Mentre aumentano gli spin-off ne arriva uno dei più ambiziosi
Camminare sulle uova. Trovo questa un’espressione molto adatta quando si vanno a trattare certi argomenti. Argomenti che rappresentano non soltanto qualcosa di caro e/o importante. No. Diciamo che hanno un valore di religiosità laica. Non me ne vogliamo i credenti o i ministri di qualsiasi culto o religione, però se avete avuto a che fare con i fandom dei trekkies, dell’MCU, il Marvel Cinematic Universe, ma anche del maghetto di Hogwarts ed altri sapete a cosa mi riferisco. Pensato a cosa voglia dire andare a trattare Obi-Wan Kenobi, spin-off della saga di Star Wars. Devi essere preparato. Meglio dire, pronto. A tutto. Dai flame sui social agli insulti per strada, da amici che ti guarderanno in maniera diversa a periodi di gelo fra persone con cui hai condiviso molto, fino a commessi di negozio che quando gli chiedi qualcosa ti diranno “prenditela da solo”. “Esagerato!” dirà qualcuno scordando quanto la storia sia piena di guerre di religione, purghe e pogrom! Tutto questo se dici la cosa “sbagliata”. Ed è questo il grande dilemma, perché il fandom è talmente vasto che non potrai andare d’accorso con tutti! Stiamo, inoltre, parlando di uno dei personaggi più amati della narrazione dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi. Obi-Wan è la Forza. Che sia Alec Guinness o Ewan McGregor non importa. È il topos del maestro, della guida, del cavaliere e dell’uomo che non sfugge e, soprattutto, non fugge mai di fronte al suo destino. La Lucasfilm, dopo gli altri spin-off realizzati, dalla saga, da quelli filmici come Han Solo a quelli seriali come The Mandalorian, ha voluto dare un segnale importante. C’è un piano di produzione della narrativa seriale di Star Wars per renderlo di nuovo il primo media franchise in assoluto. Sicuramente la concorrenza avuta da GOT – Game of Thrones, che a fine agosto farà uscire il tanto atteso spinoff, è quella della Marvel, che con l’ultimo Spiderman e Doctor Strange è tornata a primeggiare, hanno inciso in maniera determinante nelle strategie editoriali.
Vediamo in che punto dalla saga siamo. L’ultima volta che avevamo visto Ewan McGregor nei panni di Obi Wan Kenobi era il 2005 nel film Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith. Distrutto dal tradimento suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, passato al lato oscuro della forza e trasformatosi in Darth Vader, Obi-Wan, sull’asteroide Polis Massa, si congedava dalla saga creata da George Lucas con questo scambio di battute con il maestro Yoda in cui gli diceva che sarebbe riuscito a comunicare con il suo antico maestro Qui-Gon. In questo modo riuscivo a mitigare l’enorme stato di solitudine e frustrazione in cui si sentiva Obi-Wan
Nell’ultima scena del film il maestro Kenobi, sbarcato su Tatooine, consegnava un Luke Skywalker in fasce agli zii Owen Lars e Beru Whitesun Lars. Ora McGregor è tornato a sguainare la spada laser per sei puntate in onda su Disney+ ambientate dieci anni dopo le vicende narrate in La vendetta dei Sith. La serie evento racconta una storia intensa, emozionante e ricca d’atmosfera costruita attorno ai personaggi, che esplora il modo in cui Obi-Wan si è trasformato dall’eroe guerriero dei prequel al Maestro Jedi con una mistica ispirata allo zen e al bushido, che lo ha reso quello tanto amato nella trilogia originale. Non potevano mancare le caratteristiche di spettacolarità e azione di Star Wars. Come era prevedibile la serie getta un ponte di continuità tra la trilogia prequel e la trilogia originale, essa si sviluppa soprattutto a partire dagli eventi raccontati in Star Wars: La Vendetta dei Sith. Oltre al protagonista Ewan McGregor ritorna anche Hayden Christensen, che aveva interpretato Darth Vader sempre ne La Vendetta dei Sith. Accanto a McGregor e Christensen, il cast comprende due attrici che vanno assolutamente segnalate: Moses Reva, il personaggio dell’Inquisitrice Reva – La terza sorella, ottima e vista già nell’adattamento del Macbeth con Denzel Washington; Vivien Lyra Blair, una bambina di dieci anni, con già un notevole curriculum alle spalle e che è la vera rivelazione della serie, riuscendo ad interpretare uno dei personaggi più amati della saga, cioè la Principessa Leia Organa, sorella di Luke Skywalker, da bambina. La regia è di Deborah Chow, che è anche la showrunner e una degli executive producer, con alle spalle lavori importanti come American Gods, Better Call Saul, The Mandalorian per quanto riguarda il mondo Star Wars.
Per Obi-Wan Kenobi sarà però difficile ottenere un’approvazione simile a quella avuta dal precedente The Mandalorian rapidamente diventato sia un successo commerciale sia un modello da seguire per lo sviluppo di altre serie, anche per il glamour che ha avuto Baby Yoda. Le difficoltà non sono nella qualità del prodotto ma nella eterogeneità del fandom. Gli appassionati di Star Wars sembrano comunque piuttosto entusiasti di Obi-Wan Kenobi e stanno già condividendo online alcuni riferimenti non evidentissimi ad altri film o serie della saga trovati nei primi due episodi: il più evidente è un’astronave giocattolo che Obi-Wan cerca di consegnare di nascosto a Luke Skywalker, molto simile a un modello con cui lui gioca nel primissimo film della saga, Una nuova speranza. Però si cammina sulle uova. Stiamo toccando il tabernacolo narrativo di una passione intergenerazionale, soprattutto su personaggi che ne sono il nucleo vivo. Già, per esempio, il cambio di doppiatore italiano in Darth Vader ha accesso discussioni e flame che hanno incendiato la rete! L’unica cosa che mi resta da dire è che per me è imperdibile. D’altronde sono un fan. Si era capito?