Un corpo, un ibrido. Ciao Antonio

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Un corpo, un ibrido. Ciao Antonio

Quando è concesso lasciarsi prendere dalla nostalgia? Oppure ragionare come si fosse dei "passati" in uno scenario nuovo, diverso, in cui si vive, ma allo stesso tempo non si appartiene del tutto?
Conoscevo Antonio Caronia, studioso prezioso, incrociato per letture, per incontri durante gli anni 90, ascoltandolo, a volte in accordo a volte in dissonanza.
Caronia era uno dal pensiero diverso, differente, un agitatore instancabile, che predicava il sabotaggio culturale e non solo. Comprese pienamente le potenzialità del popular e della fantascienza, il cyberpunk in Italia molto prima di altri, il corpo e il cyborg.
A volte si faceva cogliere da momenti di pessimismo, come tutti noi, nel ravvisare come oramai le sacche di creatività fossero, oramai, del mainstream, anche se predicavano di essere altro. Anche perchè alla fine tutto lo è diventato. Questi però sono altre riflessioni e pensieri che ho io vedendo quello che mi sta intorno.
Caronia raccontava la complessità, il consumo, con un'angolazione molto personale, con cui ti dovevi scontrare. E lo facevi anche con piacere.
Niente nostalgia, non gli sarebbe piaciuta.

Se volete appronfondire Antonio Caronia vi consigliò di partire dal post di Maurizio Galluzzo, che ha costruito un breve, ma ricco, indice.

Io vi lascio con questa sua performance intermediale, tenuta nel magnifico Teatro Rendano di Cosenza, Geometrie Senza Organi. Un incrocio di riflessioni fra Deleuze/Guattari, Artaud e soprattutto Crash di J.G. Ballard.