THE ONE: esiste l’anima gemella? Netflix prova a rispondere

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“Tra due individui, l’armonia non è mai scontata, deve essere continuamente conquistata.” Questa frase di Simone de Beauvoir dà l’idea di quanto sia difficile la vita di coppia. Prima però c’è un’altra cosa che non è affatto facile: TROVARSI. Parliamo di qualcosa che anima le peregrinazioni umane da quando ha fatto la comparsa su questo pianeta. Ci si sceglie? Ci si scopre? E’ il destino? E’ chimica? Stavolta parliamo di THE ONE – LA COPPIA QUASI PERFETTA una serie dove si dice di aver scoperto il metodo infallibile per trovare l’anima gemella. Naturalmente avete già capito che se le cose fossero lineari non ci sarebbe storia.

Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, esiste un campo immenso. Ci incontreremo lì.” Con le parole di Rumi, mistico sufi del tredicesimo secolo, Percorsi Seriali vola alto questa volta. D’altronde il tema lo esige. Raymond Carver ha scritto una meravigliosa raccolta di racconti chiamata “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”-. Questa settimana parliamo di incontri importanti, il più importante, quello con l’anima gemella. Su Netflix è disponibile una serie che è già balzata in vetta ai ratings delle più viste: LA COPPIA QUASI PERFETTA. The One, titolo della serie in lingua originale, è la startup inglese che consente a milioni e milioni di persone di farsi “abbinare”. Il termine è la traduzione dell’inglese match. Tutto è basato sulla combinazione dei DNA delle persone. Attraverso dei test si viene a scoprire qual è, o almeno dovrebbe essere, il compagno/a più adatto. Come diceva Jung “L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.” Qui però l’incontro avviene solo se i parametri biochimici danno un risultato soddisfacente. Naturalmente nell’epoca dei social e dei personal media tutto questo porta ad un azzeramento dell’attività più antica e più amata dagli esseri viventi, cioè flirtare, e minaccia la pace sociale visto che i divorzi sono in aumento per tutti quelli che vogliono farsi abbinare e modificare le loro unioni. Il governo vuole intervenire per limitare questa nuova possibilità di unione con il rischio di mettere i bastoni tra le ruote all’azienda di Rebecca, la creatrice del metodo di matching. Il suo socio, James, si sente minacciato: sono pronte nuove indagine su come sia stata fondata The One e non sembra che la donna abbia la minima intenzione di consentirlo. La domanda centrale della narrazione diventa quindi cosa si cela dietro questa nuova modalità di combinazione che sembra essere la soluzione definitiva in grado di mandare in soffitto non solo qualsiasi app di incontri al mondo, ma anche qualsiasi pena d’amore. Basta soltanto un capello per ottenere il DNA ed essere abbinati con l’unica persona di cui è geneticamente garantito che ci innamoreremo. Il nostro unico vero amore. E poi c’è chi si lamenta delle violazioni della privacy sui social! In tutto questo però si innesta una parte di crime story. Nel Tamigi viene ritrovato il cadavere, coperto di ecchimosi e traumi, di Ben, un vecchio amico di Rebecca, che era misteriosamente scomparso. I trascorsi di due anni prima ci fanno vedere che lui sentiva qualcosa di più di una semplice amicizia. Il loro passato non è sempre stato rose e fiori, ci sono stati momenti di panico e dissapori, forse proprio poco prima della scomparsa dell’uomo. L’alternarsi di flashback e flashforward, che oramai sta diventando elemento sempre più comune nella serialità televisiva, consentono avere in mano sempre più tessere del puzzle che compone il disegno della trama che coinvolge i personaggi. Un lavoro registico ben riuscito nel complesso e alimentato da un’ottima recitazione coinvolgente di Hannah Ware, attrice già protagonista in Hitman: Agent 47, The First e Aftermath – La vendetta, che ancora una volta si mostra in un mix di pubblica alterigia e umane debolezze nel privato. Oltre a doversi portare il peso di un segreto condiviso con il socio James. Il film è l’adattamento di un bestseller scritto da John Marrs e già si sta discutendo se avrà o meno un seguito. Il libro si autoconclude ma non possiamo escludere che se il successo della serie sarà grande ci sarà un secondo capitolo creato ad hoc dallo scrittore e dagli sceneggiatori, anche perché la serie lascia dei varchi narrativi aperti. Lo showrunner principale è Howard Overman, già creatore del supereroistico Misfits, dei surreale Dirk Gently e Future Man e del recente adattamento di La guerra dei mondi, un professionista fra i migliori del genere attualmente in circolazione che dimostra di affrontare il tema con intelligenza. Al di là del nucleo narrativo sono sempre le implicazioni sociali ed emotive che la serie mostra le cose più interessanti, come sempre nella fantascienza. Per molti la ricerca di un partner compatibile corrisponde a un’affannosa ricerca, proporzionale al senso di senso di solitudine, al bisogno di affetto e al desiderio sessuale, tanto da giustificare la scelta di affidarsi totalmente a un’agenzia che lo faccia per noi. Estrogeno e testosterone, adrenalina e dopamina: sono solo alcuni dei “valori” misurabili per quantificare l’amore che proviamo, o che meglio è “presente” nel nostro corpo. Niente di romantico, dunque, tutto di scientifico. Dobbiamo dunque scordarci qualsiasi riferimento alla galanteria, al sentimento, alla connessione tra anime che tanto si racconta nei migliori romanzi e poesie? Chissà, ma qui la questione si fa molto più pragmatica, cinica, calcolatrice. La serie sembra ad un certo punto addentrarsi nei meccanismi del controllo sociale, ma la questione viene liquidata in fretta, purtroppo, per l’analisi più emotiva, più efficace e “in piccolo” di due coppie emblematiche: quella della detective Kate con il suo match appena conosciuto, la spagnola Sophia, e quella di Mark e Hannah, un giornalista per nulla interessato ad affidarsi a The One e la sua compagna, ossessionata dalla prospettiva che lui possa imbattersi nel suo vero amore. Sono loro la parte più preziosa della serie alla vera domanda centrale: l’amore è una scelta oppure no?

 

 

AMORE, APP E PANDEMIA

Le app di dating che erano un trend in crescita nel periodo pre-Covid hanno avuto un andamento altalenante nelle ondate della pandemia. A livello globale, però, Tinder, la più famosa, ha registrato un aumento medio del numero di conversazioni sull’app del +39% proprio durante la quarantena, per approfondire le conoscenza di partner. Marvi Santamaria, esperta di dating app e fondatrice di MATCH AND THE CITY: «Le dating app stanno creando un fenomeno a cui poi è stato dato anche un nome, ovvero “Virtual Dating”: gli appuntamenti al buio in tempo di pandemia hanno cominciato a tenersi anche in videochiamata, sia tramite piattaforme esterne che con funzionalità che alcune dating app hanno implementato velocemente per stare al passo con l’evoluzione del contesto sociale riducendo anche l’ansia da prestazione oltre che i rischi di contatto.»