The #debate. Usa: così lontani così vicini. Noi siamo altro.

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The #debate. Usa: così lontani così vicini. Noi siamo altro.

Lo dicono tutti, Mitt Romney s'è aggiudicato il primo dei tre dibattiti per la campagna presidenziali 2012. Romney è stato più reattivo ed incalzante rispetto ad Obama, che in alcuni momenti aveva lo sguardo spento e non guardava il suo avversario. Il repubblicano ha puntato il focus sul deficit, che non è stato ridotto come promesso, sulla dipendenza energetica Usa e su quella dei prestiti esteri, soprattutti cinesi. Obama ha portato, con fatica, i suoi cavalli di battaglia (Medicare, Green e Istruzione), mentre Romney ha puntato sul presente, sul taglio alle tasse per tutti, in modo da aumentare i posti lavori, che poi daranno più gettito fiscale. Si è parlato di pensioni, sanità, istruzione, energia, debito pubblico, tagli lineari e di altri temi che sono anche nella agenda italiana. Da molti anni. Naturalmente le differenze fra noi e loro sono enormi, sia nelle soluzioni che nella storia, ma anche nella comunicazione politica. Noi i duelli, i faccia a faccia, chiamateli come volete li abbiamo aboliti. Oramai fanno parte della nostra storia e forse del nostro immaginario, tutti sintetizzati in questo:

Da noi la politica, nella sua comunicazione, è ancora un'affare televisiva, è circa il 99% gli italiani che la guardano, nonostante tutti abbiamo degli amici che giurano di non averla o guardarla, come quelli che giurano di non aver votato uno o l'altro politico. Ci hanno detto che in America, usiamolo questo termini tout court, c'era la totale personalizzazione della poltica. Eppure pare che nessuno abbia mai visto una cosa del genere:

Perchè faccio vedere Berlusconi? E cosa dovrei far vedere? I suoi accoliti? I discorsi sottotitolati di Bossi e degli altri vichinghi? Gli altri cosa hanno fatto? Se volete vi metto qualche mossa dei baffi di D'Alema, qualche discorso buonista di Veltroni, oppure lunghi monologhi di Bertinotti con al collo il suo astuccio per occhiali che lo ha reso un comunista da riporto.
Mi chiedo se siamo veramente usciti dagli ultimi vent'anni, per me no. Li abbiamo censurati. Non ne parliamo, passiamo avanti, ci accaniamo contro i tecnici e Monti, con gesti eclatanti come quello di uno che si mette sul cupolone di San Pietro con uno striscione. La triste verità è che da noi la rete non può vincere perchè noi siamo televisivi, le nostre proteste hanno bisogno di telecamere, arrivando al gossip familiare, come la lite che si è verificata fra Barbara D'Urso la madre di Fiorito.

Va in onda così il corto circuito del paese che riguarda giustizia, famiglia, politica, perchè Sallusti è innocente anche se condannato, gli altri lo sono già. Questioni di cricche, caste ecc. Il dibattito è andato in mano agli intrattenitori del mattino e del pomeriggio e non sarà facile toglierlo. D'altronde se guardiamo bene anche i social media italiani sono fortemente televisivi e la social tv, tema forte, qui non è altro che un commento in diretta alle trasmissino, ma sempre tv è.
Abbiamo vissuto in un modello unico televisivo e non berlusconiano, un alibi che è stato troppo usato dagli esponenti di sinistra e centro-sinistra, ma un modello dove tutti erano conniventi, anche perchè è molto comodo avere un solo nemico, piuttosto che confrontarsi con le idee. Abbiamo avuto una storia prima dell'85, che era sintetizzata nello slogan craxiano "E la nave va". Chi doveva non ha capito la modernità, ne ha approfittato. Oggi è tutto conseguenza, con la necessità di un reset, che sarà violento, spero proprio di no, o forse sarà un finto reset. Ma possiamo pretendere altro da un paese la cui memoria storica è Blob?

PS. Che dio conservi Blob sempre.

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