Suits 6: dopo le ombre arrivano poche luci

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La sesta stagione di Suits, uno dei legal più amati negli USA. è arrivato alla sesta stagione. Non è ancora finito, a metà settembre dopo la trasmissione dei primi dieci episodi la serie è andata in pausa e ne mancano ancora sei per completare questa stagione. Ci sono state molte critiche per l’evoluzione della storia, dopo che uno dei protagonisti principali, Mike Ross, ovvero Patrick J. Adams, è stato condannato per essersi finto avvocato dall’inizio della serie. Chi la segue sa questo è un evento imprescindibile, visto che la coppia Mike e Harvey è il vero nucleo della serie. Eppure stavolta non funziona a dovere.

Mike Ross è andato in carcere, si è riconosciuto colpevole di frode e ha patteggiato per una condanna di due anni in un carcere di minima sicurezza. Questa scelta ha salvato sia Harvey, che Jessica, ma non lo studio Pearson – Specter – Litt naviga davvero in pessime acque. I tre soci faranno di tutto per poterlo risollevare. La vicenda di Mike in carcere non funziona, sia perché mostra una corruzione delle guardie mai vista neanche in Orange is the new black, serie che sul carcere può dire davvero molto di più. Qui si arriva a delle situazioni parossistiche e al limite del ridicolo, dimenticando quali sono i cardini della storia. Poi arriva l’occasione per far uscire Mike, che lui faccia la spia sul suo compagno di cella, un poveretto, genero di un pescecane della borsa, cliente dello studio Pearson – Specter – Litt, che ha guadagnato moltissimo con l transazione, grazie proprio ad un algoritmo creato dal compagno di cella di Mike. L’accordo viene proposto da Sean Cahill, interpretato da Neal McDonough, se tramite informazioni date da Mike riusciranno ad inchiodare il pescecane Sutter, il “ragazzo prodigio” di Harvey sarà libero. Una storia che viola la personalità di Mike, sempre pronto a difendere la lealtà come valore, le regole della deontologia professionale e che si protrae per quasi tutte le prime dieci puntate. Ci sono dei momenti di estrema noia e anche il personaggio di Harvey, Gabriel Macht, viene snaturato.

C’è un’altra trama parallela, quando Rachel prende un caso da un organizzazione che si occupa di condannati  a morte e coinvolge Jessica. Per Jessica è affrontare se stessa, ma soprattutto le sue motivazione per lo studio della Legge ed il rapporto col padre, che vediamo in flashback. Anche Rachel si confronta col padre che comincia a trattarla come un avvocato e non solo come la figlia. Questa storia prende vita e forza soprattutto verso le ultime puntate prima dell’interruzione, la serie riprenderà a Gennaio, e riesce a ridare forza ad una serie che stava perdendo molto mordente. Ci sono due grandi colpi di scena nel finale, la liberazione di Mike, sperando che tutto questo possa sortire effetti concreti, e l’addio di Jessica verso lo studio. Altra novità è l’innamoramento di Louis, sempre divertente che ora chiede alla sua fidanzata di sposarlo e lei accetta entusiasta.

Francamente sono un po’ confuso su come saranno le prossime puntate di questa stagione, certo che se non fosse stato per Jessica questa sarebbe una stagione da dimenticare, gli ultimi episodi sono anche girati su uno standard migliore del solito, però un personaggio come Frank Gallo e uno stereotipo senza sfumature e francamente non convince. Dispiace l’addio di Jessica e comincio a pensare che la quinta stagione Suits sia stata quella in cui questa serie ha espresso il suo massimo.
Hanno ancora qualche episodio per riprendersi.