Ieri Matteo Renzi, sappiamo tutti chi è, ha subito due attacchi, da D'Alema e Marchionne. Pure Vendola qualche cosa l'ha detta, ma come sempre Nichi è troppo prolisso per l'attuale comunicazione politica italiana, deve essere la scuola bertinottiana. Comunque sono stati due grandi favori all'aspirante candidato a Palazzo Chigi. I due personaggi in questo particolare momento svettano nella lista degli antipatici in Italia. Se vai in strada e chiedi a chi vota centro-sinistra cosa possa pensare di D'Alema credo che la maggioranza si esprime con una sequela d'insulti, riguardo Marchionne si rischiano le botte.
L'attuale presidente del Copasir è arrivato a delle velate minacce, l'AD della Fiat lo ha definito sindaco di una povera e piccola città, si parla solo di Firenze. Mi chiedo se realmente questi due signori abbiano capito dove vivono. Ha fatto bene Bersani, che dopo le prime avvisaglie non ha più detto una parola sul suo compagno-avversario, mentre il governatore pugliese è costretto per contrassagnare la sua candidatura in una posizione di rottura. A me sembra che sia nella corsa alle primarie che nel panorama dei politici in generale tutti siano come il signore nella foto, all'inseguimento del camper. Matteo Renzi usa una comunicazione efficace, breve, adatta ai social network, non perchè abbia compreso cosa sia il pop. ma perchè lui nel pop c'è nato. Sicuramente è coadiuvato da uno staff con dei buoni spin doctor, ma ha una proposizione per motivi anagrafici, che lo rendono più contiguo alla nostra società del post-consumo. Spesso lo si attacca per la sua partecipazione giovanile al programma La Ruota della Fortuna, quindi della sua immagine vicino a Mike Bongiorno e Paola Barale. Strana storia, quando c'è un paese che sono 30 anni che si mette in fila per fare il pubblico alle trasmissioni. Qui è il punto, alcuni continuano a non capire come il Paese non sta cambiando, ma come è già cambiato. Se si vuole davvero trovare un punto debole lo si cerchi altrove e non nella giovane età o nella sua voglia di rottomare, anche perchè quella è comunicazione che sta funzionando visto le notizie che arrivano ogni giorno
Una grande mano arriva dai social, soprattutto i più veloci.Dopo gli attacchi di ieri Twitter non è stato a guardare. Infatti dopo le 8 di stamattina è nato l'hashtag #attaccarenzi. Non si capisce per quale motivo, se come divertissement o come reale difesa del sindaco fiorentino, ma mi sembrano analisi superficiali, perchè gli hashtag a volte nascono per caso, a volte per strategia, tanto poi ci sono i professionisti dell'hashatg. Fateci caso, anche leggendo le TL dell'hashtag molto sono sempre gli stessi nomi e se avete ancora tempo guardate gli intervalli di tempo fra un twit e l'altro, sembrano presi da una frenesia irrinunciabile, una corsa da lemming digitali. Sembra quasi un lavoro e forse per loro lo è. La visibilità non è una moneta è una droga e condivido tutte le riflessioni che Giovanni Scrofani ha realizzato in questo post
Una volta si criticavano i ragazzi,da Non è la Rai al Grande Fratello, che cercavano la via facile del reality e della televisione. Sta succedendo di nuovo, solo che stavolta non c'è distinzione fra rete, tv, politica, spettacolo e tutto il resto. Internet uccide le categorie dando l'illusione della democrazia totale, ma sarebbe meglio dire totalizzante, azzerando così le categorie del discorso, per usare un espressione cara a Focault. Non c'è distinzione, non come un miniestrone, ma come una marmellata, dove un giorno potremmo vedere nostra madre, o addirittura noi stessi, fare questo.