Una benda sugli occhi che chiamiamo realtà. Foglietto #22 Maggio

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Foglietto 22 maggio*
Forse la pazzia era proprio questo: una valvola di emergenza per alleviare la pressione di un’ansia intollerabile.
Jonathan Franzen
Quanto è ancora un tabù la malattia mentale? Lo sappiamo che le malattie neurologiche, psichiatriche e psicologiche sono sempre in aumento. Una progressione continua e inarrestabile. Eppure non vogliamo vedere.
Va bene se la guardiamo o ne leggiamo. Va bene se ci dicono “poeta è un folle” , “l’artista è un folle”, tremiamo e scuotiamo la testa quando sentiamo “strage della follia in qualche parte del mondo”.
Eppure quando la follia, anzi la malattia mentale, ci passa accanto siamo terrorizzati. Sembra quasi che ci puntino uno specchio e noi preferiamo metterci una mano sugli occhi. E noi non riusciamo a guardare.

“Ma io non voglio andare in mezzo ai matti” protestò Alice.
“Oh, non puoi evitarlo” disse il gatto “Qui tutti sono matti. Io sono matto. Tu sei matta”.
(Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie)
E il gatto del Cheshire non ha torto nella sua risposta ad Alice, dimentica, però, una cosa: non vogliamo vederlo.
Si dice che indossiamo delle maschere, “maschere sociali”.
A me sembra che preferiamo mettere delle bende con qualche immagine disegnata sopra, metterla sopra gli occhi, stringere forte e “pretendere” che sia la realtà. Capisco che oggi vada di moda questa stupida identitarietá linguistica, ma in inglese il primo significato di to pretend è proprio mentre.
La paura può rendere ciechi. Ma può anche aprirci gli occhi su una realtà che normalmente guardiamo senza vedere.
(Marc Augé)
Lo facciamo per paura e per lo stesso motivo ignoriamo i suoni del resto mondi che ci circondano. Siccome sono sempre più forti allora costruiamo delle incredibili invenzioni perché tutto si incastri, perché tutto non trovi una spiegazione, ma una collocazione. Basta che non disturbi il nostro buio.
Buona domenica e scusate il disturbo
*Dopo parecchio tempo ho ripreso a scrivere i “Foglietti”. Sono delle piccole riflessioni che ogni tanto mettevo sui miei profili social e su questo blog. Non so perché ho smesso di farlo e non so perché ho ripreso a scriverlo. Sicuramente ci sono le tantissime richieste che mi sono state fatte, francamente neanche me l’aspettavo.
Una persona a me molto cara mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere. “Tu non passi inosservato. Hai qualcosa che già si sente passandoti accanto. Poi quando ti si conosce o ti si vuole e ti si apprezza, oppure si ha paura e si diventi ostili ed invidiosi. Di sicuro non passi mai inosservato.”
Mi sembra un complimento.