Di recente in un post di moviecamp ho parlato di Innocence of Muslims, il film americano che ha provocato forti proteste nel mondo arabo e musulmano in generale, tanto da portare all'assassinio del console americano a Bengasi.
Oppure no.
Mettiamolo su un altro piano. Questa sembra un'operazione architettata, sottolineo sembra perchè non ho prove dirette, è una sensazione di un deja vu, di un ricorso storico. Anzi, di uno schema.
The Atlantic Wire ha pubblicato una mappa, che trocompilata da John Hudson, delle proteste che stanno avendo luogo:
Mappa della protesta musulmana nel mondo
A guardarla l'estensione impatta 4 continenti, lasciando scoperte solamente le Americhe, anche se gli USA sono direttamene coinvolti. Ma i numeri? Le immagini le abbiamo viste tutti, in tutti i tg e su Youtube, ma quali sono i numeri reali?
Joe Bradford, esperto di studi e di finanza islamica, ha pubblicato una tabella riassuntiva su quanti sono realmente coinvolti nelle manifestazioni e nelle proteste.
Ammettiamo che sia sta fatta per difetto e che non siano soltanto 9.000 persone, ammettiamo che siano di più, il doppio, il triplo, anche dieci volte tanto, cioè 90.000 persone. Lo scarto è grande. Quanto sarebbe in percentuale? Lo 0,1% dei musulmani. La cosa fa pensare, anche perchè da quando è iniziata la protesta è scomparso qualcosa dall'agenda del giornalismo: la Siria. Inoltre c'era anche la visita del papa in Libano, che sicuramente è stata messa in secondo piano al livello globale, non dobbiamo solo basarci sull'agenda del paese. Ci sono anche le elezioni presidenziali, Romney è sotto pressione perchè nessuno riesce a sapere i suoi guadagni reali, Obama viene attaccato perchè forse non ha difeso con forza gli interessi americani e pochi giorni c'è stato l'anniversario dell'11 settembre. Che facciamo con tutti questi dati, questi incidenti e concidenti, li uniamo come fossimo all'interno della settimana enigmistica?
Viene in mente Wag The Dog con Hoffman e De Niro diretti da Barry Levinson, dove si inventava una guerra nell'Est Europa, per coprire una scandalo sessuale che riguardava il presidente. Era il 1997, l'affaire Lewinsky verrà fuori l'anno seguente. Non c'erano i social network con la loro viralità e velocità, con spesso con la mancanza di professionalità nel fact-checking e quindi con tutta l'esasperazione che ne deriva.
Certe anche così è abbastanza facile, è una contronarrazione fatta di coincidenti e incidenti, come abbiamo già detto.
Stasera mentre guardavo Blob c'era un video sull'ultimo Festival di Venezia, con alcuni manifestanti, una decina in tutto, di un sedicente movimento per la vita, che non erano lì contro il film di Bellocchio, che prende spunto dalla vicenda di Eluana Englaro, ma per protestare contro Beppino Englaro suo padre. Fra loro c'era una dottoressa che raccontava di come avesse soccorso Eluana in un attacco di panico, avvenuto alcuni mesi prima della sua morte, quindi in pieno stato vegetativo, e di come avesse percepito la sua piena volontà di vivere.
Prima di schierarci su ogni cosa, dall'eutanasia al testamento biologico, fino alla difesa dell'ideologia occidentale, dovremmo ricordare che uno dei pilastri della civiltà occidentale ci serve ancora: il dubbio. La ridondanza del sistema dei media e l'entropia che sta aumentando sempre di più da questo overload semantico rischio di non lasciare più spazio e tempo.
per alcune fonti ringrazio il gruppo Facebook L'Orchestrina del Titanic