Instagram è molto più della fotografia. È comunicazione. Con Instagram siamo tutti fotoreporter. Penso che se ci fosse stata Instagram ai tempi dell'11 settembre sarebbe stato tutto molto diverso. Avremmo avuto migliaia di persone intente a scattare foto senza sapere quello che stava realmente succedendo. Se è vero che una foto vale mille parole, Instagram vale molto più di Twitter".
Queste sono le parole di Philippe Gonzalez, creatore di Instagramers, una delle più vaste community di utenti di Instagram, circa 280 gruppi sparsi nel globo. C'è qualcosa che mi suona strano in questa affermazione. Che Instagram non sia solo fotografia è scontato, oramai è un fenomeno planetario con circa 90 milioni di utenti, dopo che è uscita la versione per Android e sicuramente aumenteranno. Posso anche concordare che ci sia un forte valore di comunicazione, determinato dal condividere un'immagine, ma che siamo tutti fotoreporter. Cosa fa di un fotografo un fotografo? Uno strumento potente? Un apparato potente?
L'importante non è la fotocamera ma l'occhio
E' l'occhio, con tutto quello che significa, non solo la percezione, quindi la capacità tecnico-umano, ma sicuramente il vissuto di quella persona, il suo sentire il mondo e la realtà. Dell'11 settembre noi abbiamo testimonianza di ogni tempo, eravamo in piena esplosione degli strumenti digitali, esistevano alcune piattaforme di condivisione. Cosa avrebbe aggiunto Instagram?
Poi leggo un'altra notizia, cioè che Instagram rischiarebbe la chiusura, cosa a cui non credo, perchè pieno di foto amatoriali di nudi e di sesso, questo perchè Apple, il core degli utenti lo usa via iPhone, non permette la diffusione di nudi. Qui non credo che nessuno si senta fotoreporter a fotografare il suo culo o quella di un'altra persona. Allora c'entra qualcosa di più. Quel famoso valore aggiunto fa i conti con un'aspirazione al riconoscimento, anzi all'ammirazione, al distinguersi, alla visibità, concetto chiave per capire il paradigma digitale, ma che viene da molto prima e su cui sicuramente torneremo.
Uno dei fotografi che amo di più è Brassai, una volta ha detto: "Per me la fotografia deve suggerire, non spiegare o insistere". Su questo non c'è Instagram che tenga.