Prima facevo riflessioni. Adesso predizioni. Battute a parte vediamo di dare qualche spunto per questo social oggi fondamentale per le dinamiche della comunicazione
Il cardine di TikTok è l’Intrattenimento. Non vuol dire che non ci sia interazione fra utenti, o che gli altri social siano noiosi, ma qui le cose sono diverse. Tik Tok è una raccolta di video della durata minima di 15 secondi e massima di ben 10 minuti (il limite è stata allungato da poco). Ci sono hashtag, tag, commenti, like. Solita solfa? Non proprio. Qui anche chi ha un basso numero di follower può diventare virale. Questo rivede anche tutto il concetto di influencer, che secondo i media mainstream è basato sulla quantità e non sull’argomento – d’altronde ad alcuni interessa riempire i cast di talent e reality. Tik Tok non è una semplice piattaforma per la riproduzione di video, n0on è YouTube, Vimeo, e soprattutto Instagram, che si sta suicidando – parlano – cercando di essere un clone di TikTok piuttosto che un’alternativa. Questa è finestra dalla quale sbirciare senza sapere bene cosa sta succedendo, ma da cui vedere che tutto va di fretta e che potremmo rimanerne intrappolati e attirati quasi all’istante. I video si riproducono in modo automatico, senza

Se l’unico interesse della popolazione – non solo dei più giovani – è ottenere follower e like, la cosa riguarda il modello sociale. I giovani, ma anche gli under 40, tendono ad abusare di Tik Tok, perché basano la loro autostima e la loro identità sul successo ottenuto su questo social. Questo perché “oggi” – un presente che indica gli ultimi 15 anni – i social sono lo strumento che sostituisce l’interazione, sia intrattenimento che politico. TikTok è un’abile strategia di intelligenza artificiale per creare dipendenza, il mio non è un giudizio morale. Non prendiamo “Dipendenza” come una parola da dittatura o distopia ma anche come qualcosa che monopolizza tempo ed attenzione.
L’utente è come ipnotizzato dal reel continuo dei video e non riesce a fermarsi. E l’orologio scorre. Una persona può iniziare guardando la cover del suo artista preferito per poi guardare un gatto che balla, un professore che spiega un esperimento di chimica, uno spot politico, due gemelle che ballano. Questo spiega perché TikTok è il grande vincitore, così grande che ha proclamato il suicidio di Instagram. Il flusso di TikTok ridefinisce il corpo ed i corpi, quello che vede, cioè il nostro, e quelli che vediamo. Inoltre, ha delle forme di interazione, certamente da discutere in maniera approfondita, come i challenge. Tik Tok introduce delle linee di riflessioni nuove ed importanti sulla liquidità di Baumann – non quelle solite – ma anche sul concetto di BIpensiero, presente in quell’oscuro e magnifico capolavoro che è 1984 di Orwell.
Dice Nietzsche: “Ma Eraclito avrà eternamente ragione di affermare che l’essere è una vuota finzione. Il mondo «apparente» è l’unico mondo; il «mondo vero» è solo un’aggiunta menzognera.”
Nel suo significato essenziale il BIpensiero riguarda un meccanismo di manipolazione attraverso il quale le persone arrivano a formulare contemporaneamente due pensieri contraddittori senza rendersene conto.
Condannare o esaltare Tik Tok è facilissimo, tipico di una società senza modello, cioè noi, che preferisce creare nemici piuttosto che provare a capire. Quello che dovremmo cercare di fare è evitare di scegliere l’ovvio – lo so che non è facile – e soprattutto l’odio. La complessità è il vero grande nemico di chi odia la contemporaneità e dice che qui è tutto “un magna magna” – scusate il romanismo della mia terra. I social sono composti dal rapporto di uomini, algoritmi ed intelligenze artificiali. In tutto questo non c’è il mondo, ma infinite possibilità di migliaia di mondi. Siamo sempre gli algoritmi delle nostre scelte.