Ieri è uscita un’intervista ad un vero monumento vivente del cinema italiano. Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera ha intervistato Franco Valeri, che fra un mese compirà 100 anni. Spero che sarà celebrata e ricordata questa splendida attrice, sceneggiatrice e scrittrice che oggi sta per raggiungere il secolo di vita e che ha raccontato cose importanti. Uno dei momenti più brutti della sua vita fu quando vide il padre piangere dopo che seppero che erano state promulgate nel nostro paese le leggi razziali. Già, perché ci sono state, anche se c’è qualcuno che presto dirà che in fondo non hanno ucciso nessuno o altre fandonie del genere.
Ricorda anche quando il padre e suo fratello scapparono in Svizzera con i gioielli cuciti nel cappotto, un espediente preso da La Certosa di Parma di Stendhal, che poi furono venduti per riuscire a vivere in quell’esilio forzato. Un esilio a cui sono stati costretti in molti. Racconta anche quando andò a Piazzale Loreto a vedere Mussolini ucciso. Volevo vederlo. Voleva vedere se era vero, se era davvero la fine.
«Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo».
La distanza ed il tempo permettono di prendere aria, di respirare, di poter prendersi il lusso di giudicare. E’ un po’ lo stesso discorso di come alcuni hanno giudicato le “esagerazioni” del Black Lives Matter. La protesta non si giudica, si racconta. Non possiamo permetterci di giudicare perché non è detto che si riesca a capire la complessità di chi prove una persecuzione sulle propria pelle. Eppure parliamo. Parliamo e a volte anche troppo e senza consapevolezza. Si dice “sono chiacchiere”, è “un pour parler”. Ok, può essere così, ma a volte quelli sono i metodi peggiori e più pervasivi perché un’idea, un’opinione si faccia strada.
C’è una famosa aria de Il Barbiere di Siviglia di Rossini che recita:
La calunnia è un venticello
Un’auretta assai gentile
Che insensibile sottile
Leggermente dolcemente
Incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra
Sotto voce sibillando
Va scorrendo, va ronzando,
Nelle orecchie della gente
S’introduce destramente,
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
Lo schiamazzo va crescendo:
Prende forza a poco a poco,
Scorre già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta,
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,
Si propaga si raddoppia
E produce un’esplosione
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato
Avvilito, calpestato
Sotto il pubblico flagello
Per gran sorte va a crepar.
Mi è venuta in mente ricordando quanto la signora Valeri sia appassionata di musica lirica e di come i grandi classici non vadano mai dimenticati, visto che diventano testimonianze di un passato, che è nostro, che non vorremmo vivere ancora.
Franca Valeri è stata anche un’acuta osservatrice della realtà che è riuscita a trasporre anche in delle acute maschere del cabaret come:
- La signorina Snob
- Cesira la manicure
- La sora Cecioni
Una donna straordinaria, un’italiana straordinaria che molti credono morta, come Monica Vitti. Si dice che si siano ritirate. O forse ricordarle è troppo scomodo. Perché le donne che pensano e fanno pensare oggi non sono proprio di moda in una televisione dominata da un infotainment basato su una agenda-setting completamente lontana dalla realtà. Pensare è diventato un lusso? No. E’ diventato un nemico. Si vive in una superficialità che è espressione solo di volgarità, dove si sentono solo battute poco intelligenti su doppi sensi a sfondo sessuale da seconda media. L’informazione è diventata un reality, anche la cronaca nera lo è. Resto convinto che tutto questo sia strumento per poter lentamente silenziare tutte le differenze e creare un pensiero unico dove chi non si allinea speriamo non sia costretto a cucirsi i gioielli nel cappotto.
Un grazie enorme a Franca Valeri e a tutte le donne del cinema che ci aiutano ancora a pensare.
Buongiorno e scusate il disturbo.