Ha ancora senso Narcos senza Pablo Escobar? Quanto è importante raccontare la lotta al cartello della droga e ai suoi uomini di tempo dopo che il capo è stato ucciso? Conta eccome, soprattutto perché bisogna cambiare la strategia narrativa per farlo.
Wagner Maura non c’è più, però già il primo episodio della terza stagione di Narcos mostra quanto ancora ci sia da raccontare sulle vicissitudini colombiane e la droga. Non ho avuto dubbi se iniziare a guardare la nuova stagione, le precedenti erano state buone, non solo per Wagner Maura, ma lui era la migliore. Non solo per Netflix.
Il trailer parte dalla morte di Pablo, come in parte è stata raccontata dagli organi di informazione, ma in realtà nessuno sa davvero come sia avvenuta. Si sa, però, che fu il cartello di Cali a prendere gli affari della droga un po’ in tutto il mondo, stringendo poi accordi con le mafie locali. Il cambio della guardia avviene fra Medellin e Cali, con i gentiluomini di Cali, i cavalieri di Cali, il gruppo che più di tutti aveva insidiato il primato di Escobar come signore della droga indiscusso del Sud America e non solo. Ci è piaciuto usare come copertina questa immagine con il volto di Pablo strappato e la faccia del più anziano dei fratelli Rodriguez, interpretato da Damian Alcazar.
Il primo grande cambiamento nella strategia narrativa è dal protagonista singolo al gruppo come protagonista. Non è poco, anzi è sostanziale, visto che anche la parte dei “buoni” è differente. E’ rimasto solo Pedro Pascal, l’agente Pena, che è stato promosso, e fa parte di una task force congiunta fra DEA e CIA. Di Narcos avevamo già parlato in un post, uno dei più letti su questo blog, cosa di cui vi ringrazio, ma adesso le cose sono cambiate. Il cartello di Cali ha promesso che entro sei mesi lascerà le sue attività illegali, in cambio otterrà una clemenza quasi totale nei processi nazionali e internazionali, evitando i bagni di sangue precedenti. Naturalmente va ricordato che Escobar muore nell’anno in cui si insedia Bill Clinton al suo primo mandato. Ricordiamolo.
La prima puntata è buona, anche se ci sono delle eco un po’ pesanti, prima risolte da Maura, adesso bisognerà vedere come intenderanno procedere nelle prossime nove puntate, però Pedro Pascal dovrà tenere su di sé tutto il peso dell’azione. Interessante che uno dei fratelli del cartello di Cali, sia omosessuale, almeno per inserire un altro tema di conflitto. Sui cavalieri finora c’è un grande punto interrogativo, bisognerà vedere come sarà risolto. Certo qui continueremo a guardarlo. E con attenzione.