Rieditato da Intervistato.com
Il mondo è Glocale è Obama lo sa, è stata una delle chiavi della sua vittoria, ma ne parleremo in un prossimo post. La notte della vittoria ho dormito e la mattina mi sono ritrovato con Obama presidente, che tanto se avessi fatto nottata avrebbe vinto lo stesso. Per me era abbastanza scontato, nonostante quello che si dicesse. Ascoltati i commenti di rito su quanto sia fashion, cool e nero Obama, tempo pochi mesi e torneranno le critiche, mi sono ritrovato in un ristorante McDonald's per una conferenza stampa.
Lo so che è un posto strano, ma è proprio un'iniziativa della McDonald's Italia, che fattura, solo in Italia, 1 miliardo di € l'anno circa. In realtà c'è molto poco di America qui oggi, perchè si tratta del roadshow che stanno facendo per presentare i nuovi panini con gli ingredienti del territorio. Infatti McDonalds dal 2010 ha introdotto ricette con Parmigiano e altri prodotti italiani, anche regionali, molto regionali. Adesso è il turno del Calabrese con il salame di Calabria e l'olio extravergione d'oliva, del Veneto con l'Asiago dopo, poi il Lombardo e infine il Trentino Alto Adige. Tutto questo è The Italian Show.
Un momento. Cioè nel giorno dell'elezione del presidente vengo in uno dei simboli globali made in USA e mi ritrovo a parlare di peperoncino, di olio, funghi e molto altro. Si perchè il mondo cambia e cambia anche l'hamburger, simbolo della potenza americana, che adesso tratta con altre potenze visto il ruolo di alcuni paesi dell'area del Pacifico e di altre nazioni dell'Asia – presto avremo anche panini diversi, magari un McCurry. Non solo. Il discorso è che i simboli oramai sono in un meccanismo di evoluzione e devoluzione. Per usare un termine caro Derrida i simboli sono disseminati, non sono più riconduzibile ad un principio d'ordine, sono oramai fuori controllo, simulacri che vivono di vita propria e che danno origine ad altri simboli in una sorta di mitopoiesi che soffre di amnesia.
Alla fine ci troviamo di fronte ad una esperienza nuova, il McGourmet, niente panini, ma un pranzo in piena regola, cucinato da un grande chef con solo ingredienti regionali, alcuni dei quali usati per fare i panini. Ci sono anche i rappresentanti delle nuove aziende fornitrici di McDonald's, iGreco per l'olio e Madeo per il salame di Calabria, che mi spiegano come sia difficile entrare nella lista fornitori, perchè gli standard sono molti altri, forse tra i più alti al mondo e mi fanno vedere tabelle e dati. Che succede?
Ve lo ricordate quel fenomeno che va sotto il nome di Glocal? Si tratta di Global + Local ed è l'importanza che assumono le realtà territoriali all'interno del panorama internazionale. Che succede se poi uno dei più grandi brand al mondo ti sceglie? Succede che magari entri in un circuito di business diverso, tipo per iGreco, produttore d'olio che oggi sono fornitori per McDonald's Svizzera e presto anche per McDonald's Germania.
Possibile allora che i prodotti Made in Italy debbano passare attraverso il gigante del fast food per farsi apprezzare e acquistare? Magari si, perchè sempre che la guerra Slow VS Fast sia qualcosa di dimenticato e che l'obiettivo sia la qualità. Curioso che questi eventi succedono poco il Salone del Gusto di Torino, evento centrale SlowFood. Le distanze sono ancora siderali, però mi sembra un'operazione di marketing interessante quella di far entrare il made in Italy dove prima sembrava impossibile. Magari fra quattro anni, in Ohio, che sarà ancora uno dei swing states, gli elettori rifletteranno mangiando un calabrese. Magari.
Questo è l'effetto del post-presente che porta all'estremo la tardo-modernità, un calabrese non è più made in Usa o made in Italy, è meticcio per essere meticcio, è xperience per essere xperience, il gusto o la qualità, non è una questione di qualità, ma di morso e di momentum. La frontiera è la persistenza dell'esperienza sul sistema sensoriale, che va rinnovato con la stessa esperienza del gusto, ma con una esperienza di pratica, magari con un panino dal gusto thai.