Ieri sera abbiamo saputo che in Friuli Venezia Giulia ha vinto Debora Serracchiani, con poco scarto sul presidente uscente Tondo. La Serracchiani ha vinto con la sua alleanza di csx, con una buona campagna di comunicazione e, come ha detto lei, nonostante Roma, intendendo i guai del PD centrale.
Qualche ora prima aveva parlato il nuovo presidente della repubblica italiana, sempre Giorgio Napolitano, che era quasi arrivato a insultare i partiti in aula, mentre i destinatari continuavano ad applaudire, non avevano molta altra scelta.
Gli unici a non farlo sono stati i cittadini, si quelli del m5s, che sono colpevoli di aver scippato questa parola, ma nessuno dice nulla. Hanno detto che quello di Napolitano è un discorso politico, continuando anche qui nella corrosione delle parole. Erano in piedi senza applaudire, quasi come un gesto di sfida. Poi hanno iniziato una sorta di processo a un loro collega, il cittadino Mastrangeli, reo di aver partecipato alla trasmissione di Barbara D'Urso, Domenica Live. Ora Mastrangeli si difende accusando il capogruppo Vito Incantenvole Crimi, reo di essere stato al plastico di Porta a Porta, ma le dimessioni di Crimi sono state rifiutate. I regolamenti sono strani. Eppure nessuna parola sul Friuli da parte del m5s.Eppure qualcosa dovrebbero dire, visto che in due mesi hanno visto quasi dimezzarsi i loro voti: dal 27,2% ottenuto alle politiche di Febbraio al 13,75% di queste consultazioni regionali. Per ora nessuna dichiarazione, nessuna parola, niente, solo l'annuncio che non parteciperanno alle consultazioni per il nuovo governo e la dichiarazione che loro sono l'unica opposizione in Italia. Il candidato grillino ha detto che il sistema elettorale regionale friulano li ha punito, che analisi contemporanea! Sembra di sentire qualcosa dagli anni '90. Certo dopo la querelle presidenziale, la vicenda Rodotà, in pochi si aspettavano un risultato del genere. Già si è iniziato a parlare dell'astensione, il vecchio gioco che gli astenuti sono sempre i voti dei perdenti, francamente non molto nuovo. D'altronde loro sono venuti per fare la rivoluzione e sono riusciti a non far votare i loro presidente di camera e senato, né quello della repubblica, ma Rodotà merita un discorso a parte.
Pianeta PD
Ci sono tracce di vita? Pare di si, ma sono confuse e sicuramente c'è da fare un grande lavoro. Ha ragione la Serracchiani a dire che ha vinto nonostante Roma, perché sulle elezioni predidenziali è successo il più grande errore della segreteria di Bersani. Il punto non è a mio avviso "perchè no a Rodotà?", ma perchè non aver puntato su un candidato serio, come Prodi, o la Bonino, o lo stesso Rodotà, per farlo eleggere al quarto scrutinio! Perchè no a Rodotà? Perchè mezzo PD non lo voleva, perchè altri non volevano dare neanche una sponda minima a Grillo, perchè il PD non è un partito unitario, ma da parecchio tempo!
Ora avanza la candidatura Renzi da parte di Orfini, sempre meglio di Amato. A me il sindaco di Firenze, non piace, però potrebbe essere un segnale di discontinuità, poi ricordiamo che proprio Renzi è il grande alfiere delle Larghe Intese, quelle con Berlusconi. Sta di fatto che la Bindi, dimessasi dalla presidenza dell'assemblea, ora è la più intervistata, che D'Alema cerca di smarcarsi dalle accuse di aver bruciato Prodi, dopo l'incontro con Renzi, e che siamo al tutti contro tutti prima del congresso.
Certo se poi si arriva a criticare le dichiarazioni e i tweet della gente come elemento distruttivo del Pd, non c'è analisi che tenga. A quel punto metti su un Dvd di Guerre Stellari e vedi chi davvero ha vinto in tutta questa situazione.
Proprio lui.
Le Quirinarie
Ultima nota sulle famose Quirinarie, le consultazioni aperte del Movimento 5 Stelle. I numeri ci dicono che gli aventi diritto al voto erano circa 48.000, che non hanno votato tutti e che Milena Gabanelli ha ottenuto 27.000 voti, Gino Strada oltre 20.000 voti e Stefano Rodotà 278 voti. Non sono cifre confermate, se poi le fornissero sarebbero collaborativi, ma non credo sia nella loro natura. (i risultati sono diversi, trovate un link in fondo alla pagina) Questo non sposa il punto sulla candidatura di Rodotà, però fa riflettere su quanto Rodotà fosse il candidato degli italiani. La democrazia è una cosa complicata e non sempre facilmente digeribile, è quella cosa strana per cui l'accordo con una parte è inciucio, quello con un'altra è un grande processo democratico. Anche chi non vota come noi è un cittadino italiano con gli stessi nostri diritti, a meno di provvedimenti giudiziari, quindi le parole andrebbero sempre misurate. Ma tanto #ètuttacolpaditwitter!