Trump e la verità degli altoparlanti

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Anche le cose vere gridate dagli altoparlanti cominciano a suonare come menzogne.” Questa frase è di Leonardo Sciascia, il grande scrittore siciliano. Domani sarà il centenario dalla sua nascita. Mi ha fatto pensare alle urla dei Proud Boys americani, quella banda di sostenitori di Trump, che ieri ha assaltato Capitol Hill mentre avveniva la proclamazione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti dopo le elezioni.
Il mondo è sotto choc. Come non esserlo! Il comportamento di quell’orda di ieri ad alcuni ha ricordato certi militanti della Lega Nord di Pontida. Però i riferimenti storici sono ben diversi.

Qui siamo di fronte ai militari che entrarono nel Parlamento Spagnolo, o ai Fasci di Combattimento che marciarono su Roma il 22 Ottobre del 1922, quell’infausta giornata che segnò l’inizio della dittatura fascista del nostro paese per il ventennio di Mussolini.
Quello che è successo ieri a mio avviso segna un colpo terribile alla narrazione della democrazia liberale, che già da 20 anni attraversa un periodo di grande crisi, ma che ora si sta aggravando. Ieri lo stato della Georgia ha eletto due senatori del Partito Democratico, fra cui il primo afroamericano della sua storia, che hanno in questo mondo sancito una maggioranza democratica in Senato, cosa che non avveniva da oltre vent’anni. Il Partito Repubblicano americano sta uscendo amaramente sconfitto dalla scelta di Trump e dalle conseguenze, che non sono ancora finite, che porterà. Come farà questo partito a parlare alla classe media e ai moderati? Quello che viene meno è la fiducia, cosa fondamentale in tutte le relazioni e in tutte le costruzioni dei brand, perché anche la politica è fatta di brand – non dobbiamo stupircene. Trump ha soffiato sul disagio delle classi medie si è detto. Vero, ma sicuramente si tratta della “strategia del nemico”. Oggi non si punta a risolvere i problemi, ma a cercare un nemico, un capro espiatorio che possa essere imputato ed immolato come vittima sacrificale. Davvero è pensabile che il muro con il Messico e o l’uscita dall’Unione Europea per il Regno unito riusciranno a frenare le crisi economiche e sociali? E’ una risposta insufficiente ed ampiamente emotiva! Come emotiva è tutto il movimento sovranista mondiale che vede da noi Salvini e Meloni in prima linea.
Questa nostalgia che viene invocata dai leader politici pseudo-fascisti per un mondo dove “gli uomini erano uomini e le donne erano donne” è ridicola e soprattutto non offre risoluzione. Vorrei chiedere a questi nostalgici quanto vorrebbero vivere in un mondo senza internet. Credo che le mani alzate, se ce ne fossero sarebbero pochissime!
Stiamo ormai ad un punto dove bisogna fare i conti con noi stessi: o la democrazia liberale trova un modo di ritrovarsi, specialmente guardando alle sue origini, alle sue radici, oppure la vicenda Trump non sarà altro che un passaggio verso la sua degenerazione.
Ricordiamo che Trump è solamente però un momento di fuoco in un incendio che investe tutto il mondo e che vede nella vicenda del Covid la maggiore difficoltà. Ogni giorno i social sono pieni di lamentele per la gestione della pandemia, come se chi si lamenta avesse sempre  affrontato questo generi di fenomeni! Intanto abbiamo ampiamente superato quota 75.000 morti in Italia e questo sembra essere dimenticato. Come sembra essere dimenticata la fila dei camion militari che portavano via i morti da Bergamo.
Ricordiamoci che la verità non è mai di chi urla di più e che, come disse Naomi Klein, la democrazia non è solo il diritto di voto, è il diritto di vivere con dignità.