Certe volte prima di esprimere un giudizio bisognerebbe aspettare. Sulla seconda stagione di Broadchurch, che in realtà è più simile ad un seguito piuttosto che a qualcosa di seriale, ho letto spesso parole negative. In realtà alla fine il risultato è stato buono, molto buono, soprattutto per chi, come me e molti altri, erano rimasti folgorati da questa serie inglese andata in onda su ITV. Come sempre il cast è stato sorprendente, su tutti David Tennant nei panni dell’ispettore Alec Hardy, e Olivia Colman in quelli del sergente Ellie Miller. Non c’erano solo loro, anche Charlotte Rampling e Marianne Jean-Baptiste, pubblico ministero e avvocato difensore, che hanno dato vita ad un duello in aula molto interessante e dai risultati inaspettati.
Le critiche più dure sono state riguardo la doppia storia di cui si occupava la serie, ovvero il processo per l’omicidio del piccolo Danny Latimer, assassinato proprio dal marito del sergente Miller. In contemporanea l’ispettore Hardy ha ripreso in mano il caso precedente, che aveva pressoché distrutto la sua carriera – insieme al suo matrimonio – dove cercava i colpevoli di un duplice omicidio di una bambina e di sua cugina.
C’è più parità fra i due, anzi senza l’aiuto di Miller l’ispettore Hardy non avrebbe risolto il caso che lo aveva portato quasi alla morte, in questa stagione subisce anche un intervento al cuore. Che Tennant fosse bravo è cosa risaputa, è ancora considerato il Doctor Who più amato, per quel che riguarda il nuovo corso, la sorpresa Olivia Colman, che mostra una gamma di toni notevoli, che coprono tutto il panorama drammatico. Da investigatrice si è trovata trasferita la traffico, visto il suo rapporto con l’imputato, sposata ad un assassino di bambini e con un figlio dato in affidamento alla zia. Tanto materiale ma che viene trasmesso con molte sfumature.
L’altro caso entra di prepotenza nella narrazione principale, centrato su una coppia sposata ritenuta responsabile del duplice omicidio, senza però averne le prove, che alla fine si troverà si coinvolta, ma in mezzo alla famiglia delle vittime e ad una vicenda pesante senza possibilità di uscita. Naturalmente c’è tutta la vicenda del processo, che vede ancora una volta una separazione fra la verità e la verità processuale, per questo Broadchurch va consigliato ai mangiatori di cronaca nera nostrani e non, ma che vede un happy end finale realizzato da parte della comunità. Ed è la chiusura, nonostante la solitudine di Tennant – Hardy, la comunità di Broadchurch è ricomposta, a caro prezzo, le fratture sanate, ma senza possibilità di ritorno al futuro. Sicuramente alcune atmosfere e svolte della prima stagione mancano e segnano se non delle debolezze della mancanze, che vengono colmate dall’affetto che si instaura coi personaggi, con una fotografia eccellente.
Insomma gli inglesi mettono a segno un altro colpo nella serialità, visto anche l’insuccesso del remake americano della prima stagione, d’altronde certe cose vanno viste nella loro versione e mai rifatte.