La vicenda della caserma dei Carabinieri di Piacenza, una centrale del crimine, già definita “Gomorra” come il libro di Saviano e la serie tv sui clan napoletani ha scosso l’opinione pubblica in tutti le sue parti. Il comandante dell’Arma ha parlato di profonda ferita e non a torto lo ha fatto. Eppure, dietro questa ferita c’è uno spiraglio.
Molti commentatori e politici sovranisti si sono precipitati all’invito a non generalizzare a causa di poche “mele marce” il lavoro quotidiano dei 100.000 carabinieri che ogni giorno operano sul nostro territorio. Questo è lo spiraglio! Solitamente infatti sono loro i primi ad essere i campioni del “luogo comune”, del fatto che se un migrante commette un reato vuol dire che sono tutti delinquenti!
Abbandonare i luoghi comuni e gli stereotipi vuole dire abbracciare la cultura della differenza, della diversità, vuol dire il pieno rispetto di ogni singolarità e soprattutto delle sue scelte e dei suoi orientamenti, se questi non danneggiano nessun altro!
Troppo spesso il luogo comune é un inganno ed una deformazione dello spirito. Lo stereotipo nasce in base solitamente in base a degli oggettivi dati statistici, ma tutti quelli che si occupano di numeri sanno che la percentuale di “devianza”, cioè chi è fuori dallo stereotipo, è sempre importante ed è sempre in aumento!
Molto differente usare degli stereotipi e dei luoghi comuni nelle famose “chiacchiere da bar “ rispetto a chi ne fa un programma elettorale! Dobbiamo sforzarci di abbandonare questa cultura in ogni luogo. Ieri leggevo la notizia di un uomo di 89 anni che ha tentato una violenza sessuale verso la badante entrando nel suo letto. Nell’artificio c’erano tanti richiami alla commedia sexy stile Alvaro Vitali e quasi dei complimenti al vecchio. Lí però c’è una donna che non voleva. Non credo questo sia il modo migliore per raccontare un fatto di cronaca! Lo spiraglio è proprio quello che chi è prigioniero di uno storytelling basato sui luoghi comuni lo abbandoni il prima possibile entrando in una cultura che è essenziale per guardare il mondo in cui si vive.
Gli auguro di far presto, prima che diventi oggetto di barzellette di pessimo gusto.