Twitter: numeri e sentiment non sono la stessa cosa

Spread the love
Twitter: numeri e sentiment non sono la stessa cosa

Stamattina ho letto un post interessante sull'Huffington italiano, scritto da Roberta Maggio, Responsabile New Media Forum Ict del PD. Il suo post pone la questione dei numeri su Twitter, ovvero della metrica per misurare la popolarità sul social cinguettante. Ci sono dei passaggi che vale la pena sottolineare e vi consiglio di leggerlo.

Twitter è un social verticale dove i numeri contanto e tanto, però è anche un terreno che negli ultimi mesi ha visto uno scontro agguerrito sui fake followers e sulla compravendita degli stessi followers. Come Roberta sottolinea Klout è uno strumento inaffidabile per la misurazione della popolarità, preso più come un divertissiment che come qualcosa di realmente serio. Esistono altri tool in grado di misurare l'engagement di un account, ma quello che manca è sicuramente una misurazione del sentiment in maniera automatica, anche perchè presupporebbe un grande lavoro sul web semantico, quello che una volta chiamavano web 3.0, ma anche di queste versioni perdiamo il conto. Abbiamo bisogno allora di analisti che sappiamo estrarre i dati e delinearli in delle indicazioni, anche perchè sono lavori delicati e complessi, se qualcuno li commissiona ha un suo interesse legittimo a farlo. Perchè anche gli RT sono fallaci. Faccio l'esempio di @Vendommerda, non credo che, chiunque esso sia, possa concordare con i tweet che re-distribuisce. Nonostante Geert Lovink concluda che diffondere un link sia un'adesione, credo che non abbia fatto i conti con Twitter, dove c'è una certa "crudeltà", passatemi il termine, e si oggetto di troll e prese in giro. Eppure queste indicazioni sono necessarie, soprattutto alle aziende che vogliono fare business, anche se, come ha dimostrato Alessandro Vitale in un suo post che sta facendo il giro della rete, coi Social Network non si vende, detto in maniera spicciola. Si può ragionare su altri d'interesse per un'azienda, più o meno commerciale, come il brand management, ma non è questa la sede. Sta di fatto che la popolarità non si misura coi numeri solamente, il rumore di qualcosa non un indice del gradimento, anche perchè Maria Stella Gelmini (#tunnelgelmini) e la Moratti (#sucate) dovrebbero essere adorate, ma non è affatto così. Il sentiment ha bisogno di altri strumenti.
Da qui si muove un'altra questione, visto che si parla di un IPO (Initial Public Offering) per Twitter prima di un'eventuale quotazione in borsa. Magari nel quartier generale cinguettante stanno pensando di aggiustare il tiro del loro business model, offrendo una serie di servizi per dei veri account Pro, in modo da inglobare competenze di altre agenzie – vediamo quali saranno le acquisizioni future in merito. Anche la chiusura delle Api a "terze parti" lascia intendere che a San Francisco si preparino a mettere in intrigo, per dirla all'Augè, un futuro molto diverso. Staremo a vedere.

Pubblicato sotto