio di pochade e di farse, per cui Pulcinella non c’è più, tranne nel cuore e nel ricordo e nella memoria.

 

Eppure a noi basta che anche solo per una sera un maestro come Peppe Barra possa essere Pulcinella che va a trovare la sua Colombina. Sono cose serie. “Non c’è niente da ridere”.