Wayward Pines: un fallimento

Spread the love

 

Spero che la macchina non si rompa mai nei pressi di Wayward Pines, ridente cittadina della middle america, nonché luogo dove prendono corpo gli eventi di questa serie tv prodotta dalla Fox. Si basa sulla trilogia scritta da Blake Crouch, che a sua volta si ispirava a Twin Peaks e allo stile di David Lynch. Ora la serie è morta. La Fox ha deciso di non rinnovarla e con ragione, solo che ci si doveva pensare in corso d’opera quando si poteva salvare. C’era un bel cast, non solo Matt Dillon, ma anche Terrence Howard, Melissa Leo, Carla Gugino, Juliette Lewis e Toby Jones. Il punto forte era, anzi doveva essere, l’ideazione di M. Night Shyamalan. Eppure…
Eppure se tu fai morire nel corso della prima stagione già due attori importanti, come Terrence Howard e Juliette Lewis, o per loro hai pensato ad un piccolo ruolo, o non hai idea del futuro della serie.
La storia prende corpo dalla sparizione di Matt Dillon agente dell’FBI che arriva a Wayward Pines con un collega per trovare un altro collega scomparso. Da lì non si riesce a chiamare il mondo esterno, oppure quando ci si riesce c’è sempre un “il dottore è fuori stanza”. Sono preoccupati anche all’Fbi di Seattle e cercano di contattare  Ethan Burke, il personaggio di Matt Dillon, c’è uno scienziato David Pilcher (Toby Jones). Ora questo scienziato è anche una sorta di sindaco di Wayward Pines, quando potrebbe avere il dono della bilocazione. Attorno al paese c’è una barriera, quasi insuperabile, con una sorta di impianto di sicurezza degno di un film di fantascienza. I cittadini sono tutti gentili e carini, ma ogni tanto, quando qualcuno tenta di fuggire, cosa vietatissima, lo prendono di sera, lo portano in piazza e l’ammazzano. Una vera festa. La storia va avanti su dei “non detti”, poi arriva la rivelazione. Proprio Toby Jones, dopo che Matt Dillon si arrampica in montagna per cercare di andare via dalla città, gli rivela che loro sono nell’anno 3000. E’ scoppiato una pandemia, c’è stata una mutazione genetica e l’umanità è estinta. I sopravvissuti sono diventati dei cannibali ridotti allo stato brado e Wayward Pines è una sorta di arca dove gli esseri umani sono stati prima ibernati, scelti da Toby Jones, e poi risvegliati. Tutto in maniera selettiva. Incredibile? Forse, ma nella fantascienza può succedere. Incredibile che la rivelazione viene detta liscia, senza difficoltà, quando arriva arriva per lo spettatore tutta insieme.

Mentre guardavo pensavo che in realtà ci sarebbe stato un doppio inganno. Cioè quella dei mille anni non era la verità, ma si trattava di un esperimento realizzato come un piano top secret da parte di qualche governo. Niente di tutto questo. Sul finale si fa vedere che alcuni umani era sopravvissuti alla pandemia e cercavano di arrivare a Wayward Pines, ma venivano respinti dalla sicurezza. Era, a mio avviso, il momento di spingere in una direzione che avrebbe fatto dipingere gli errori e la disumanità di questo piano di conservazione della razza umana. Anche questa è una linea che viene lasciata morire subito. Invece ci si concentra sulla prima generazione, cioè i ragazzi risvegliati da piccoli o direttamente nati a Wayward Pines, addestrati da una professoressa ipnotista, che ricordano molto dei giovani nazi-onali-sti, pronti a difendere la loro città. Sono gli unici che sanno la verità e tutti aderiscono ai valori dello scienziato David Pilcher. Il finale è davvero approssimativo e sbrigativo, un doppio finale col secondo appiccicato con la morte di Matt Dillon e poi con una chiusura che suona ridicola. Mi chiedo se già sapessero che la serie non sarebbe stata rinnovata per una seconda stagione da parte dei produttori. C’è un forte problema di scrittura, sia nell’ideazione, sia in generale nelle soluzioni messe in campo. Ripeto il cast era buono, ha anche lavorato abbastanza bene, ma è Shyamalan che ne esce davvero sconfitto e forse ha sprecato l’occasione più grande della sua carriera.